venerdì 15 maggio 2020

L'ombra oscura - Guido de Eccher




Perché parlare sempre di fantascienza in un blog di fantascienza? Perché non parlare anche di altro, visto che la vita è priva di ometti verdi con testone, orecchie a punta e antenne? Scrivo questo perché ho letto un bel romanzo Noir, di quelli che ti tengono i piedi ben piantati in terra e ne voglio parlare qui, oggi!

L’ombra oscura, di Guido de Eccher, è un romanzo in cui ci sono l'omicidio, il mistero e le indagini svolte per districare la matassa. Tuttavia, come ogni Noir che si rispetti, segue le regole del genere: la polizia sfiora il perimetro della storia senza mai diventarne parte attiva. Il protagonista, Damiano Rizzo, non è un investigatore e ha molte qualità autodistruttive. Fugge dalle relazioni sentimentali e in sostanza non ha mai affrontato la vita, anche se ne ha sfruttata ogni occasione. È un affermato psicoanalista e da Bari si è trasferito a Milano, dove le possibilità di carriera sono senz’altro maggiori.
Un giorno arriva una donna nel suo studio, che dice di aver perso la memoria e chiede il suo aiuto per recuperarla. Ma Damiano è sconvolto per l’incredibile somiglianza di lei con una sua vecchia fiamma, abbandonata incinta a Bari, dieci anni prima. A questo punto, coinvolto emotivamente e tormentato dai rimorsi, decide di ingaggiare un investigatore privato per scoprire la vera identità della donna.
La vicenda procede in un crescendo di indizi, che rendono il mistero sempre più torbido. Il pericolo si avverte con l’avanzare delle pagine e si inizia a temere per i protagonisti. Un po' come succede nei thriller più classici la tensione sale per poi sfumare e a quel punto, quando il lettore si rilassa, arriva la frustata. Da parte mia, ho sentito il bisogno di correre ogni volta al capitolo successivo senza interruzioni, preso dalla voglia di scoprire come sarebbe andata a finire. E non sono rimasto deluso.

Ottima la confezione e l’impaginazione del libro, non conoscevo La Ruota edizioni e devo dire che hanno fatto un bel lavoro. Il volume fa la sua figura piazzato sulla mia libreria, accanto a quelli di Manfredi, Augias, Asimov, Vance, Sawyer e agli altri due di de Eccher che ho dal 2013.







l'autore:

Guido de Eccher vive a Padova, è laureato in Lettere ed è stato insegnante e dirigente scolastico. Da sempre appassionato di scrittura, da quando è in pensione ha scritto molti romanzi tra cui Il Nuovo Sistema (Runa Editrice, 2012), A che ora finisci? (Faligi Editore, 2011) e La geografia del cielo, (Faligi Editore, 2013). Ha partecipato a numerosi concorsi letterari, sia con romanzi che con racconti, alcuni dei quali pubblicati, conseguendo lusinghieri risultati. L’ombra oscura si è classificato primo al concorso letterario “Gustavo Pece” 2019 nella sezione Narrativa inedita.
 

venerdì 8 maggio 2020

Wing Commander CF-117b Rapier



Alla fine l’ho disegnato! Il CF-117B Rapier del film Wing Commander: Attacco alla Terra, del 1999.
In rete si trovano moltissime illustrazioni dei più famosi starfighter della fantascienza cinematografica, televisiva e videoludica. Ma la maggior parte degli artisti si concentra su Star Wars, per cui i prodotti minori si avviano, col passare degli anni, all’inesorabile oblio.
Il Rapier è il più brutto starfighter che si potesse concepire per una Saga… mai decollata, del resto.
Somiglia a una carlinga di Spitfire su cui hanno inopinatamente innestato una Gatling. Le alette di pollo coi missilini e i motori simili alle casse woofer della Pioneer completano lo sgorbio. Chi l’ha ideato voleva copiare il Viper Mark I di Battlestar Galactica (che a sua volta copiava il T65 X-Wing di Star Wars) ma ha deciso di farlo tenendosi talmente alla larga che il risultato è una schifezza. E per fortuna nel film i Rapier si vedono male, essendo scuri sullo spazio nero stellato, così almeno gli spettatori li hanno distinti a stento.
Da parte mia ho voluto sanare un buco del web: almeno un disegnino per ricordare questo starfighter lo ritenevo indispensabile.
Il prossimo che disegno è un altro dalla linea non tra le migliori, del quale non ci sono illustrazioni su internet, solo qualche foto di scena e un kit di montaggio per il modellismo. Si tratta del BTA Starfighter del film Il mio nemico, del 1985.

venerdì 1 maggio 2020

Fantascienza 2020




Ormai la fantascienza nel 2020 è solo cinema e serie TV. Questo è dovuto agli effetti speciali che hanno raggiunto la perfezione e alla potente macchina per far soldi che è il mondo dell’intrattenimento visivo, videogame compresi.
Gli scrittori esistono ancora, i loro romanzi vincono i premi Nebula, Hugo, Urania, Locus… ma non sempre la trasposizione sul grande schermo dipende dall’eccellenza del testo. Spesso è la popolarità tra la massa che spinge i produttori a investire su un soggetto.

Temo molto una imminente quanto inevitabile trasposizione cinematografica di Fortnite, che orrore!

Eppure, forse riusciranno a trarne ugualmente qualcosa di buono? Forse sì... perché? Semplice: perché gli sceneggiatori sono scrittori. Scrivono in maniera diversa, la sceneggiatura ha le sue regole spartane e deve lasciare mano libera al regista, però è il rifugio e il successo di molti di loro. Spesso dei più bravi.
Negli Stati Uniti c’è il sindacato degli sceneggiatori, completamente diverso dai nostri. Devi versare una cospicua quota di associazione, roba da centinaia di migliaia di dollari, e sei sicuro che le Major si rivolgeranno a te e non a uno sceneggiatore francese per il loro film.
Quante persone hanno visto Terminator e quante hanno letto Sparate a vista su John Androki? Il cinema vince a mani basse contro i libri ed è meglio fare lo sceneggiatore piuttosto che lo scrittore.
Detto questo il cinema e le serie TV si ripetono molto: oltre a tutta una serie di inutili remake e reboot, fatti per investire sul sicuro, ci sono speciali categorie in cui si possono racchiudere le varie produzioni. E a volte, un film che non sta in una di queste ed è un ottimo film, incassa poco, come è successo per il bellissimo Moon.

Categoria 1: Ai confini della realtà, Oltre i limiti, Storie incredibili. È la categoria dell’impossibile, di ciò che non ti saresti mai aspettato che potesse accadere e che invece accade. È la mia preferita e funziona sempre.
Categoria 2: Space opera. Star Trek, Star Wars, Battlestar Galactica e tutto il repertorio tecnologico e utopico del futuro. In questa categoria è difficilissimo entrare con qualcosa di nuovo, per cui si mangia sempre la stessa minestra.
Categoria 3: Fantahorror. Dopo capolavori come Alien e la Cosa, tutto quello che è venuto dopo l’abbiamo dimenticato nel giro di pochi giorni.
Categoria 4: Distopia. Questo tipo di film ha sempre attinto a piene mani dai romanzi di fantascienza. La fuga di Logan è un ottimo titolo del passato, Maze Runner è una mediocre Saga del recente.
Categoria 5: I robottoni. Dopo film fracassoni come Transformers e Pacific Rim aspettiamo a gloria Gundam e Goldrake.
Categoria 6: I supereroi. Non è fantascienza! Tuttavia contamina la fantascienza, vedi I Guardiani della Galassia, Lanterna Verde, Captain Marvel.

Ecco, con un rullo del genere andiamo avanti fino al 3500, però le cose fatte a catena di montaggio buttano un tantino giù il morale. Che belli i tempi della fantascienza artigianale di Jules Verne!