A quiet place – Day one è il terzo capitolo della saga del silenzio. Detta così sembra qualcosa di formidabile, in realtà è solo una buona idea sfruttata all’esasperazione per ben tre film.
Il primo film mi piacque, la tensione era altissima e il clima di paura faceva tornare in mente Alien. Ma è proprio questo il punto di forza che allo stesso tempo diventa il punto debole: i mostri sono sempre le stesse macchine per uccidere già viste in tanti film, da Alien a Pitch Black fino a Arcadian. Cambia solo il loro aspetto, che comunque è sempre di una creatura che taglia, sbrana, squarta…
L’idea innovativa è che i mostri sono ciechi, ma hanno un udito eccezionale, quindi per sopravvivere bisogna evitare qualsiasi rumore che possa attirarli.
Fare spoiler sui tre film è impossibile, visto che la trama è sempre: state nascosti o vi sentiranno, arriveranno e vi uccideranno.
Il terzo film poteva essere qualcosa di diverso, ci si sarebbe potuti concentrare sul come combattere i mostri. L’apparato militare delle maggiori potenze mondiali, operante da sicuri bunker sotterranei, avrebbe dato spunto per una trama differente e più battagliera.
Oppure si poteva andare sul classico: in molti vecchi film di fantascienza c’era sempre uno scienziato più bravo degli altri che studiava gli extraterrestri, scopriva da dove venivano e scovava il loro punto debole per distruggerli. O magari a risolvere la situazione ci avrebbe pensato l’aitante protagonista… per caso! Come ne Il giorno dei Trifidi, dove le piante assassine venivano annientate dall’acqua di mare.
Il
regista di “Un posto tranquillo” (sarebbe bello rivedere i titoli
dei film in italiano ogni tanto, per capire
meglio di cosa si tratta) ha raccontato in un’intervista l’origine
delle
creature: provengono
da
un pianeta avvolto nell’oscurità, che
esplose
misteriosamente scaraventando
le creature nello spazio, protette dai frammenti di roccia. E quei
frammenti le hanno portate fin sulla Terra. Anche qui c’è
qualcos’altro di rubacchiato da Il giorno dei Trifidi, però
girato al contrario. Infatti i mostri vegetali arrivavano con una
pioggia di meteore e tutti quelli che avevano assistito alle “stelle
cadenti” diventavano ciechi. E pure in Pitch Black il pianeta era al buio e i mostri vedevano comunque le loro prede.
I mostri sono invulnerabili? No. Sono corazzati ma sensibili alle alte frequenze sonore, che li costringono a esporre parti vulnerabili nascoste sotto il cranio… e se colpiti in quei punti vengono uccisi. Inoltre non sanno nuotare, per cui annegano in acqua. È strano che con due punti deboli così eclatanti e l’arsenale di armi in possesso all’umanità (aerei, carri armati, navi, missili e droni) in tutti e tre i film sia sparita la componente militare. I mostri sono corazzati ma non riescono a perforare le corazze? Quindi ai militari gli fanno un baffo! Questa incoerenza c’è anche in Arcadian, che è un film per certi aspetti copiato da A Quiet place.
In definitiva la trama ha come unico obiettivo rendere credibili le bestie feroci che si pappano i terrestri. Avrebbero potuto essere i velociraptor di Spielberg, la differenza non si sarebbe notata un granché.
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