martedì 13 dicembre 2022

VigiliinArte 2022

 






Dal 14 dicembre quattro delle trentasette illustrazioni che avevo inviato al concorso VigiliinArte saranno esposte all’ISA di Roma. Per me è una grande soddisfazione a cui si aggiunge un bonus: il mio libro Cosminium: Storie dell’altro mondo sarà consultabile negli spazi espositivi.


 

 

Un po' di autocelebrazione nell’era di “i blog non se li fila più nessuno” con una spruzzatina di “gli scrittori sfigati che non hanno ancora capito di esserlo”… Bè, direi che più danni di quelli in corso non dovrebbe arrecarne, giusto?

Non ho la più pallida idea di come sia organizzata la mostra e vi ho partecipato quasi per gioco, gli autori sono moltissimi e non pensavo di risultare tra i selezionati. Spero di riuscire a farci una capatina, da qui alla fine dell’anno… ma non è detto.

Sinceramente ho sempre meno voglia di scrivere e disegnare, gli anni passano e ti cambiano per sempre. Eppure tutto quello che ho scritto mi resta nel cuore e vorrei trasmetterlo ai miei figli.

Buon 2023!

martedì 1 novembre 2022

Biblioteca di Cascina Peppino Impastato

 

I libri che ho regalato alla biblioteca di Cascina sono stati addirittura letti e messi in catalogo! Può sembrare una cosa ovvia ma non avrei mai giurato che succedesse davvero. Forse è perché le biblioteche sono senza scopo di lucro, anzi è di sicuro per questo! Sicché capita spesso, in biblioteca, che gli addetti ai lavori azzardino la lettura dei testi in entrata magari anche solo per pura curiosità.

Nelle librerie invece è tutta un’altra tristissima storia. Il libraio è un commerciante, vende libri ma potrebbe vendere pomodori, scarpe, bambole gonfiabili. Per lui contano solo i giganti dell’editoria che sfornano Best seller o ristampano classici. Contano perché gli fanno guadagnare i soldi! Invece gli autori esordienti che si autoproducono o pubblicano con piccole case editrici, per lui scrivono solo roba da bruciare nel camino.

Eppure c’è molta cultura nella giungla di pubblicazioni di chi arranca inutilmente per farsi conoscere. C'è ma andrà persa. Ci sono racconti belli e originali che le persone non leggeranno mai proprio perché ne ignorano l’esistenza.

Come diceva Roy Batty in Blade Runner: “...quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.”

Infatti è proprio questo che mi spaventa. Quando iniziai non avevo nessuna intenzione di diventare Ken Follet, volevo solo scrivere qualcosa di divertente e di fantascienza. Alla fine ho scritto per dieci anni e non so se continuerò, ma l’oblio è in agguato sia su Google che su Amazon. Per questo sono convinto che la biblioteca sia rimasta l’unica isola in grado di salvarmi.

Grazie, Biblioteca Peppino Impastato.

Il mio sfogo sui librai è un fatto personale. Probabilmente ne esistono di generosi, che appena vedono entrare un tizio impacciato col libro in mano e questo chiede loro di poterli mettere in contatto col suo editore rispondono: «Certo! Lascia libro e numero, scrittore… e in bocca al lupo!».

Invece ricordo benissimo «Abbia pazienza, stiamo lavorando» oppure «Vede, lei potrebbe aver scritto un capolavoro o una schifezza. Ma la gente non lo saprà mai, perché nessuno comprerà il suo libro». E ricordo uno di quei librai disprezzatore di aspiranti scrittori che ospitava e pubblicizzava il corso di scrittura dell’ennesima casa editrice truffaldina a pagamento.

Cambiando discorso, ho ricevuto una buona notizia dal mio ambiente di lavoro: i vigili del fuoco. Partecipando al concorso “Vigilinarte” con alcune illustrazioni, mi hanno contattato per selezionarne una da inserire nel loro catalogo. Quando ho spiegato loro che sono tutte copertine di libri mi hanno invitato a inviare anch’io un libro, visto che altri colleghi l’hanno già fatto.

Ebbene, il racconto ucronico con i Romani in guerra contro Sioux, Apache e Seminole è in viaggio per Roma.

 

 


 

domenica 30 ottobre 2022

Nope

 

 

Attenzione: contiene spoiler

 

Ho letto un paio di recensioni del film e ho capito che, non potendo svelare la trama semplice e chiara, hanno fatto come le seppie quando spruzzano il nero sott’acqua. Sicché hanno scritto: “Nope ragiona in maniera lucidissima sui Social Media” o “in realtà parla di Covid e circo mediatico” (ma quando mai?).

Il film ha un inizio lento e si comporta come ogni buon fantahorror, rilassando lo spettatore per spaventarlo al momento giusto dopo l’ennesimo falso allarme. I piccoli oggetti metallici che piovono dal cielo ferendo mortalmente il padre del protagonista sono solo l’inizio delle stranezze che si verificano nel ranch con l’allevamento di cavalli per Hollywood.

Cali di tensione elettrica degni di Incontri ravvicinati del terzo tipo e avvistamenti fugaci tra le nuvole portano alla convinzione che si tratti di un altro film sugli UFO. E uno pensa subito: “Non bastava Bagliori nel buio?”

Il protagonista e sua sorella non se la passano bene dopo la morte del padre, quindi decidono di aggrapparsi alla pista ufologica sperando di riprendere quello che credono un disco volante e farci un mucchio di soldi.

Il parco a tema western gestito da un ex bambino attore scampato per miracolo al massacro del cast da parte di uno scimpanzé impazzito, sembra qualcosa di parallelo al film e di inutile. Invece prepara il terreno per il dopo.

L’unico punto debole della vicenda è proprio il tentativo di riprendere un UFO nel 2022: nessuno crederebbe mai alla ripresa di un vero disco volante, perché con i moderni effetti in computer-generated imagery è possibile inventare qualsiasi cosa. Per cui l’impresa sarebbe tempo sprecato e d’altra parte, quando arriveranno per davvero gli extraterrestri, probabilmente li vedremo in TV al telegiornale come succedeva in Independence Day e V-Visitors.

Man mano che procede la pellicola vediamo un disco argenteo con un buco sotto lo scafo, con cui aspira i terrestri. Proprio come raccontato nei più classici avvistamenti UFO, solo che il regista ci ha portati completamente fuori strada. A proposito: aspira tutti i frequentatori del parco western compreso il proprietario.

La sorpresa è che non si tratta di un disco volante pieno di extraterrestri, ma di un animale che vive tra le nuvole e scende per aspirare e divorare le sue vittime. Un mostro, insomma.

Nel vecchio romanzo di Murray Leinster Questo è un Gizmo, succedeva qualcosa del genere. Solo che invece di una bestia ce n’erano migliaia, erano molto più piccole e invisibili. Soffocavano le loro vittime per nutrirsi dei miasmi della decomposizione.

Dopo la rivelazione il film prende senza dubbio la strada dello Squalo e qui perde qualche punto. Comunque Nope riesce nell’impresa di rendere originale un film sugli UFO togliendo gli UFO.

sabato 29 ottobre 2022

Supereroe per caso

 


Supereroe per caso è una parodia francese sui supereroi ricca di citazioni e situazioni comiche estremamente divertenti. Come nelle parodie statunitensi Kick-Ass, Super e Mistery Men, il protagonista non ha nessun potere e si ritrova a combattere… anzi, a pasticciare contro il crimine, inguainato in un costume che in realtà non offre alcuna protezione.

Ingaggiato (come seconda scelta) per interpretare Badman, cioè la copia spudorata di Batman (ma senza mantello) completa di badmobile e il Clown come villain, sbatte violentemente la testa perdendo la memoria. Al suo risveglio, ritrovandosi vestito da Badman con le informazioni olografiche sul rapimento di sua moglie e di suo figlio, si convince davvero di essere un supereroe e parte spedito al salvataggio.

I colpi di scena esilaranti spiazzano lo spettatore e a volte risultano al livello del cartone animato. Eppure il film non è mai scontato e le citazioni vengono riconosciute solo da chi ha visto tutti i film dei supereroi.

I personaggi che circondano il protagonista Cédric Dugimont sono ben studiati: la sorella Eléonore è una Ramba tremendissima che compensa il carattere pacifico del fratello malsopportato dal padre commissario di polizia. Seb con le sue allucinazioni e Adam, il boyfriend della madre di Seb, potenziano la comicità della pellicola. Alain Belmont, l’attore gigione che interpreta il Clown, è forse la caricatura di Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. E infine c’è il vero cattivo: Schizophréne, un delinquente incallito e sanguinario a cui vanno tutte storte (per fortuna).

 


 

Philippe Lacheau, che oltre a interpretare Badman è anche il regista del film, sarebbe perfetto per la trasposizione cinematografica di Loane Sloane, di Philippe Druillet. Dal momento che hanno girato Valerian e la città dei mille pianeti (2017) e Barbarella (1968), i francesi non dovrebbero lasciarsi scappare l’occasione. Chissà che magari non sia proprio Lacheau a decidere un colpo di scena del genere! Sarebbe fantastico.

sabato 1 ottobre 2022

I gatti della Terra sono pigri

 

 

Il libro su Amazon

 

E se i gatti fossero una specie intelligente, con un quoziente intellettivo pari a quello degli umani, ma fossero allo stesso tempo talmente pigri da aver lasciato lo scettro di specie dominante ai loro ignari concorrenti? Questa è l’idea di partenza del divertente libro per ragazzi di Gianluca Gemelli: I gatti della Terra sono pigri.

Qualcosa di simile accadeva anche nel libro Guida Galattica per autostoppisti, dove i topi erano più intelligenti degli uomini ma preferivano rimanere nell’ombra, mentre la vicenda si dipanava ai limiti del demenziale.

Tornando al libro sui gatti pigri, la prima cosa che si domanda il lettore è perché nessun umano abbia sospetti sull’intelligenza dei gatti. In fondo è quello che ha sempre dato per scontato tutta la produzione di Walt Disney: da La Carica dei 101 agli Aristogatti, gli animali conducono la loro vita consapevoli di ogni scelta guardandosi bene dal tentar di comunicare con i dominatori del mondo, anche quando questi si rivelano buoni. E la spiegazione è sempre la stessa: gli umani non riescono a parlare l’animalesco, figuriamoci il gattiano!

Lo stile di scrittura scelto dall’autore è quello semplificato e veloce, diretto a un target di adolescenti. Ed è l’unico possibile, perché una storia così strampalata si può raccontare solo con leggerezza e ironia. Eppure in ogni capitolo arriva una sorpresa: Astrogatto che spara raggi laser dalla coda, la flotta spaziale felina che alimenta le proprie astronavi con carburante a base di erbagatta, un universo di gatti in cui gli umani sono praticamente assenti, l’invasione dei Farlok… e poi la clamorosa scoperta di chi sono in realtà i Farlok!

Questo libro si può considerare di fantascienza? Quali sono i limiti in cui deve stare il genere fantascientifico? Bé, la fantascienza terrorizzante descrive gli xenomorfi, quella scritta dal Maestro racconta delle Fondazioni che preserveranno dalla barbarie il sapere dell’Uomo, quella avventurosa ci sbalordisce coi cavalieri spaziali che si affrontano duellando a colpi di spade di luce, quella ironica ci diverte con trovate simpatiche. Ebbene, questo libro ci diverte con trovate simpatiche e visto che i gatti intelligenti esistono solo nella fantasia, parliamo di fantascienza... giusto?

In un episodio dell’ultima stagione di Love, Death & Robots, tanto per ribadire quanto sia fruttifero il filone felino, la Terra è ormai un pianeta ucciso dagli umani responsabili della propria estinzione. I robot indicano quelli che hanno raggiunto Marte per ricominciare e sul suolo marziano vediamo lo scafandro di un astronauta che saluta. Appena alza la visiera a specchio antiluce solare scopriamo che si tratta di un gatto.

La copertina e le illustrazioni interne del libro sono disegnate dall’autore, con uno stile che ben si amalgama con quello della scrittura. E, secondo me, I gatti della Terra sono pigri, sarebbe un’ottima lettura per gli alunni delle scuole medie. Appena sarò ministro dell’istruzione lo proporrò come testo da adottare…

Intanto è possibile iscriversi al blog, inviare lettere e commenti, nell'attesa che I gatti della Terra sono pigri diventi una serie:

igattidellaterrasonopigri.blogspot.com


giovedì 1 settembre 2022

Stelle Binarie



Il 16 agosto è uscita su Amazon, sia in ebook che in cartaceo, questa antologia di racconti di fantascienza scritta a quattro mani col mio amico scrittore Gianluca Gemelli (Teladoiolanarrativa).

Il filo conduttore dei racconti è l’impossibile, come succedeva nei vecchi telefilm della serie Ai confini della realtà. Tuttavia non manca la fantascienza delle astronavi, dei pianeti sconosciuti e degli extraterrestri. Infatti, aggiornando il paragone televisivo, bisognerebbe forse sostituire l’intramontabile serie TV degli anni che furono con la nuova e più fantascientifica Love, Death & Robots.

A chi pensa sia sbagliato paragonare i libri a film e telefilm rispondo che aveva ragione da vendere, negli anni ‘70, ma oggi è cambiato tutto e si scrivono romanzi perfino sui personaggi dei videogiochi. Asimov si metterebbe a piangere!

Stelle Binarie include vicende che spaziano temi distanti tra loro, molte delle quali posizionate proprio per creare contrasto con la precedente o la successiva. Così incontriamo il controverso personaggio di Ashtar Sheran in clima da vera setta ufologica, oppure raggiungiamo un pianeta lontano per scoprire una verità antichissima. C’è la Terra del futuro, devastata da una guerra contro gli alieni che sembra non avere mai fine e i difensori ignorano di essere molto diversi da ciò che credono di essere. Poi un extraterrestre mimetizzato dentro un robot organico, in missione per comprare la nostra musica al mercato di Roma. Un ladro del tempo, che si fa beffe della cronopolizia saccheggiando impunito le varie epoche. Walt Disney si era davvero fatto ibernare e la bufala fu la notizia della sua cremazione diffusa successivamente? Purtroppo per lui quando si risveglierà nel futuro scoprirà un mondo tutt’altro che disneyano. E accettare uno sporco lavoro depredando le risorse di un pianeta senza curarsi della vita degli autoctoni? John Slater ha fatto questo, ma l’amore per una donna lo spingerà a fare il possibile per rimediare.

Queste e altre avventure, brillano come stelle all’interno del libro che abbiamo scritto col massimo entusiasmo possibile. La nostra speranza è che possano divertirvi almeno quanto ha divertito noi scriverle.

Un saluto da una delle due stelle binarie, buona lettura.

 

Il libro in ebook

Il libro di carta, che si può leggere perfino quando le batterie dello smartphone, del tablet o del kindle sono scariche

 

La quarta di copertina:

Che succede quando due stelle s'incontrano nello spazio ed entrano in relazione, iniziando a orbitare l'una attorno all'altra? Succede che si forma un sistema binario, che da grandi distanze appare come un'unica stella molto brillante. La stessa cosa accade quando due autori di fantascienza s'incontrano, anche loro nello spazio, producendo una brillante raccolta di sogni, avventure e incubi, umani e alieni. 

 

Gli autori: 

Gianluca Gemelli, autore di romanzi come Ricky Down ed Erba Alta, che hanno venduto decine di copie, è uno degli scrittori più importanti del suo quartiere. La passione per la letteratura fu evidente in lui fin dall'infanzia: imparò a scrivere, infatti, all’età di sei anni, e contemporaneamente imparò anche a leggere. Ancora oggi, a cinquant'anni, riesce a leggere senza occhiali e anche a scrivere correttamente in itagliano. Riceve quotidianamente numerose lettere da parte di ammiratori e creditori. La frase precedente è vera almeno per metà.

 

Marco Alfaroli è autore di tanta fantascienza che di solito sogna la notte, tutte le volte che mangia il cinghiale. Affascinato dalla famosa serie TV “Ai confini della realtà” sarebbe capace di inserire qualcosa di impossibile perfino nel reboot di “Piccole donne”.

Preferisce il cinema ai libri, ma non ha i soldi per produrre un film… infatti usa termini cinematografici qui, dove è sicuro che saranno fuoriposto.

È affetto da una pigrizia cronica, per questo inizia spesso romanzi che poi trasforma in racconti. 

 

Qui sotto il video gigione:


 

 


 

 

 


mercoledì 24 agosto 2022

Un gioco per l'estate

Di seguito regole, pezzi, dado e tabellone di gioco per tornare ai tempi che furono, quando i videogames erano solo con il Commodore 64 e i giochi da tavolo erano il divertimento maggiore.

Battaglia Sottomarina 

 





 





 

Disposizione pedine

 


 


lunedì 1 agosto 2022

Jurassic World - Dominion

 

L’ultimo Jurassic World supera ogni limite di spettacolarità abbattendo il muro della logica. Gli obiettivi del film sono principalmente il divertimento in sala e sbancare il botteghino, entrambi felicemente raggiunti.

Però che nostalgia il ricordo del primo Jurassic Park di Steven Spielberg! Ci fu l’attesa snervante di vedere i dinosauri e quando arrivarono, dopo la prima mezzora abbondante di pellicola, fummo travolti dalla meraviglia. Poi, col sabotaggio involontario del furfante di turno morto nel tentativo di trafugare le matrici DNA degli animali, si scatenò la tensione: dilagarono i velociraptor e il T-Rex, i protagonisti iniziarono la fuga disperata per non essere divorati e noi sprofondammo nella poltrona del cinema pieni d’angoscia.

In questo film dalla trama frammentatissima, invece, si resta storditi e l’attenzione cala spesso (nei film di Spielberg non succedeva mai). Ci sono qua e là delle vere e proprie citazioni, nel senso di situazioni simili (anche troppo) a quelle che furono proprio del capostipite della Saga e si sorvola con leggerezza un problema importantissimo: l’ecosistema del pianeta Terra.

In Jurassic World – Il dominio i dinosauri si sono ormai diffusi ovunque nel mondo e il mantra ripetuto per tutto il film è “coesistere”. Ma come sarebbe possibile coesistere con creature del genere?

In un vecchio Urania di cui non ricordo il titolo, alcuni extraterrestri giungono sulla Terra all’epoca dei dinosauri. Loro sono una specie erbivora che si è evoluta solo perché una variante ha sviluppato sangue velenoso causando l’estinzione dei carnivori. Il pianeta degli alieni si chiama Minerva, orbita tra Marte e Giove e esplode generando la fascia di asteroidi, ma il ricordo del pianeta Terra tra i sopravvissuti è orrore puro, proprio per via dei terribili predatori preistorici che lo abitavano!

Eppure in quest’ultimo Jurassic World vediamo la bambina dar da mangiare a piccoli dinosauri come fossero piccioni, vediamo i parasaurolophus galoppare insieme ai cavalli, diplodochi incantati dalle torce degli operai di un cantiere, velociraptor che scorrazzano nei boschi accanto alle case con la gente che beve birra in veranda, il mosasauro che nuota accanto alle balene.

Il problema di una coesistenza con i dinosauri non sarebbe solo il pericolo immane rappresentato dalla ferocia dei carnivori, l’ecosistema andrebbe in crisi anche per via degli erbivori. Animali giganteschi che si nutrono di enormi quantità giornaliere di vegetazione distruggerebbero quel che resta della nostra flora, già stoltamente disboscata dall’uomo nel corso di secoli di industrializzazione (da non dimenticare che nella preistoria la Terra era un’immensa foresta tropicale). Gli erbivori del nostro tempo, più piccoli di quelli preistorici, soccomberebbero di sicuro e la stessa sorte toccherebbe ai nostri carnivori, feroci ma di dimensioni ridotte rispetto ai loro nuovi concorrenti. Sarebbe una catastrofe!

I protagonisti dei primi tre Jurassic Park (Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcom) ritornano in Jurassic World ma sembrano appiccicati a forza e cozzano con i protagonisti veri (Owen Grady e Claire Dearing), ma forse questo è voluto per veicolare il prodotto al pubblico più giovane che ha visto al cinema solo gli ultimi film.

In definitiva Jurassic World – Il dominio è un film piacevole e divertente, ma rischia di somigliare all’episodio di una serie TV e avrebbe invece potuto affrontare temi fantascientifici più intriganti: come per esempio terraformare un pianeta del sistema solare per popolarlo di dinosauri. Idea folle? Certo, eppure non credo sia tanto più folle del come si è sviluppato il film.

venerdì 1 luglio 2022

Star Wars serie TV

 





Chissà cosa sarebbe successo se, dopo Il Ritorno dello Jedi, George Lucas avesse deciso di fare una serie di telefilm sulla sua Saga? Probabilmente a causa dei bassi budget riservati alle serie degli anni '80 avremmo avuto un prodotto scadente come lo furono i due film sugli Ewoks. Lucas si preparò un piano di riserva proprio nel caso che Guerre Stellari non avesse riscosso il successo sperato e infatti commissionò La gemma di Kaiburr allo scrittore Alan Dean Foster, da cui avrebbe tratto appunto un sequel a basso costo se le cose fossero andate male. Le cose invece andarono benissimo e dopo il successo planetario della trilogia Lucas puntò tutto sull’attesa dei fans, evitò il “campo minato” della serie TV e propose videogiochi, libri e fumetti espandendo a livelli incredibili l’universo di Star Wars. Quando nel 1999 arrivò al cinema la nuova trilogia i fans erano diventati talmente fanatici da contestargli perfino alcune scelte e la Disney, che dai tempi di The Blake Hole voleva mettere le mani su Star Wars, si mise alla finestra attendendo i risultati dei Prequel giunti in sala sedici anni dopo la vittoria della Ribellione sull’Impero. I nuovi film furono accolti con entusiasmo dalle nuove generazioni (anche se lo zoccolo duro dei vecchi fans ancora oggi li paragona al ribasso) e così nel 2012 la Lucasfilm fu acquistata dalla Disney per una montagna di dollari.

“Dare ai fans quello che vogliono” è la parola d’ordine della Disney e i risultati si vedono: i tre film dell’ultima trilogia ambientata dopo la caduta dell’Impero sono stati un successo, anche se non troppo originali nelle trame. Poi sono arrivati gli spin-off: Rogue One, ambientato poco prima di Una Nuove Speranza, è sicuramente il più riuscito e l’unica nota stonata resta Solo, forse proprio per l’impossibilità di girare un intero film con Harrison Ford ringiovanito dal CGI. A proposito: i personaggi classici sono stati fatti fuori uno a uno proprio per non doverli inserire in nuovi film in futuro, visti i rischi anagrafici.

Ed ecco le serie TV: The Mandalorian, The Book of Boba Fett, Obi-Wan Kenobi, Andor (e chissà quante altre prossimamente? Lando Carlissian, Ahsoka, The Akolyte). L’impronta Disney è forte, basta pensare all’idea di raccontare Luke e Leia da bambini o all’introduzione del personaggio di Grogu, morbido e coccoloso. Tuttavia, ciò che affascina i vecchi fans come me, è sapere finalmente cosa è successo dopo: dopo La Vendetta dei Sith Obi-Wan Kenobi si è rifugiato su Tatooine e tiene d’occhio il piccolo Luke Skywalker. Dopo Il Ritorno dello Jedi Boba Fett è sopravvissuto al Sarlacc, ma i Jawas gli hanno rubato l’armatura ed è stato catturato dai Sabbipodi. Seguendo le avventure di Mando scopriamo che Jango e Boba non sono affatto mandaloriani e l’elmo se lo tolgono spesso. Anche sapere che ne è stato del Palazzo di Jabba dopo la dipartita del boss e scoprire che la Slave 1 è rimasta parcheggiata nel Palazzo amministrato da Bib Fortuna sono piacevoli colpi di scena. Ma su tutto il pezzo forte è il rivedere i personaggi principali, la Disney lo sa e li stilla come al poker. Così abbiamo rivisto Grand Moff Tarkin, Dart Fener e la principessa Leia in Rogue One. E in The Mandalorian, quando tutto sembra perduto, arriva Luke Skywalker sul suo X-Wing in compagnia dell’inseparabile C1P8 (R2D2) e sgomina a colpi di spada laser i droidi imperiali (per la verità piuttosto simili ai cylons di Battlestar Galactica). E ancora Luke Skywalker che addestra alle vie della Forza il piccolo Grogu.

Grazie alle serie sappiamo inoltre che è possibile cavalcare un Rancor.

Un’altra ottima mossa della Disney sono le apparizioni di personaggi introdotti nei videogiochi, nei fumetti, nei libri o nelle serie animate.

Cad Bane, per esempio, è il pistolero cacciatore di taglie che sfida Boba Fett su Tatooine e l'avevamo già visto nella serie animata The Clone Wars. Il droide BD-1, compagno inseparabile del Jedi Cal Kestis nel videogame Star Wars the fallen order, lo ritroviamo nell’Hangar 3-5 di Mos Eisley al servizio di Peli Motto. Infine gli inquisitori, che erano già apparsi nella serie animata Star Wars Rebels, qui tornano al completo.

A questo punto si riaccende la mia speranza di vedere qualcosa dei vecchi videogiochi: tipo i caccia dei pirati R-41 Starchaser o l’YT-2400 Outrider guidato da Dash Rendar. Chissà...

Purtroppo il punto debole delle serie TV è che sono serie TV e infatti anche per quelle di Star Wars si ripropone il medesimo problema: gli episodi rischiano di essere "inconcludenti". Per attenuare questo rischio The Mandalorian è uscito in due stagioni di 8 episodi ciascuna, The Book of Boba Fett in una di 7 episodi e a metà stagione sono arrivati Mando e Luke a rinforzare il personaggio di Boba che inziava a stancare. Infine Obi-Wan Kenobi è una miniserie di soli 6 episodi col personaggio della Terza Sorella che lascia perlomeno un tantino perplessi e Dart Fener (non ce la faccio ad allinearmi al corretto Darth Vader) pericolosamente ripetitivo. Nel sesto episodio, per esempio, assistiamo a un duello epico tra Fener e Obi-Wan, che per forza deve essere inconcludente, visto che Obi-Wan sarà abbattuto da Fener in Una nuova Speranza. La Disney si trova più a suo agio con personaggi nuovi, non troppo vincolati dagli eventi narrati nei film, per questo nutro grandi aspettative per la serie di Andor. E anche se non ancora confermata, probabilmente ci sarà una serie sul Jedi Cal Kestis, proprio perché l'attore che interpreta il personaggio nel videogame è giovane e le libertà narrative sono direttamente proporzionali alla distanza dalle vicende dei personaggi classici della Saga.

 

 

 

mercoledì 1 giugno 2022

Extraterrestre

 

Immaginare mondi lontani totalmente alieni è difficile. Nei libri come nei film il limite è proprio la fantasia umana. Quando immaginiamo, infatti, abbiamo sempre bisogno di punti di riferimento e ripartire da zero diventa una finestra aperte sul nulla.

Asimov, nel suo Neanche gli Dei, immaginò la specie dei Morbidi divisa in tre tipi di individui: il Razionale, il Paterno e l’Emotiva. Questi si univano in triadi dando origine a un essere di un’altra specie: i Duri. Asimov era piuttosto scarno nelle descrizioni e quindi i suoi mondi, traslati sul grande o sul piccolo schermo avrebbero comunque bisogno dei soliti punti di riferimento che cerchiamo nella fantascienza: tutti riconducibili al “terrestre”.

Il colossal Avatar, successo planetario al botteghino nel 2009 che presto tornerà al cinema col sequel, immagina la luna del gigante gassoso Polifemo come un mondo fiabesco. Su Pandora sembra che la fantasia sia esplosa e lo spettatore rimane abbagliato ma alla fine, anche se ci sono draghi con quattro ali e predatori con sei gambe, tutto quello che si vede passare è molto terrestre. Il cielo è azzurro e la lussureggiante vegetazione è verde. Certo, ci sono enormi rocce sospese a mezz’aria, che però si erano già viste nel fantasy. E i Na’vi? Elfoni azzurri alti tre metri che per usi e costumi somigliano molto ai coraggiosi nativi americani in guerra contro gli invasori europei.

Immaginare un mondo extraterrestre completamente diverso dalla Terra comporterebbe immaginare condizioni ambientali diverse. Quindi le forme di vita sviluppatesi su quel mondo sarebbero prive dei punti di riferimento che ci fanno pensare in modo razionale. E c’è anche il rischio, inventando gli esseri protagonisti della storia, di commettere errori scientifici talmente grossolani da far storcere il naso a più di un esperto.

Eppure, se un mago della fantascienza immaginasse un mondo alieno e i suoi abitanti, assolutamente opposti alla nostra realtà ma perfettamente plausibili, come accoglierebbero l’opera i lettori del libro o gli spettatori al cinema? Secondo me male, perché sia con le parole che con le immagini, c’è sempre bisogno di trasmettere qualcosa di familiare a cui aggrapparsi, mentre ci si addentra nella vicenda.

Per fare un esempio: gli alieni dei vecchi film parlavano la nostra stessa lingua e ciò era ridicolo anche se necessario per far capire agli spettatori cosa stessero dicendo. Nei film moderni, invece, parlano una lingua sconosciuta con i sottotitoli. Ma perché gli alieni dovrebbero comunicare con dei suoni emessi dalla bocca? E perché dovrebbero avere una bocca? Potrebbero non averne bisogno e nutrirsi con la luce della loro stella. Inoltre potrebbero comunicare mutando il colore della pelle, proprio come i nostri camaleonti.

Ho immaginato con sufficiente fantasia? Non abbastanza. Infatti mi sono aggrappato ai soliti punti di riferimento terrestri: la luce del sole come fonte di energia e possibile nutrimento e il camaleonte, animale che considero bizzarro.

È difficile immaginare quello che sicuramente ci meraviglierebbe se potessimo raggiungere anche uno solo dei milioni di mondi abitati in orbita attorno a stelle lontanissime. Ma forse, dopo aver soddisfatto la nostra curiosità, ci sentiremmo come il protagonista della canzone di Eugenio Finardi, Extraterrestre, e vorremmo disperatamente tornare a casa.

 


 

giovedì 5 maggio 2022

L'ultimo giorno sulla Terra

 


L’ultimo giorno sulla Terra è un film francese del 2020, distribuito da noi con due anni di ritardo.

In un prossimo futuro una luna rossa è entrata nel nostro sistema solare avvicinandosi sempre di più alla Terra. I terrestri hanno sfruttato per anni la misteriosa energia che emana per produrre il combustibile lumina, ma l’influenza della luna ha causato l’estinzione di quasi tutte le specie animali, l’innalzamento delle temperature, la riduzione degli oceani e la desertificazione delle foreste. Nel 2050 la situazione è ormai critica e lo scienziato Henry W. R. è convinto che l’unica possibilità di sopravvivere sia distruggere la luna con ordigni nucleari, ma siccome è protetta da un impenetrabile scudo magnetico bisogna che un astronauta, pilotando manualmente un razzo, effettui l’allunaggio per piazzare le cariche. Suo figlio Paul, colpito da un fulmine da bambino, è il solo che abbia il dono di superare lo scudo. Eppure non vuole, ha anche lui una convinzione e fugge inseguito dalle inquietanti guardie del governo.

Il film cattura l’attenzione da subito, per via degli effetti speciali degni di Hollywood e per il fatto di iniziare a metà degli eventi, riempiendo di domande la testa dello spettatore e rendendolo così assetato di risposte.

Si nota molto Metal Hurlant nel film e l’atmosfera da futuro retrò che c’era in quei fumetti negli anni ‘80. Ne è un esempio il telefono a muro col display per le videochiamate e la classica cornetta di quelle che i ragazzi di oggi non hanno mai visto. La canzone Cambodia, di Kim Wilde, apre magnificamente i titoli di testa e le guardie che inseguono il protagonista, coperte da corazze piene di tecnologia, non parlano mai, lasciando il dubbio se siano esseri umani o robot.

Purtroppo la seconda parte del film diventa sempre più oscura e quelle risposte che lo spettatore aspettava non arrivano. Tuttavia questo accadeva anche in molte storie della famosa rivista di fantascienza francese, quindi il tutto resta in linea con la tradizione.

Lo scorrere della vicenda suggerisce che la luna sia un organismo vivo. Infatti quando l’altro figlio dello scienziato, Eliott, tenta di compiere la missione al posto del fratello e fallisce, torna sulla Terra cambiato. È come se la luna gli avesse affidato una contromissione per difendersi dai terrestri. Qualcosa di simile, nel senso dell'organismo vivo che vaga nel cosmo sottoforma di corpo celeste, si vide nel telefilm Il cervello spaziale, della vecchia serie TV Spazio 1999.

Comunque il film lascia talmente tante strade aperte che ognuno può vederci la spiegazione che vuole.


 



domenica 1 maggio 2022

La fantascienza è per bambini?

 

La guerra tra il cinema e i libri fu persa dai libri molti anni fa, ma l’errore che facciamo spesso è quello di generalizzare indicando il libro come qualcosa di sempre nobile e il cinema come qualcosa di sempre commerciale. Bisognerebbe precisare che entrambi sono mezzi per comunicare il pensiero e l’immaginario e per un semplice meccanismo solo il cinema si è sviluppato all’inverosimile in centoventisette anni diventando il padrone dell’intrattenimento odierno.

Per capire bisogna tornare agli inizi e al cinema muto: gli spettatori erano pochi e dovevano per forza essere istruiti, o non avrebbero potuto leggere gli intermezzi con i dialoghi virgolettati dei personaggi del film durante la proiezione. Per questo motivo i primi film non furono assolutamente commerciali e infatti il maestro del cinema Fritz Lang portò quasi al fallimento la casa di produzione col suo Metropolis.

Anche i libri erano rivolti ovviamente a un pubblico istruito e per molto tempo c’era stata la maggioranza analfabeta della popolazione mondiale completamente ignara delle storie raccontate sui libri: i romanzi di Jules Verne e di H. G. Wells potevano essere apprezzati solo da una selezionata categoria di persone, mentre i rozzi bruti che lavoravano dalla mattina alla sera nelle campagne o in fabbrica ne erano esclusi. E poi, anche nel caso sapessero leggere, avrebbero avuto ben poco tempo per farlo.

Comunque le riviste come Amazing Stories e i fumetti furono il principale veicolo di diffusione della fantascienza tra il pubblico di bassa cultura e l’interesse commerciale per il settore crebbe. Il cinema, con l’avvento del sonoro e con l’arrivo del colore, aumentò enormemente il numero di spettatori ma dovette fare i conti con gli effetti speciali limitati di quei tempi. I libri, invece, avevano un punto di forza incredibile: le parole permettevano al lettore di immaginare cose che nessun effetto speciale del momento avrebbe potuto mostrare. Quindi la guerra libri-cinema vide la carta indubbiamente in vantaggio sulla pellicola!

Distinguendo tra libri e film di cultura da una parte e libri e film commerciali dall’altra e schierando senza dubbi la fantascienza da quest’ultima parte si arriva agli anni ‘70: il cinema di fantascienza prese il volo grazie agli incredibili modellini delle astronavi e ai make-up che rendevano gli extraterrestri estremamente verosimili. Oggi, con l’avvento del CGI, i libri hanno definitivamente perso la guerra e nonostante ci siano ottimi scrittori che pubblicano ottimi romanzi, l’immaginario delle persone è saldamente in mano agli animatori. Non è un caso che l’idea per un film nasca sempre meno dalla trasposizione di un romanzo e più spesso pescando da fumetti e videogiochi. Anche qui è un errore parlare di libri come nobile arte e invece dei fumetti e videogiochi come prodotti spazzatura, visto che in entrambi i casi sono saltate fuori cose simpatiche: per i fumetti i Supereroi e per i videogiochi Crimson Skies, Resistance: Fall of Man e Bioshock.

Il futuro è ignoto e i sistemi d’intrattenimento si evolvono velocemente. Queste poche righe che ho scritto, per esempio, saranno lette da qualcuno solo se condivise su Facebook o Twitter, mentre nel 2000 le persone sfogliavano i blog alla ricerca di notizie sulle loro passioni.

Oggi un romanzo vende milioni di copie se c’è una forte campagna pubblicitaria e una solida casa editrice che sfrutta la Grande Distribuzione. In passato la fantascienza te la compravi in edicola, con i mitici Urania… Oggi te la vedi in TV, con Prime, Netflix e Disney. Chissà domani come ci meraviglieremo e chissà se saremo ancora bambini?

giovedì 7 aprile 2022

Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot arriva Freaks Out

 

  


!!!Attenzione!!! Contiene Spoiler!!!

 

Freaks Out è un ottimo film italiano che mischia la fantascienza alla seconda guerra mondiale. La narrazione è avventurosa e sia le scene d’azione che gli effetti speciali non hanno nulla da invidiare ai film di Hollywood.

Il tema di fondo è quello dei supereroi riproposto però in una veste diversa, quella dei fenomeni da baraccone.

La vicenda si svolge a Roma nel 1943, in piena seconda guerra mondiale. E inizia nel Circo Mezzapiotta, di proprietà dell’ebreo Israel, dove si esibiscono i fenomeni Fulvio, Matilde, Cencio e Mario.

I poteri più o meno efficaci, come accade nei mutanti della Marvel o nei metaumani della DC Comics, sono casuali. Per fortuna nel Terzo Reich sembrano essere rarissimi e l’unico nazista fenomeno del film è lo psicopatico Franz: provvisto di sei dita per mano suona il pianoforte come nessun pianista potrebbe fare e, cosa più importante, riesce a vedere il futuro!

Ha visto la Germania perdere la guerra e Hitler che si suicida nel bunker accerchiato dai sovietici. Per questo motivo è ossessionato dall’idea di trovare un supereroe da usare come arma segreta per capovolgere le sorti del conflitto. Il suo Berlin Circus attira i fenomeni da baraccone in cerca di lavoro come le mosche, ma il terribile segreto che si cela dietro a quegli ingaggi sono gli esperimenti per dimostrare l’efficacia dei poteri e il forno crematorio riservato ai soggetti scartati.

Quando Franz cattura i quattro fenomeni che cercavano Israel, misteriosamente scomparso, si convince di aver finalmente raggiunto il suo obiettivo. Presenta al Feldmaresciallo Kesserling i fantastici quattro: l’uomo lupo, il nano calamita, l’albino dominatore di insetti e soprattutto la ragazza elettrica, la più potente del team!

Naturalmente i nostri eroi non hanno nessuna intenzione di aiutare i nazisti, ma non si comportano come i supereroi americani, o almeno non lo fanno all’inizio. Loro sono antieroi, persone comuni, emarginati per le loro diversità. Matilde incontra i Partigiani e anche il loro leader, il Gobbo, cerca di obbligarla a usare il suo potere per sconfiggere il nemico.

L’atteggiamento dei quattro cambia radicalmente quando scoprono che Israel è stato rastrellato insieme a innumerevoli ebrei e un treno sta portando tutti nei campi di concentramento in Germania. La missione di salvataggio e la battaglia combattuta al fianco dei Partigiani supera le gesta degli X-Men e tutto dipenderà dal superpotere di Matilde.