Oggi, transitando sul lungomare di
Livorno, nel tratto che va da Calafuria a Romito, ho assistito per
l’ennesima volta allo spettacolo delle onde del mare che
s’infrangono contro la scogliera. Rapito da tanta bellezza ho
parcheggiato l’auto e mi son messo a fantasticare sui viaggi nel
tempo, ma non quelli avventurosi descritti nei libri o visti nei film
di fantascienza… No! Ho pensato alle persone del passato che hanno
trascorso il loro tempo su quella strada, guardando la stessa
scogliera e lo stesso mare che vedo io.
Mi è venuto in mente il celebre
film “Il sorpasso” del 1962, con Vittorio Gassman e Jean-Louis
Trintignant, e la folle corsa in macchina girata proprio tra
Calafuria, Romito e Castiglioncello.
Se fosse possibile tornare a quei
giorni sono sicuro che, dopo un primo momento di euforia e dopo aver
chiesto l’autografo a Vittorio Gassman, avvertirei la terribile
fregatura. Noterei gli innumerevoli dettagli differenti rispetto al
paesaggio odierno e sentirei la mancanza del mio tempo. Saprei
svanite all’istante tutte le persone che amo e anche se potrei
andare a far visita a mio nonno, vivo e giovane, o incontrare i miei
genitori giovanissimi quando ancora non si conoscevano… a che
servirebbe? Vedrebbero un cinquantenne che dice di arrivare dal
futuro, che racconta di essere loro figlio o suo nipote… non
potrebbero capire.
Meglio abbandonare il paradosso
temporale, troppo abusato nella fantascienza. Anche perché il fatto importante è che la breve durata della nostra vita comprende
tutta una compagnia di persone: amici, parenti, conoscenti e
sconosciuti , che formano il nostro mondo-epoca.
Non ci rendiamo conto che questi
mondi-epoca sono scollegati tra loro… separati dall’inesorabile
barriera del tempo. E sarebbe un grosso trauma passare da uno
all’altro (se fosse possibile).
Ipotizzando di azionare una macchina
del tempo che avremmo visto?
Un uomo del 1910 avrebbe percorso il
lungomare in bicicletta, e un uomo del 1750 l’avrebbe percorso al
galoppo col suo cavallo. Inoltre non ci sarebbe stato l’asfalto in
nessuno dei due casi, ma solo un semplice sentiero.
Se poi fossimo andati ancora
indietro nel tempo, magari avremmo visto un cavaliere medievale col
suo scudiero e ancora più indietro alcuni mercanti etruschi intenti
a caricare le mercanzie sulle loro imbarcazioni, ormeggiate in porto.
Girando le lancette dell’orologio
all’indietro a velocità frenetica saremmo arrivati fino alla
preistoria e sarebbe cambiato tutto: il mare l’avremmo visto molto
più lontano e la terraferma oltremodo selvaggia e ostile.
La perdita di ogni punto di
riferimento e sapere di essere nello stesso luogo che però è
diventato estremamente diverso, scatenerebbe angoscia e terrore
nell’ipotetico viaggiatore temporale.nell’odierno
E gli uomini appartenenti a questi
mondi-epoca?
Se fossero strappati al loro tempo e
trasferiti nell’odierno proverebbero lo stesso sentimento.
In definitiva i viaggi nel tempo non
sono possibili, per ora. Ma se lo fossero produrrebbero dolore,
perché ogni epoca è un mondo a sé e non puoi vivere in un mondo
che non è il tuo.
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