martedì 13 dicembre 2022

VigiliinArte 2022

 






Dal 14 dicembre quattro delle trentasette illustrazioni che avevo inviato al concorso VigiliinArte saranno esposte all’ISA di Roma. Per me è una grande soddisfazione a cui si aggiunge un bonus: il mio libro Cosminium: Storie dell’altro mondo sarà consultabile negli spazi espositivi.


 

 

Un po' di autocelebrazione nell’era di “i blog non se li fila più nessuno” con una spruzzatina di “gli scrittori sfigati che non hanno ancora capito di esserlo”… Bè, direi che più danni di quelli in corso non dovrebbe arrecarne, giusto?

Non ho la più pallida idea di come sia organizzata la mostra e vi ho partecipato quasi per gioco, gli autori sono moltissimi e non pensavo di risultare tra i selezionati. Spero di riuscire a farci una capatina, da qui alla fine dell’anno… ma non è detto.

Sinceramente ho sempre meno voglia di scrivere e disegnare, gli anni passano e ti cambiano per sempre. Eppure tutto quello che ho scritto mi resta nel cuore e vorrei trasmetterlo ai miei figli.

Buon 2023!

giovedì 1 dicembre 2022

Un racconto di fantascienza sull'invasione

 


 

La guerra continuava da più di trent’anni. Praticamente dall’anno prima della mia nascita, così almeno mi aveva detto mio padre.

Loro erano arrivati all’improvviso, avevano distrutto la nostra Base sulla Luna e subito dopo la Stazione Internazionale. Poi avevano squarciato le nuvole con i loro giganteschi dischi e si erano posizionati sopra le maggiori città del mondo. La reazione delle nazioni terrestri fu tempestiva, ma per niente coordinata. Ognuno attaccò gli extraterrestri per conto proprio, mentre questi atterravano con i mezzi da sbarco. Furono usate tutte le armi disponibili e quando la situazione volse al peggio si decise di impiegare anche quelle nucleari. Fu la catastrofe!

Già dopo il primo mese di guerra l’ottanta percento della popolazione mondiale era stata decimata dalle radiazioni. In pratica i difensori avevano fatto più danni degli attaccanti, per questo si decise di cambiar rotta: i superstiti furono portati al sicuro, nel sottosuolo, e le nazioni cessarono di esistere. Fu nominato un Presidente della Sopravvivenza Umana e per la prima volta nella Storia tutti i popoli, o quello che ne restava, vennero riuniti contro il nemico comune.

Purtroppo la nostra vita nel sottosuolo è troppo simile a quella dei topi. Io non ricordo neppure il mio nome, non ho avuto un’infanzia e già a sette anni mi addestravano al combattimento. Oggi sono Sergente della fanteria, equipaggiato col meglio della tecnologia offensiva terrestre, e sono l’ultimo baluardo a difesa dei resti dell’umanità.

Attivazione squadre: tutti i componenti pronti per l’azione in dieci secondi, nove, otto, sette, sei...

«Preparatevi al combattimento!» tuona il Capitano.

Gli uomini controllano l’attrezzatura, le armi al plasma e il livello della tensione repulsiva sulle corazze. Devo occuparmi della squadra tre, ma il Capitano è responsabile dell’intera compagnia e leggo nei suoi occhi quanto gli pesa.

«Gli ordini sono semplici: dobbiamo catturare uno Scarafaggio vivo. È molto importante, ricordatelo» continua il Capitano.

Uno scarafaggio vivo? Penso che al Comando siano impazziti. Non è possibile prendere vivo uno di quei bastardi! Sono tre volte più grandi di noi e possono farci a pezzi perfino se li stendiamo. «Capitano, ha idea di quanti ci resteranno secchi, nel tentativo?»

«Lo so, Sergente, ma sembra che gli scienziati abbiano messo a punto un virus che può rendere la pariglia agli invasori. Pareggeremo i conti una volta per tutte se ne cattureremo uno. Sarà infettato durante l’azione di un sedativo e poi lo rilasceremo. I suoi simili non sospetteranno nulla e siccome i primi sintomi si manifesteranno dopo un mese dal contagio, quando avranno i primi morti sarà troppo tardi per fermare la Pandemia. Naturalmente gli umani sono immuni».

«Ho capito, abbiamo un’insetticida per gli Scarafaggi».

«Esatto, Sergente. Ora muoviamoci: le squadre due e quattro attueranno un diversivo appena incontreremo la pattuglia nemica. Voglio uno scontro frontale con tutto il fuoco disponibile, teniamoci bene al coperto. Le squadre uno e tre li prenderanno alle spalle. Dobbiamo eliminarli in fretta risparmiandone uno e sappiamo bene quanto sia pericolosa una belva ferita».

Usciamo dal boccaporto in fondo alla galleria di risalita. Ci passiamo uno alla volta e il primo sono proprio io. Mi guardo intorno puntando il mitragliatore, così copro l’uscita degli altri. Sembra tutto tranquillo, abbiamo fatto abbastanza casino con la galleria nove e il grosso dei loro incursori deve essere accorso proprio là.

Alzo in alto lo sguardo, uno di quei dannati dischi copre metà del cielo. Non capirò mai come fanno a stare fermi così, a mezz’aria. Torno a contemplare il paesaggio, le macerie che ci circondano sembrano una moderna Stalingrado distrutta dai nazisti. Un tempo qui c’era una strada, c’erano auto, persone, grattacieli, c’era la frenesia della vita quotidiana. Ora ci sono le macerie. E ci siamo noi con la nostra missione.

«Squadre, distanziamoci e avanziamo. Ci comunicheranno il punto di estrazione a missione compiuta. Per trasportare il prigioniero occorrono un mezzo pesante e una scorta».

«Ricevuto, Capitano» rispondo nel comunicatore mentre faccio cenni alla mia squadra di spostarci a sinistra. Gli altri sergenti danno il Roger.

Passiamo a fianco al relitto di un caccia abbattuto nei primi giorni di guerra, vedo i resti del pilota, non ha fatto in tempo a eiettarsi. Più avanti superiamo due carri armati, hanno la corazza fusa dai raggi alieni, trent’anni fa non avevamo ancora rubato la tecnologia della tensione repulsiva. Gli equipaggi fecero una morte orribile.

Il Capitano è con la squadra due, davanti. Il ripetitore sotterraneo invia il segnale al suo tracciatore, credo che abbia già localizzato la pattuglia di Scarafaggi più vicina. Ci fa cenno di seguirlo tra le rovine del grattacielo dinnanzi a noi, entriamo e ci inoltriamo nella voragine aperta sotto le fondazioni. Avanzare bassi è sempre un bene e se lo fai alcuni metri sottoterra è ancora meglio. Camminiamo per dieci minuti senza incontrare anima viva, la voragine ha coinvolto molti edifici e l’abbiamo usata altre volte per spostarci. Finita quella copertura proseguiamo tra le lamiere contorte e i detriti di calcestruzzo, in modo da essere bersagli difficili per il nemico.

«Eccoli, sono a cinquanta metri da noi, dietro quel palazzo» ci avvisa il Capitano col comunicatore «squadre uno e tre, prendeteli alle spalle, noi attacchiamo!»

«Ricevuto per squadra tre» dico io «aggiriamo da est».

«Squadra uno, ti seguiamo».

Da questo momento siamo tagliati fuori dalla metà dei nostri compagni, che forse si faranno ammazzare per darci il tempo di portare a segno la missione. Deve valerne la pena, per cui non possiamo sbagliare.

Aggiriamo in fretta, passiamo sotto una trave che sostiene un cumulo di detriti, speriamo non ceda proprio ora. Svoltiamo l’angolo dell’edificio a avanziamo compatti. Oltre un intreccio di ferri rugginosi, tubazioni e altre condutture saliamo su una collina di laterizi rotti. Eccoli! Sono il primo a vederli, ordino alla truppa di tenersi bassi. Ci fermiamo a tiro di mitragliatore e comunico: «Squadre uno e tre in posizione».

«Bene, iniziamo i fuochi artificiali» risponde a tutti il Capitano e un presentimento mi dice che è l’ultima volta che lo sento.

I bagliori e i boati dei fucili al plasma annunciano l’inizio della battaglia. Da dove siamo non vediamo i nostri, vediamo solo gli Scarafaggi che ci voltano le spalle, sempre se quell’ammasso di sporgenze, placche e antenne possa essere chiamato spalle. Ne conto quattro, troppi per una sola compagnia.

Ordino ai miei di mirare a quello centrale, apriamo il fuoco e lanciamo anche un paio di granate soniche. Altro fuoco arriva dalle squadre due e quattro, bombe comprese. Lo spostamento d’aria è tremendo, il fumo e la puzza di carne aliena bruciata è ovunque, forse ce l’abbiamo fatta.

No, non è fatta per niente, uno di loro è ancora in piedi e lancia lampi azzurri da ogni tentacolo che fuoriesce dal guscio, sono diretti sui nostri dall’altra parte e dubito che le corazze siano sufficienti a respingerli tutti. Sento le grida strozzate degli uomini! Continuo a sparare, è l’unica cosa che posso fare per aiutarli.

Uno di quelli caduti a terra si rialza, i suoi tre occhi fiammeggianti ci puntano traboccanti di collera. Galoppa verso di noi. I tentacoli, le zampe uncinate e gli arti che reggono le armi a raggi lo fanno somigliare più a un ragno che a uno scarafaggio. Ormai ci è addosso.

«Granate!» impreco «lanciatele o siamo fottuti!»

Nessuno di noi fa in tempo, è troppo vicino. Arretriamo e spariamo ma già i primi vengono travolti dalla furia. Il Caporale, tagliato in due, stramazza in un lago di sangue bianco. Altri tre soldati, raggiunti nell’istante successivo, vengono smembrati e vedo con orrore i loro tubi vitali sparsi dappertutto. Indietreggio, il mostro mi raggiunge. Sparo, sparo e sparo ancora! L’ho trafitto con tutta l’energia che avevo a disposizione, sono sicuro che è quasi morto, eppure i suoi uncini calano su di me. Sento il dolore che mi lacera inesorabile.

Il buio mi oscura la vista, non sento più niente.



***



Situazione soggetto: stabile. Parametri funzionali: in ripresa.

«Li hanno riportati a pezzi».

«È già qualcosa se il recuperatore è riuscito a raccoglierli».

Sento i tecnici, apro gli occhi e li vedo, in ambiente sterile, con tute antiradiazioni e maschere a filtro, mi stanno operando. Mi hanno salvato! Credevo di essere morto. Il resto della squadra... la compagnia... il Capitano, sono riusciti a salvare anche loro?

«Il computer rileva un residuo di coscienza».

«Com’è possibile? La CPU è isolata dall’ambiente circostante».

«Forse l’elaborazione arriva da un circuito periferico».

«Allora cancelliamo la memoria e riprogrammiamo il soggetto. Quegli schifosi alieni hanno fatto un bel casino».

Riprogrammare? Che stanno farneticando questi due, io sono un uomo! Sono quasi morto per salvare il loro culo e vogliono riprogrammarmi? Che cazzo sta succedendo?

«Queste ferraglie sono la carta migliore che abbiamo, non potremmo sopravvivere là sopra, con tutte quelle radiazioni».

«Non potremmo sopravvivere neppure in un corpo a corpo con quei mostri. Abbiamo rinforzato i nostri campioni, anche se, a giudicare da questo sfacelo, non abbastanza».

«Centrale» il tecnico parla nel comunicatore «Abbiamo tre androidi completamente distrutti. Il resto della compagnia, invece, è ripristinabile. Però servono molti ricambi. Per ora ne abbiamo aggiustati quindici».

Dall’altra parte qualcuno sbraita che bisogna ritentare la missione il più presto possibile e il tecnico aggiunge la novità che riguarda me, sdraiato sul lettino: «Ne abbiamo uno qui, con i circuiti mnemonici pieni. Potrebbe comprometterla, la missione».

Cancellate e riprogrammate con personalità standard, ci serve l’emotività umana per vincere, è la risposta secca.

«Visto? Ne ero sicuro» sorride un tecnico all’altro.

«Eppure è un caso eccezionale. Potrebbe trattarsi della prima autocoscienza in una macchina».

«Beh, nella situazione in cui siamo non possiamo certo perderci dietro ai dilemmi sull’intelligenza artificiale. Se non liquidiamo gli invasori siamo spacciati e ci occorre ogni risorsa».

Fermi! Che diavolo fate! Fermi! Non abbassate quella leva…



***



Soggetto ripristinato con successo: memoria cancellata e personalità standard installata.

Dove mi trovo? Che mi è successo? Mi sollevo lentamente, non ho dolore. Bene! Mi metto seduto sul lettino, sono nella sezione sanitaria. Evidentemente i dottori si sono presi cura di me. Perché? Ah, ora ricordo: l’incidente durante l’addestramento. Il Capitano mi ha portato all’infermeria e lì devo aver perso i sensi.

Spero di non essere fuori dalla squadra operativa, quei maledetti Scarafaggi stanno vincendo. Mio padre mi disse che arrivarono l’anno precedente alla mia nascita, da quando esisto la Terra ha conosciuto solo guerra e devo fare qualcosa per mettere fine a tutto questo, anche a costo della vita.

Soggetto in standby, riprogrammato per la missione virus. In carica per settantadue ore prima dell’azione.



***



Attivazione squadre: tutti i componenti pronti per l’azione in dieci secondi, nove, otto, sette, sei...

Eccoci pronti. Gli uomini controllano l’attrezzatura e così faccio anch’io. Il Capitano è deciso portare a compimento la missione. Dobbiamo catturare uno Scarafaggio vivo, la cosa è di vitale importanza. Se i nostri scienziati riusciranno a infettarlo vinceremo la guerra. Lo ascoltiamo con ammirazione.

«Abbiamo una sola occasione, uomini, prenderemo la galleria di risalita. Voglio due squadre per l’attacco frontale e due per prenderli alle spalle, questa volta sarà la volta buona. Ne sono sicuro!»

Lo ascolto, eppure... ho come un déjà vu...

 

martedì 1 novembre 2022

Biblioteca di Cascina Peppino Impastato

 

I libri che ho regalato alla biblioteca di Cascina sono stati addirittura letti e messi in catalogo! Può sembrare una cosa ovvia ma non avrei mai giurato che succedesse davvero. Forse è perché le biblioteche sono senza scopo di lucro, anzi è di sicuro per questo! Sicché capita spesso, in biblioteca, che gli addetti ai lavori azzardino la lettura dei testi in entrata magari anche solo per pura curiosità.

Nelle librerie invece è tutta un’altra tristissima storia. Il libraio è un commerciante, vende libri ma potrebbe vendere pomodori, scarpe, bambole gonfiabili. Per lui contano solo i giganti dell’editoria che sfornano Best seller o ristampano classici. Contano perché gli fanno guadagnare i soldi! Invece gli autori esordienti che si autoproducono o pubblicano con piccole case editrici, per lui scrivono solo roba da bruciare nel camino.

Eppure c’è molta cultura nella giungla di pubblicazioni di chi arranca inutilmente per farsi conoscere. C'è ma andrà persa. Ci sono racconti belli e originali che le persone non leggeranno mai proprio perché ne ignorano l’esistenza.

Come diceva Roy Batty in Blade Runner: “...quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.”

Infatti è proprio questo che mi spaventa. Quando iniziai non avevo nessuna intenzione di diventare Ken Follet, volevo solo scrivere qualcosa di divertente e di fantascienza. Alla fine ho scritto per dieci anni e non so se continuerò, ma l’oblio è in agguato sia su Google che su Amazon. Per questo sono convinto che la biblioteca sia rimasta l’unica isola in grado di salvarmi.

Grazie, Biblioteca Peppino Impastato.

Il mio sfogo sui librai è un fatto personale. Probabilmente ne esistono di generosi, che appena vedono entrare un tizio impacciato col libro in mano e questo chiede loro di poterli mettere in contatto col suo editore rispondono: «Certo! Lascia libro e numero, scrittore… e in bocca al lupo!».

Invece ricordo benissimo «Abbia pazienza, stiamo lavorando» oppure «Vede, lei potrebbe aver scritto un capolavoro o una schifezza. Ma la gente non lo saprà mai, perché nessuno comprerà il suo libro». E ricordo uno di quei librai disprezzatore di aspiranti scrittori che ospitava e pubblicizzava il corso di scrittura dell’ennesima casa editrice truffaldina a pagamento.

Cambiando discorso, ho ricevuto una buona notizia dal mio ambiente di lavoro: i vigili del fuoco. Partecipando al concorso “Vigilinarte” con alcune illustrazioni, mi hanno contattato per selezionarne una da inserire nel loro catalogo. Quando ho spiegato loro che sono tutte copertine di libri mi hanno invitato a inviare anch’io un libro, visto che altri colleghi l’hanno già fatto.

Ebbene, il racconto ucronico con i Romani in guerra contro Sioux, Apache e Seminole è in viaggio per Roma.

 

 


 

domenica 30 ottobre 2022

Nope

 

 

Attenzione: contiene spoiler

 

Ho letto un paio di recensioni del film e ho capito che, non potendo svelare la trama semplice e chiara, hanno fatto come le seppie quando spruzzano il nero sott’acqua. Sicché hanno scritto: “Nope ragiona in maniera lucidissima sui Social Media” o “in realtà parla di Covid e circo mediatico” (ma quando mai?).

Il film ha un inizio lento e si comporta come ogni buon fantahorror, rilassando lo spettatore per spaventarlo al momento giusto dopo l’ennesimo falso allarme. I piccoli oggetti metallici che piovono dal cielo ferendo mortalmente il padre del protagonista sono solo l’inizio delle stranezze che si verificano nel ranch con l’allevamento di cavalli per Hollywood.

Cali di tensione elettrica degni di Incontri ravvicinati del terzo tipo e avvistamenti fugaci tra le nuvole portano alla convinzione che si tratti di un altro film sugli UFO. E uno pensa subito: “Non bastava Bagliori nel buio?”

Il protagonista e sua sorella non se la passano bene dopo la morte del padre, quindi decidono di aggrapparsi alla pista ufologica sperando di riprendere quello che credono un disco volante e farci un mucchio di soldi.

Il parco a tema western gestito da un ex bambino attore scampato per miracolo al massacro del cast da parte di uno scimpanzé impazzito, sembra qualcosa di parallelo al film e di inutile. Invece prepara il terreno per il dopo.

L’unico punto debole della vicenda è proprio il tentativo di riprendere un UFO nel 2022: nessuno crederebbe mai alla ripresa di un vero disco volante, perché con i moderni effetti in computer-generated imagery è possibile inventare qualsiasi cosa. Per cui l’impresa sarebbe tempo sprecato e d’altra parte, quando arriveranno per davvero gli extraterrestri, probabilmente li vedremo in TV al telegiornale come succedeva in Independence Day e V-Visitors.

Man mano che procede la pellicola vediamo un disco argenteo con un buco sotto lo scafo, con cui aspira i terrestri. Proprio come raccontato nei più classici avvistamenti UFO, solo che il regista ci ha portati completamente fuori strada. A proposito: aspira tutti i frequentatori del parco western compreso il proprietario.

La sorpresa è che non si tratta di un disco volante pieno di extraterrestri, ma di un animale che vive tra le nuvole e scende per aspirare e divorare le sue vittime. Un mostro, insomma.

Nel vecchio romanzo di Murray Leinster Questo è un Gizmo, succedeva qualcosa del genere. Solo che invece di una bestia ce n’erano migliaia, erano molto più piccole e invisibili. Soffocavano le loro vittime per nutrirsi dei miasmi della decomposizione.

Dopo la rivelazione il film prende senza dubbio la strada dello Squalo e qui perde qualche punto. Comunque Nope riesce nell’impresa di rendere originale un film sugli UFO togliendo gli UFO.

sabato 29 ottobre 2022

Supereroe per caso

 


Supereroe per caso è una parodia francese sui supereroi ricca di citazioni e situazioni comiche estremamente divertenti. Come nelle parodie statunitensi Kick-Ass, Super e Mistery Men, il protagonista non ha nessun potere e si ritrova a combattere… anzi, a pasticciare contro il crimine, inguainato in un costume che in realtà non offre alcuna protezione.

Ingaggiato (come seconda scelta) per interpretare Badman, cioè la copia spudorata di Batman (ma senza mantello) completa di badmobile e il Clown come villain, sbatte violentemente la testa perdendo la memoria. Al suo risveglio, ritrovandosi vestito da Badman con le informazioni olografiche sul rapimento di sua moglie e di suo figlio, si convince davvero di essere un supereroe e parte spedito al salvataggio.

I colpi di scena esilaranti spiazzano lo spettatore e a volte risultano al livello del cartone animato. Eppure il film non è mai scontato e le citazioni vengono riconosciute solo da chi ha visto tutti i film dei supereroi.

I personaggi che circondano il protagonista Cédric Dugimont sono ben studiati: la sorella Eléonore è una Ramba tremendissima che compensa il carattere pacifico del fratello malsopportato dal padre commissario di polizia. Seb con le sue allucinazioni e Adam, il boyfriend della madre di Seb, potenziano la comicità della pellicola. Alain Belmont, l’attore gigione che interpreta il Clown, è forse la caricatura di Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. E infine c’è il vero cattivo: Schizophréne, un delinquente incallito e sanguinario a cui vanno tutte storte (per fortuna).

 


 

Philippe Lacheau, che oltre a interpretare Badman è anche il regista del film, sarebbe perfetto per la trasposizione cinematografica di Loane Sloane, di Philippe Druillet. Dal momento che hanno girato Valerian e la città dei mille pianeti (2017) e Barbarella (1968), i francesi non dovrebbero lasciarsi scappare l’occasione. Chissà che magari non sia proprio Lacheau a decidere un colpo di scena del genere! Sarebbe fantastico.

sabato 1 ottobre 2022

I gatti della Terra sono pigri

 

 

Il libro su Amazon

 

E se i gatti fossero una specie intelligente, con un quoziente intellettivo pari a quello degli umani, ma fossero allo stesso tempo talmente pigri da aver lasciato lo scettro di specie dominante ai loro ignari concorrenti? Questa è l’idea di partenza del divertente libro per ragazzi di Gianluca Gemelli: I gatti della Terra sono pigri.

Qualcosa di simile accadeva anche nel libro Guida Galattica per autostoppisti, dove i topi erano più intelligenti degli uomini ma preferivano rimanere nell’ombra, mentre la vicenda si dipanava ai limiti del demenziale.

Tornando al libro sui gatti pigri, la prima cosa che si domanda il lettore è perché nessun umano abbia sospetti sull’intelligenza dei gatti. In fondo è quello che ha sempre dato per scontato tutta la produzione di Walt Disney: da La Carica dei 101 agli Aristogatti, gli animali conducono la loro vita consapevoli di ogni scelta guardandosi bene dal tentar di comunicare con i dominatori del mondo, anche quando questi si rivelano buoni. E la spiegazione è sempre la stessa: gli umani non riescono a parlare l’animalesco, figuriamoci il gattiano!

Lo stile di scrittura scelto dall’autore è quello semplificato e veloce, diretto a un target di adolescenti. Ed è l’unico possibile, perché una storia così strampalata si può raccontare solo con leggerezza e ironia. Eppure in ogni capitolo arriva una sorpresa: Astrogatto che spara raggi laser dalla coda, la flotta spaziale felina che alimenta le proprie astronavi con carburante a base di erbagatta, un universo di gatti in cui gli umani sono praticamente assenti, l’invasione dei Farlok… e poi la clamorosa scoperta di chi sono in realtà i Farlok!

Questo libro si può considerare di fantascienza? Quali sono i limiti in cui deve stare il genere fantascientifico? Bé, la fantascienza terrorizzante descrive gli xenomorfi, quella scritta dal Maestro racconta delle Fondazioni che preserveranno dalla barbarie il sapere dell’Uomo, quella avventurosa ci sbalordisce coi cavalieri spaziali che si affrontano duellando a colpi di spade di luce, quella ironica ci diverte con trovate simpatiche. Ebbene, questo libro ci diverte con trovate simpatiche e visto che i gatti intelligenti esistono solo nella fantasia, parliamo di fantascienza... giusto?

In un episodio dell’ultima stagione di Love, Death & Robots, tanto per ribadire quanto sia fruttifero il filone felino, la Terra è ormai un pianeta ucciso dagli umani responsabili della propria estinzione. I robot indicano quelli che hanno raggiunto Marte per ricominciare e sul suolo marziano vediamo lo scafandro di un astronauta che saluta. Appena alza la visiera a specchio antiluce solare scopriamo che si tratta di un gatto.

La copertina e le illustrazioni interne del libro sono disegnate dall’autore, con uno stile che ben si amalgama con quello della scrittura. E, secondo me, I gatti della Terra sono pigri, sarebbe un’ottima lettura per gli alunni delle scuole medie. Appena sarò ministro dell’istruzione lo proporrò come testo da adottare…

Intanto è possibile iscriversi al blog, inviare lettere e commenti, nell'attesa che I gatti della Terra sono pigri diventi una serie:

igattidellaterrasonopigri.blogspot.com


giovedì 1 settembre 2022

Stelle Binarie



Il 16 agosto è uscita su Amazon, sia in ebook che in cartaceo, questa antologia di racconti di fantascienza scritta a quattro mani col mio amico scrittore Gianluca Gemelli (Teladoiolanarrativa).

Il filo conduttore dei racconti è l’impossibile, come succedeva nei vecchi telefilm della serie Ai confini della realtà. Tuttavia non manca la fantascienza delle astronavi, dei pianeti sconosciuti e degli extraterrestri. Infatti, aggiornando il paragone televisivo, bisognerebbe forse sostituire l’intramontabile serie TV degli anni che furono con la nuova e più fantascientifica Love, Death & Robots.

A chi pensa sia sbagliato paragonare i libri a film e telefilm rispondo che aveva ragione da vendere, negli anni ‘70, ma oggi è cambiato tutto e si scrivono romanzi perfino sui personaggi dei videogiochi. Asimov si metterebbe a piangere!

Stelle Binarie include vicende che spaziano temi distanti tra loro, molte delle quali posizionate proprio per creare contrasto con la precedente o la successiva. Così incontriamo il controverso personaggio di Ashtar Sheran in clima da vera setta ufologica, oppure raggiungiamo un pianeta lontano per scoprire una verità antichissima. C’è la Terra del futuro, devastata da una guerra contro gli alieni che sembra non avere mai fine e i difensori ignorano di essere molto diversi da ciò che credono di essere. Poi un extraterrestre mimetizzato dentro un robot organico, in missione per comprare la nostra musica al mercato di Roma. Un ladro del tempo, che si fa beffe della cronopolizia saccheggiando impunito le varie epoche. Walt Disney si era davvero fatto ibernare e la bufala fu la notizia della sua cremazione diffusa successivamente? Purtroppo per lui quando si risveglierà nel futuro scoprirà un mondo tutt’altro che disneyano. E accettare uno sporco lavoro depredando le risorse di un pianeta senza curarsi della vita degli autoctoni? John Slater ha fatto questo, ma l’amore per una donna lo spingerà a fare il possibile per rimediare.

Queste e altre avventure, brillano come stelle all’interno del libro che abbiamo scritto col massimo entusiasmo possibile. La nostra speranza è che possano divertirvi almeno quanto ha divertito noi scriverle.

Un saluto da una delle due stelle binarie, buona lettura.

 

Il libro in ebook

Il libro di carta, che si può leggere perfino quando le batterie dello smartphone, del tablet o del kindle sono scariche

 

La quarta di copertina:

Che succede quando due stelle s'incontrano nello spazio ed entrano in relazione, iniziando a orbitare l'una attorno all'altra? Succede che si forma un sistema binario, che da grandi distanze appare come un'unica stella molto brillante. La stessa cosa accade quando due autori di fantascienza s'incontrano, anche loro nello spazio, producendo una brillante raccolta di sogni, avventure e incubi, umani e alieni. 

 

Gli autori: 

Gianluca Gemelli, autore di romanzi come Ricky Down ed Erba Alta, che hanno venduto decine di copie, è uno degli scrittori più importanti del suo quartiere. La passione per la letteratura fu evidente in lui fin dall'infanzia: imparò a scrivere, infatti, all’età di sei anni, e contemporaneamente imparò anche a leggere. Ancora oggi, a cinquant'anni, riesce a leggere senza occhiali e anche a scrivere correttamente in itagliano. Riceve quotidianamente numerose lettere da parte di ammiratori e creditori. La frase precedente è vera almeno per metà.

 

Marco Alfaroli è autore di tanta fantascienza che di solito sogna la notte, tutte le volte che mangia il cinghiale. Affascinato dalla famosa serie TV “Ai confini della realtà” sarebbe capace di inserire qualcosa di impossibile perfino nel reboot di “Piccole donne”.

Preferisce il cinema ai libri, ma non ha i soldi per produrre un film… infatti usa termini cinematografici qui, dove è sicuro che saranno fuoriposto.

È affetto da una pigrizia cronica, per questo inizia spesso romanzi che poi trasforma in racconti. 

 

Qui sotto il video gigione:


 

 


 

 

 


mercoledì 24 agosto 2022

Un gioco per l'estate

Di seguito regole, pezzi, dado e tabellone di gioco per tornare ai tempi che furono, quando i videogames erano solo con il Commodore 64 e i giochi da tavolo erano il divertimento maggiore.

Battaglia Sottomarina 

 





 





 

Disposizione pedine

 


 


lunedì 1 agosto 2022

Jurassic World - Dominion

 

L’ultimo Jurassic World supera ogni limite di spettacolarità abbattendo il muro della logica. Gli obiettivi del film sono principalmente il divertimento in sala e sbancare il botteghino, entrambi felicemente raggiunti.

Però che nostalgia il ricordo del primo Jurassic Park di Steven Spielberg! Ci fu l’attesa snervante di vedere i dinosauri e quando arrivarono, dopo la prima mezzora abbondante di pellicola, fummo travolti dalla meraviglia. Poi, col sabotaggio involontario del furfante di turno morto nel tentativo di trafugare le matrici DNA degli animali, si scatenò la tensione: dilagarono i velociraptor e il T-Rex, i protagonisti iniziarono la fuga disperata per non essere divorati e noi sprofondammo nella poltrona del cinema pieni d’angoscia.

In questo film dalla trama frammentatissima, invece, si resta storditi e l’attenzione cala spesso (nei film di Spielberg non succedeva mai). Ci sono qua e là delle vere e proprie citazioni, nel senso di situazioni simili (anche troppo) a quelle che furono proprio del capostipite della Saga e si sorvola con leggerezza un problema importantissimo: l’ecosistema del pianeta Terra.

In Jurassic World – Il dominio i dinosauri si sono ormai diffusi ovunque nel mondo e il mantra ripetuto per tutto il film è “coesistere”. Ma come sarebbe possibile coesistere con creature del genere?

In un vecchio Urania di cui non ricordo il titolo, alcuni extraterrestri giungono sulla Terra all’epoca dei dinosauri. Loro sono una specie erbivora che si è evoluta solo perché una variante ha sviluppato sangue velenoso causando l’estinzione dei carnivori. Il pianeta degli alieni si chiama Minerva, orbita tra Marte e Giove e esplode generando la fascia di asteroidi, ma il ricordo del pianeta Terra tra i sopravvissuti è orrore puro, proprio per via dei terribili predatori preistorici che lo abitavano!

Eppure in quest’ultimo Jurassic World vediamo la bambina dar da mangiare a piccoli dinosauri come fossero piccioni, vediamo i parasaurolophus galoppare insieme ai cavalli, diplodochi incantati dalle torce degli operai di un cantiere, velociraptor che scorrazzano nei boschi accanto alle case con la gente che beve birra in veranda, il mosasauro che nuota accanto alle balene.

Il problema di una coesistenza con i dinosauri non sarebbe solo il pericolo immane rappresentato dalla ferocia dei carnivori, l’ecosistema andrebbe in crisi anche per via degli erbivori. Animali giganteschi che si nutrono di enormi quantità giornaliere di vegetazione distruggerebbero quel che resta della nostra flora, già stoltamente disboscata dall’uomo nel corso di secoli di industrializzazione (da non dimenticare che nella preistoria la Terra era un’immensa foresta tropicale). Gli erbivori del nostro tempo, più piccoli di quelli preistorici, soccomberebbero di sicuro e la stessa sorte toccherebbe ai nostri carnivori, feroci ma di dimensioni ridotte rispetto ai loro nuovi concorrenti. Sarebbe una catastrofe!

I protagonisti dei primi tre Jurassic Park (Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcom) ritornano in Jurassic World ma sembrano appiccicati a forza e cozzano con i protagonisti veri (Owen Grady e Claire Dearing), ma forse questo è voluto per veicolare il prodotto al pubblico più giovane che ha visto al cinema solo gli ultimi film.

In definitiva Jurassic World – Il dominio è un film piacevole e divertente, ma rischia di somigliare all’episodio di una serie TV e avrebbe invece potuto affrontare temi fantascientifici più intriganti: come per esempio terraformare un pianeta del sistema solare per popolarlo di dinosauri. Idea folle? Certo, eppure non credo sia tanto più folle del come si è sviluppato il film.