martedì 1 giugno 2021

Il villaggio dei dannati

 


Mi è capitato di rivedere Il villaggio dei dannati, di John Carpenter. Lo ricordavo come il più brutto tra i suoi film, nel 1995 rimpiansi il classico del 1960. Invece i due film sono molto simili nella sostanza, tranne un paio di eccezioni: il feto alieno xenomorfo non ancora del tutto somigliante a un essere umano e la mamma che salva il bambino pochi istanti prima dell’esplosione nel granaio, lasciando il finale aperto a un possibile sequel. Allora perché fu un flop al botteghino? La solita maledizione dei film di fantascienza di Carpenter? Di sicuro raccontare una vicenda già vista non porta mai bene. E poi il proliferare di film spielberghiani stracolmi di extraterrestri buoni che disabituavano il pubblico a quelli del tipo “minaccia incombente” potrebbe aver contribuito. Anche se Carpenter non era nuovo ai remake e il suo La Cosa, del 1982, è infinitamente migliore di La cosa da un altro mondo del 1951.

I figli dell’invasione, di John Wyndham del 1957, è il romanzo che ispirò i due film. Contiene cose che fu obbligatorio cambiare, per esempio la pelle argentea dei bambini. Essendo il film del 1960 in bianco e nero non si sarebbe notata la differenza, mentre in quello del 1995 i bambini sarebbero apparsi ridicoli; quindi la scelta dei capelli platinati fu la migliore. Anche la mente collettiva maschile che guida il gruppo dei ragazzi e l’altra femminile che guida le ragazze, riunite in una sola alla guida di tutti i babyalieni, rende sicuramente più moderno il prodotto.

Indimenticabile la scena finale nel film del 1960: dopo l’esplosione del granaio si irraggiano, insieme alle fiamme e ai detriti, i minacciosi occhi alieni come fossero tanti spettri.

Eppure il dettaglio più ovvio presente sulla carta si perse nella trasposizione cinematografica: la foto aerea del misterioso oggetto argenteo non identificato atterrato vicino a Midwich durante il blocco della barriera e la perdita di conoscenza degli abitanti. Era arrivato un UFO, capperi! Se nel film non lo dici si può pensare al soprannaturale. E Carpenter ne ha fatti parecchi di film con quella robaccia! Tra l'altro, proprio all'inizio del suo film, con i lamenti o i sibili o cosa diavolo siano, che si spandono nell'aria intorno a Midwich, scattano subito le antenne sull'horror.

In ogni caso le pellicole, il remake e il classico, iniziano presto a scricchiolare e litigano con la logica. Magari per stare nei 102 minuti o addirittura nei 77 minuti, oppure semplicemente per inseguire la suspense a tutti i costi. L’idea di base geniale e di forte effetto emotivo, dello scrittore John Wyndham, arriva comunque allo spettatore. Tuttavia chi vede i film senza leggere il libro resta almeno con un paio di dubbi:

Primo – Come fanno gli extraterrestri a fecondare le donne durante il blackout? A parte l’improbabile fusione di due specie differenti, non arrivano fisicamente (nei film). Potrebbero essere incorporei, ma visto che la riproduzione umana necessita di ovulo e spermatozoi, quale ingrediente sostitutivo portano in alternativa? Qualcuno potrebbe pensare allo Spirito Santo. Anzi, allo Spirito Diabolico!

Secondo – I bambini alieni dimostrano un’intelligenza superiore rispetto ai terrestri. Perché allora rivelarsi ostili da subito, attirando le attenzioni del nemico? Controllano la mente, avrebbero potuto dominare gli abitanti del villaggio senza ucciderne nessuno. Per esempio, nel romanzo di A. E. van Vogt Il segreto degli Slan c'è la nuova specie di telepatici senza antenne che manipola gli umani mentre sono impegnati a perseguitare i telepatici con le antenne.

Spesso, soprattutto in passato, il cinema fu grossolano rispetto ai libri e i film di fantascienza americani e inglesi degli anni ‘50/’60 sembravano fatti in serie. La tranquillità della società occidentale veniva minacciata dall’invasore spaziale, sia che arrivasse a bordo di dischi volanti, o su meteore in grado di accecare la popolazione e liberare vegetali carnivori deambulanti, oppure in baccelli capaci di duplicare le loro vittime durante il sonno. I metodi non cambiavano l’obiettivo: un nemico spietato ci attaccava! E il cinema si riempiva…

Nel 1995 la faccenda sapeva troppo di minestra riscaldata e il flop era maledettamente in agguato...

Nel 1962 i sovietici girarono I sette navigatori dello spazio. Quel film mi sbalordì, perché i venusiani non erano affatto ostili. Rimanevano nascosti per tutto il film e ne appariva solo uno nel finale, riflesso in una pozzanghera, durante il decollo del razzo che riportava i terrestri a casa. Questo per chiarire chi fossero gli invasori e chi si sentisse minacciato.

Ebbene, tutto questo ragionamento per arrivare alla conclusione più ovvia: i film come Il villaggio dei dannati erano belli perché semplici. C’era un nemico che arrivava dallo spazio e i poveri terrestri dovevano contrastarlo per salvarsi, tutto qui e valido per tutti! Oggi fanno film più complessi e a volte è come se si perdesse qualcosa… Cosa? Forse proprio l’atmosfera di Midwich.