mercoledì 1 gennaio 2025

2025: le previsioni a breve termine sono rischiose

 


Nel 1980 la SHADO non ha combattuto gli UFO, nel 1997 Skynet non ha dichiarato guerra agli umani e nello stesso anno Jena Plissken non è andato a salvare il Presidente precipitato a Manhattan divenuta carcere di massima sicurezza. Nel 1999 la Luna non è uscita dalla sua orbita, nel 2001 non si è scoperto nessun monolite lunare o gioviano, nel 2002 la Terra non è diventata una mega città esiliando piante e animali in cupole orbitali. Nel 2019 nessuno è andato a caccia di replicanti e nel 2022 la Terra non ha esaurito le risorse costringendo la popolazione a nutrirsi di soylent verde ufficialmente prodotto dal plancton, ma in realtà ottenuto dalla lavorazione dei cadaveri.

Tutto ciò che scrittori e sceneggiatori avevano immaginato è stato disatteso. Quello che per loro era il prossimo futuro per noi è già passato e li ha regolarmente sbugiardati.

Ovviamente nessuno di loro ha mai preteso di essere l’oracolo, hanno semplicemente fatto intrattenimento. Eppure, nonostante il 2025 ci dia l’impressione di molta meno fantascienza di quella sognata negli anni ‘70/’80, bisogna ammettere che siamo immersi in un futuro inimmaginabile in quegli anni.

Oggi l’Intelligenza Artificiale genera illustrazioni dettagliatissime, canzoni orecchiabili e addirittura racconti. Oggi si può affittare un appartamento per le vacanze pagando con un bonifico direttamente dal proprio smartphone e poi accedere all’appartamento con un codice ricevuto via email, senza andare a prendere le chiavi a casa del proprietario.

Gli smartphone sono molto più di semplici telefoni: sono computer, TV, navigatori GPS, consolle videogame, permettono di leggere libri e riviste online. Contengono App di emergenza capaci di attivare i soccorsi in caso di infortunio e indicare al nostra posizione ai soccorritori.

Il futuro si è rivelato diverso da quello che avevamo immaginato. I ragazzi del 2000 lo vedono solo come il presente e non si stupiscono, ma i vecchietti come me, che erano bambini nei lontani anni ‘70, si stupiscono del fatto di non essersi stupiti durante il lento cambiamento delle cose. E questo forse proprio perché col tempo sono cambiati anche loro!


domenica 1 dicembre 2024

Ufologia e fantascienza

 

L’ufologia vista come fantascienza e quindi fantasia, è sicuramente divertente. Basta non farsi prendere troppo la mano e non finire per crederci, altrimenti diventa peggio di una religione e la ragione ci abbandona.

Gli UFO sono oggetti volanti non identificati avvistati ufficialmente (nel senso che per la prima volta furono descritti come dischi volanti) il 24 giugno 1947 dal pilota commerciale Kenneth Arnold.

La classificazione degli avvistamenti fu stabilita dall’astrofisico e ricercatore ufologico J. Allen Hynek nel 1972. Inizialmente divisa in tre tipi, fu poi ampliata a sette.

Incontri ravvicinati del Primo Tipo: sono l’avvistamento di uno o più oggetti volanti non identificati.

Incontri ravvicinati del Secondo Tipo: sono i fenomeni fisici provenienti dall’UFO. Per esempio i cerchi nel grano, oppure interferenze con motori o ricezioni radio televisive.

Incontri ravvicinati del Terzo Tipo: contatto diretto con gli extraterrestri.

Incontri ravvicinati del Quarto Tipo: un essere umano viene rapito dagli extraterrestri.

Incontri ravvicinati del Quinto Tipo: incontri bilaterali di cooperazione tra umani e intelligenze extraterrestri.

Incontri ravvicinati del Sesto Tipo: contatti tra umani e alieni che causano effetti fisiologici gravi, come trasmissione di malattie.

Incontri ravvicinati del Settimo Tipo: ibridazione tra umani e alieni.

Le principali specie aliene tra tutte quelle descritte negli avvistamenti sono tre e il loro aspetto indica quanta poca fantasia abbiano avuto i testimoni, sia che fossero in malafede o in buonafede.


Pleiadiani o alieni Nordici

Sono praticamente identici agli umani, ma sono tutti biondi con gli occhi celesti. Per questo si mimetizzano tra le popolazioni nordeuropee. Il loro mondo d’origine è l’ammasso delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Tuttavia hanno una base orbitante intorno a Venere, per cui talvolta sono chiamati venusiani.

Diciamo che gli ufologi si sono sbizzarriti a tal punto da sconfinare quasi nelle leggende, mancano gli Elfi e i Folletti e la fiaba è pronta.

Ashtar Sheran, l’extraterrestre pleiadiano considerato sia l’Arcangelo Michele che Gesù Cristo, oltre a Comandante della Flotta Spaziale Intergalattica, viene descritto come originario del pianeta Metharia del sistema solare di Alpha Centauri. Il suo culto ha dato origine a una pericolosa setta ufologica e qui è il momento in cui si passa dal divertente al farsi prendere troppo la mano.

Grigi o Reticuliani

I Grigi sono originari del sistema stellare Zeta Reticuli. Sono ometti bassi, glabri, dalla pelle grigia, con grandi teste e occhi a mandorla ricoperti da una membrana nera. Hanno braccia lunghe e quattro dita. I Grigi sono diventati lo stereotipo dell’extraterrestre nella cultura popolare e fruttati in molti film.

Rettiliani, Rettiloidi, Sauriani o Draconici

Alieni originari del sistema stellare Alpha Draconis. Capaci di cambiare forma per mimetizzarsi tra gli umani e in possesso di poteri mentali. Muovono i fili di una cospirazione contro l’umanità operando da basi sotterranee nascoste sulla Terra e anche sulla Luna. In pratica cattivissimi!

Gli ufologi non hanno bisogno di essere presi sul serio, visto che c’è gente che crede ai Rettiliani, ai Nordici e alla setta di Ashtar Sheran, agli ometti col testone che arrivano col disco volante per rapire gli esseri umani.

Gli ufologi credono in ciò che hanno inventato e con chi crede non si può discutere. D’altra parte anche le religioni sono state inventate e visto che la mente umana è capace di una fantasia sfrenata, per la religione come per l’ufologia vale la stessa regola: è sicuramente divertente, basta non farsi prendere troppo la mano.

 

martedì 12 novembre 2024

Diafanoidi o Ultracorpi?

 

I Diafanoidi vengono da Marte fa parte di una quadrilogia diretta e prodotta da Antonio Margheriti tra il 1965 e il 1967: gli altri tre film sono I criminali della galassia, Il pianeta errante e La morte viene dal pianeta Aytin.

Girarono tutti e quattro i film in sole dodici settimane sfruttando le stesse scenografie e la maggior parte del cast. L’obiettivo era il mercato statunitense e bisogna ammettere che nonostante siano stati realizzati a basso costo, non hanno granché da invidiare ai B-movie americani dell’epoca. Certo, col 1968 arrivò 2001: Odissea nello spazio e spazzò via quel tipo di fantascienza antiquata dai cinema, ma questa è un’altra storia.

La quadrilogia è disponibile su YouTube e io ho visto I Diafanoidi vengono da Marte ieri sera, con cinquantotto anni di ritardo. Bé, meglio tardi che mai.

Dei quattro è quello che racconta una minaccia extraterrestre piuttosto simile a L’invasione degli Ultracorpi (1956) tratto dal romanzo Gli invasati di Jack Finney del 1954. Che poi era simile a Il terrore dalla Sesta Luna (1994) tratto dal romanzo di Robert A. Heinlein del 1951 e a The father thing (2018) telefilm tratto dall’omonimo racconto di Philip K. Dick del 1954.

La mia curiosità per chi fossero i Diafanoidi è rimasta delusa nello scoprire che si tratta solo di un’idea rubata ai grandi scrittori statunitensi per realizzare un film da vendere proprio agli statunitensi. Tra l’altro i Diafanoidi hanno una forma piuttosto banale: sono luci verdi che si avvicinano minacciose, attaccano diffondendo un fumo verdastro, paralizzano le vittime e poi si impadroniscono del loro corpo. La trama del film presenta alcune lacune logiche, per esempio le pistole a fiamma che sparano attraverso le pareti della stazione spaziale. Oppure quando i protagonisti rompono il vetro della base su Marte e camminano trattenendo il fiato per raggiungere l’astronave di salvataggio. Però bisogna ricordarsi dell’epoca in cui è stato realizzato e soprattutto di quanti errori simili commettevano anche gli americani nei loro B-movie.

C’è un film semiserio su Netflix che riprende il tema degli Ultracorpi e lo sviluppa in modo simile ai Diafanoidi. Il film è norvegese del 2022 e si intitola Blasted – In due contro gli alieni.

Due amici d’infanzia, campioni europei di laser tag si ritrovano a Hessdalen, una località famosa per gli avvistamenti alieni e perfetta per giocare a paintball. Peccato che la zona sia infestata dagli extraterrestri impegnati ad attuare la loro invasione. Naturalmente si tratta di una commedia con atmosfere in stile Resident Alien, però c’è il punto in cui i terrestri rapiti sono nella caverna e stanno essere convertiti in alieni che somiglia in modo impressionante a quando i Diafanoidi convertono i terrestri nelle miniere di Marte.

Chissà, forse lo sceneggiatore norvegese ha visto il film di Margheriti!

domenica 10 novembre 2024

Mutant Chronicles

 

Mutant Chronicles è un film del 2008 che costò venticinque milioni di dollari e ne incassò soltanto due. Infatti da noi non fu distribuito fino al 2010 e comunque finì, senza passare dal cinema, direttamente in DVD.

Era tratto da un gioco di miniature degli anni ‘90 della svedese Target Games che, come il più famoso concorrente Warhammer 40000 dell’inglese Games Workshop, aveva anche dei romanzi collegati. Io avevo apprezzato il gioco soprattutto per le fantastiche illustrazioni di Paolo Parente, tuttavia per le miniature preferivo di gran lunga Warhammer 40000.

Nel film ci si rende poco conto della complessità dell’ambientazione, infatti dopo una breve battaglia tra le tante della Prima Guerra Corporativa si passa subito alla Fratellanza che sceglie i Doomtrooper che dovranno fermare l’Oscura Legione. Questa sembra formata solo da zombi, mentre nel gioco era comandata dai Cinque Apostoli e composta da Necromutanti, Non-Morti e umani eretici.

La semplificazione, probabilmente per restare nei centoundici minuti della pellicola fu di sicuro uno dei fattori del flop. Inoltre i brevi accenni allo steampunk e al dieselpunk, vanno sprecati e non hanno seguito. Forse una serie di film avrebbe reso meglio l’intera opera, ma dopo il tremendo tonfo al botteghino… qualsiasi sogno di grandezza fu spazzato via dal pubblico.

Di seguito una breve descrizione delle corporazioni, che nel film furono visivamente appiattite, mentre nelle illustrazioni del gioco e nelle miniature vennero molto caratterizzate.

Le cinque megacorporazioni che dominano la Terra del ventitreesimo secolo sono:

Capitol: vagamente a stelle e strisce, è la più grande e si ispira a valori democratici. Ha una forte presenza su Marte.

Bauhaus: molto più teutonica, si basa sulla discendenza. Ha una forte presenza su Venere.

Mishima: discende dai nobili casati giapponesi, la sua filosofia è “morte piuttosto che disonore”. Ha una forte presenza su Mercurio.

Imperiale: Decisamente british, è la più piccola ma considerata da tutti “la fazione dannata”. Ha presenze in tutto il sistema solare e una struttura basata su clan.

Cybertronic: è la megacorporazione più giovane, basata sulla tecnologia, le macchine pensanti e la bioingegneria. Ci sono forti sospetti che si tratti di un camuffamento dell’Oscura Legione per infiltrarsi nella società umana.

Ricordo di aver visto il film in inglese coi sottotitoli, proprio perché in Italia non l’avevano distribuito. E tutto sommato mi piacque abbastanza.

sabato 9 novembre 2024

I primi Star Wars televisivi

 


I primi due spin-off di Star Wars furono a basso costo, realizzati per la televisione statunitense e indirizzati ai bambini. Lucas aveva tenuto nel cassetto il libro La Gemma di Kaiburr commissionato a Alan Dean Foster, da usare per un film a basso costo nel caso che Guerre Stellari fosse andato male al botteghino. Poi la trilogia divenne un mito e del libro di Foster, con Luke e Leila innamorati e decisamente non fratello e sorella, gli Yuzzem tremendamente simili agli Wookiee e Darth Vader che finisce nel pozzo, ce ne siamo dimenticati. Però nel 1984 e nel 1985, dopo aver già realizzato l’orripilante The Star Wars Holiday Special per la TV, Lucas produsse i due film televisivi: The Ewok Adventure e Ewoks: The Battle for Endor.

In Europa i furbissimi distributori li proiettarono al cinema e in Italia fu cambiato il titolo al secondo, per cui divennero L’avventura degli Ewoks e Il Ritorno degli Ewoks.

I due film, comunque, sono decisamente brutti.

A giudicare dai poster (tantissimi) e dai molti titoli diversi, sembrerebbe che altri paesi abbiano fatto come l’Italia. In ogni caso il poster di Drew Struzan titolato Caravan of Courage e quello di Renato Casaro titolato The Battle for Endor sono (secondo me) i migliori.


giovedì 7 novembre 2024

Masters of the universe

 


Nel 1976 Mattel rifiutò la proposta di lanciare una serie di action figure dell’allora sconosciuto Star Wars di George Lucas. Dopo il successo del film, nel 1977, con i giocattoli andati a ruba, Mattel si mangiò le mani a morsi!

Si ripresentò l’occasione, nel 1980, quando fu proposta una linea di giocattoli basata sul film di prossima uscita Conan il Barbaro. Mattel declinò ancora, per via dell’alto tasso di violenza e le scene di nudo che permeavano l’opera. Però questa volta pensò bene di copiare l’idea di Robert Ervin Howard limandola il più possibile per veicolarla senza problemi ai bambini. Così nacque il barbaro biondo muscoloso He-Man, la versione culturista, plastificata e parecchio annacquata dell’antieroe cimmero.

Masters of the Universe (He-Man e i buoni contro Skeletor e i cattivi) divenne una fortunata serie di giocattoli e il mezzo scelto per accompagnarli furono ovviamente i cartoni animati. Eppure, dieci anni dopo l’uscita di Guerre Stellari, fu deciso di trarne un film che da noi arrivò col titolo tradotto (forse fu una delle ultime volte che successe): I dominatori dell’Universo.

Il film differisce molto dai cartoni animati e per certi versi strizza l’occhio, guarda caso, proprio a Guerre Stellari. In pratica da Fantasy diventa Science Fantasy, mischiando ancora di più la tecnologia e la magia di quanto non succedesse nei cartoni. In Italia si optò per scrivere il titolo sul poster col medesimo effetto e lo stesso colore giallo usati per Guerre Stellari.

Il colpo d’occhio cade subito sugli Skeletor Trooper, guerrieri soldato a metà strada tra un armigero medievale e un tedesco della Wehrmacht. Inseriti nel film per imitare gli Stormtrooper dell’Impero Galattico di Guerre Stellari, come del resto avevano già fatto anche i creatori di V-Visitor nel 1983, proponendo i rettiloidi Shock Trooper.

La caratteristica che accomuna questi tre tipi di soldati appartenenti a saghe così diverse è che tutti sparano tantissimo ma non riescono quasi mai a colpire qualcuno.

He-Man, interpretato dall’ex Ivan Drago Dolph Lundgren, indossa un mantello e un’armatura molto dissimili dai pochi indumenti del personaggio giocattolo. Inoltre arriva dalle arti marziali, quindi non ha certo il fisico da culturista. Tutto questo serve per allontanare il paragone con Conan il barbaro della Marvel, pericolosamente imitato nei fumetti Masters targati DC Comics.

Il film ha una prima parte ambientata a Eternia, con le forze del malefico Skeletor che attaccano il Castello di Grayskull. Qui He-Man, Teela e Man-At-Arms salvano Gwildor e la sua chiave cosmica, ambita da Skeletor per conquistare gli altri universi. Fuggono nel nostro universo, sulla Terra, e perdono la chiave.

Skeletor invia i quattro mercenari Karg, Saurod, Blade e Beast Man a caccia dei fuggitivi e l’ambientazione viene astutamente spostata negli States, con notevole risparmio di effetti speciali e col coinvolgimento dei teenagers che fa tanto Ritorno al Futuro fuso con Terminator, soprattutto appena ritrovano la chiave e sono inseguiti dai cattivi e difesi dai buoni.

I dominatori dell’universo non è certo un capolavoro, ma considerando a cosa si è ispirato, bisogna ammettere che è venuto anche troppo bene.

 

lunedì 4 novembre 2024

Duello nello spazio

 


Il mio nemico è un film del 1985, diretto da Wolfgang Petersen e liberamente tratto dal romanzo breve di Barry B. Longyear, che vinse il Premio Nebula e il Premio Hugo nel 1980.

Ricordo che al cinema mi colpì molto la schermaglia tra i caccia a inizio film, anche perché dal 1983 ero in crisi di astinenza da Star Wars e bramavo avidamente una nuova battaglia spaziale. I caccia terrestri non mi entusiasmarono granché ma i caccia Drac erano fantastici, avevano una linea aliena formidabile e stranamente oggi si fa fatica perfino a trovare delle buone foto che li riproducano fedelmente.

La storia, comunque, prende forma appena il pilota Davidge (Dennis Quaid) riesce ad abbattere l’ultimo caccia Drac, ma precipita per aver urtato il relitto. Il naufragio sul pianeta Fyrine IV causa la morte del suo copilota e Davidge, assetato di vendetta, inizia la caccia all’alieno che è riuscito a eiettarsi con la capsula di salvataggio atterrando ad alcuni chilometri di distanza.

Lo scontro tra il terrestre Davidge e il Drac Jeriba (Louis Gossett jr.) è inizialmente spietato e riflette tutto l’odio che hanno le due specie in guerra tra loro. Poi, trovandosi in balia di un pianeta ostile e sconosciuto, i due sono costretti a cooperare e diventano amici.

Questa prima parte del film, nonostante il romanzo di Longyear sia pluripremiato e magari lo scrittore non si sia fatto influenzare da altre fonti, fa venire subito in mente un bellissimo film di guerra del 1968: Duello nel Pacifico, di John Boorman. In quel film, un pilota statunitense (Lee Marvin) precipita su un’isola abbattuto da un capitano della marina imperiale giapponese (Toshirō Mifune). E subito inizia una tremenda battaglia all’ultimo sangue tra i due, proprio perché appartengono a due popoli diversi che si odiano per via della guerra in corso.

Anche in questo caso, dopo aver tentato più volte di uccidersi a vicenda, saranno costretti a cooperare per sopravvivere e diventeranno quasi amici. Furono previsti tre finali diversi per il film e forse quello definitivo non è il migliore.

Il fatto che nel romanzo breve il pilota di caccia umano precipita su un’isola durante una battaglia e incontra il nemico rettiliano che l’ha abbattuto fa pensare che probabilmente Longyear abbia visto il film di Boorman e gli sia piaciuto parecchio, ma questo è solo un mio lieve sospetto.

La seconda parte del film di Petersen prende una strada inaspettata: i Drac si riproducono per partenogenesi e Jeriba riesce a partorire un figlio prima di morire. Davidge cresce il piccolo Drac, che lo chiama zio, e cambia radicalmente la sua opinione sulla specie aliena che l’umanità sta combattendo.

Quando torneranno i suoi commilitoni a recuperarlo difenderà con le unghie e con i denti il suo “nipote acquisito”, lo salverà dai trafficanti di schiavi e nel finale il Drac, diventato adulto, inserirà Davidge nella ”lista degli antenati” stabilendo così qualcosa di simile a un legame di sangue.