La guerra tra il cinema e i libri fu persa dai libri molti anni fa, ma l’errore che facciamo spesso è quello di generalizzare indicando il libro come qualcosa di sempre nobile e il cinema come qualcosa di sempre commerciale. Bisognerebbe precisare che entrambi sono mezzi per comunicare il pensiero e l’immaginario e per un semplice meccanismo solo il cinema si è sviluppato all’inverosimile in centoventisette anni diventando il padrone dell’intrattenimento odierno.
Per capire bisogna tornare agli inizi e al cinema muto: gli spettatori erano pochi e dovevano per forza essere istruiti, o non avrebbero potuto leggere gli intermezzi con i dialoghi virgolettati dei personaggi del film durante la proiezione. Per questo motivo i primi film non furono assolutamente commerciali e infatti il maestro del cinema Fritz Lang portò quasi al fallimento la casa di produzione col suo Metropolis.
Anche i libri erano rivolti ovviamente a un pubblico istruito e per molto tempo c’era stata la maggioranza analfabeta della popolazione mondiale completamente ignara delle storie raccontate sui libri: i romanzi di Jules Verne e di H. G. Wells potevano essere apprezzati solo da una selezionata categoria di persone, mentre i rozzi bruti che lavoravano dalla mattina alla sera nelle campagne o in fabbrica ne erano esclusi. E poi, anche nel caso sapessero leggere, avrebbero avuto ben poco tempo per farlo.
Comunque le riviste come Amazing Stories e i fumetti furono il principale veicolo di diffusione della fantascienza tra il pubblico di bassa cultura e l’interesse commerciale per il settore crebbe. Il cinema, con l’avvento del sonoro e con l’arrivo del colore, aumentò enormemente il numero di spettatori ma dovette fare i conti con gli effetti speciali limitati di quei tempi. I libri, invece, avevano un punto di forza incredibile: le parole permettevano al lettore di immaginare cose che nessun effetto speciale del momento avrebbe potuto mostrare. Quindi la guerra libri-cinema vide la carta indubbiamente in vantaggio sulla pellicola!
Distinguendo tra libri e film di cultura da una parte e libri e film commerciali dall’altra e schierando senza dubbi la fantascienza da quest’ultima parte si arriva agli anni ‘70: il cinema di fantascienza prese il volo grazie agli incredibili modellini delle astronavi e ai make-up che rendevano gli extraterrestri estremamente verosimili. Oggi, con l’avvento del CGI, i libri hanno definitivamente perso la guerra e nonostante ci siano ottimi scrittori che pubblicano ottimi romanzi, l’immaginario delle persone è saldamente in mano agli animatori. Non è un caso che l’idea per un film nasca sempre meno dalla trasposizione di un romanzo e più spesso pescando da fumetti e videogiochi. Anche qui è un errore parlare di libri come nobile arte e invece dei fumetti e videogiochi come prodotti spazzatura, visto che in entrambi i casi sono saltate fuori cose simpatiche: per i fumetti i Supereroi e per i videogiochi Crimson Skies, Resistance: Fall of Man e Bioshock.
Il futuro è ignoto e i sistemi d’intrattenimento si evolvono velocemente. Queste poche righe che ho scritto, per esempio, saranno lette da qualcuno solo se condivise su Facebook o Twitter, mentre nel 2000 le persone sfogliavano i blog alla ricerca di notizie sulle loro passioni.
Oggi un romanzo vende milioni di copie se c’è una forte campagna pubblicitaria e una solida casa editrice che sfrutta la Grande Distribuzione. In passato la fantascienza te la compravi in edicola, con i mitici Urania… Oggi te la vedi in TV, con Prime, Netflix e Disney. Chissà domani come ci meraviglieremo e chissà se saremo ancora bambini?
Una volta comunque c'era meno diffusione scientifica e si potevano fare delle sparate terribili senza che il pubblico si rendesse conto. Oggi a dire il vero a volte i produttori se ne fregano come ai tempi andati, ma c'è chi se ne accorge...
RispondiEliminaUna volta avevano il vantaggio che tante idee non erano ancora state scritte. Oggi hanno effetti speciali perfetti e fanno i reboot perché mancano le idee: sta arrivando il reboot di Alien.
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