venerdì 24 novembre 2023

The Creator

 

 

The Creator è un bellissimo Science Fantasy, proprio come Star Wars! Il tema dei robot è trattato in maniera differente da come veniva presentato in Blade Runner, anche se la persecuzione da parte degli umani cattivissimi è simile. La differenza principale, in questo cupo affresco di un futuro zeppo di guerre spaziali (pretesto per citare i mali storici dell’umanità), sono i robot pervasi dal misticismo.

I robot

I robot del film sono senzienti ed estremamente emotivi, l’AI ha preso coscienza diventando più che umana, eppure scegliere l’umanità per i robot è rischioso... a meno di non essere Isaac Asimov e scrivere The Bicentennial Man.

La fredda logica di Skynet in Terminator, che decide di eliminare gli umani perché inutili alla sua sopravvivenza, incolla gli spettatori alla poltrona del cinema. Stesso risultato si ottiene con Matrix, intenta a nutrirsi delle vite sognanti dei suoi schiavi umani. Ma anche in Westworld del 1973, dove i robot sono dei “tostapane guasti” e uccidono gli umani senza mostrare alcuna emozione (in Futureworld del 1976, c’è però il robot buono e qui già iniziano le contraddizioni). La macchina come minaccia funziona sicuramente meglio della macchina buona, un po' come gli extraterrestri invasori funzionano meglio di quelli amici (fatta eccezione per E.T.).

In The Creator i robot sono perseguitati dall’Occidente e invece perfettamente integrati con l’Oriente. Tuttavia gli occidentali li usano in guerra e qui una delle citazioni meno evidenti è proprio Dark Star: la bomba che scendeva da sotto la stiva dell’astronave, interloquiva coi piloti mentre le impartivano gli ordini per lanciarsi sul pianeta instabile da distruggere. In The Creator vediamo i robot kamikaze interloquire col colonnello prima di autodistruggersi diligentemente sul nemico.

L’Oriente guerrigliero

Gli altri robot, quelli dalla parte dell’Asia, sono guerriglieri, come del resto gli umani che li affiancano. La lunga e spettacolare sequenza dell’attacco occidentale è una trasposizione fantascientifica della guerra del Vietnam: l’Occidente tecnologicamente superiore (perché?) è molto “yankee”, mentre l’Oriente è arroccato in villaggi fatti di palafitte e gli uomini e i robot si difendono con mitra e bazooka proprio come facevano i vietcong. Possibile che in una guerra così terribile l’Oriente non disponga di un esercito dello stesso livello del nemico? E possibile che i robot non diano il contributo tecnologico che dovrebbero alla parte scelta? È possibile perché The Creator sfrutta situazioni storiche del passato travestendole da futuro, proprio come fece George Lucas! Così se in Star Wars ci sono i cowboys, i cavalieri medievali e i nazisti tutti provvisti di nuovo look spaziale, in The Creator ci sono le guerre a stelle e strisce in Corea e in Vietnam (che hanno funzionato in tanti film) riproposte con un look fantascientifico.

Tutto bello, ma forse, proprio per focalizzare di più il tema del razzismo, sarebbe stato meglio sostituire i robot con una nuova specie umana, magari osteggiata dall’Occidente e invece integrata dall’Oriente.

Torno in naftalina.

martedì 29 agosto 2023

Uomo Squalo


 

Era il lontano 1979 e il programma RAI “il dirigibile”, che non avevo mai seguito nonostante rientrassi nel target “bambini” come tutti gli altri miei coetanei, sostituì per l’ennesima volta la sigla finale. Mal si alternava a Toni Santagata nel ruolo di conduttore (il Comandante) e cantante della sigla e aveva già cantato una canzone divertente nell’edizione del 1977: Mackintosh.

Eppure nel 1979 arrivò la canzone che mi colpì in pieno: Uomo Squalo, cantata proprio da Mal! La mia curiosità crebbe a dismisura proprio per la mancanza del cartone suggerito dalla sigla… da bambino affamato di supereroi qual ero, non capivo per quale motivo mi avevano lasciato a bocca asciutta. L’Uomo Squalo era per me un’idea geniale: subacqueo come Namor e Aquaman, ma diverso e apparentemente invincibile. Il delfino, poi, mi faceva venire in mente Flender, il cane robot del ragazzo androide Kyashan.

Purtroppo non fu mai realizzata una serie a cartoni e l’unico cartone visibile restò quello dei 3 minuti di sigla.

Oggi ho disegnato la mia versione dell’Uomo Squalo, eroe sfortunato che avrebbe potuto essere ciò che non è stato… ma che resta nel cuore di tanti ex bambini come me.


 

 

domenica 13 agosto 2023

Supereroi a Stelle e Strisce

 


Una delle caratteristiche dei fumetti americani coi supereroi è il continuo copiarsi i personaggi tra DC Comics e Marvel: Plastic Man e Elongated Man, i super “allungabili” hanno il loro clone nella concorrenza in Mr. Fantastic, al comando dei Fantastici Quattro. Il fulmineo The Flash ha il suo emulo velocissimo Quick Silver, Aquaman il re del mare non lo è del tutto perché l’altro re del mare è Namor il SubMariner, Batman vede un eroe notturno un tantino diverso da lui ma comunque ispirato in Moon Knight… e così via per molti altri supereroi.


Anche l’eroe a stelle e strisce per eccellenza, Capitan America, ha la sua copia dall’altra parte: lo sfortunato Comandante Acciaio, che come il Cap combatteva i nazisti durante la seconda guerra mondiale… ma a differenza di Cap ottenne poco successo nelle edicole e oggi è relegato a eroe minore.

Comandante Acciaio non termina la Seconda Guerra Mondiale ibernato, come successe a Capitan America, infatti gli Acciaio che operano nella Justice League of America ai “giorni nostri” (gli anni ‘60-70 nei fumetti) sono due suoi nipoti.


Eroi a stelle e strisce ne sono saltati fuori a bizzeffe nel corso degli anni, un po' perché i supereroi arrivano dagli Stati Uniti e un po' perché laggiù c’è parecchio patriottismo.

 

Così la Marvel ha American Dream, che sarebbe la versione in gonnella di Capitan America, e la più classica Miss America. Per la DC Comics non si possono escludere Wonder Woman, che nonostante sia la Principessa Diana di Themyscira veste comunque i colori della bandiera. E Superman, alieno del pianeta Kripton che sceglie gli Stati Uniti d’America come sua nuova patria e indossa un costume rossoblu. Altri yankee super sono SkyMan, General Glory, Capitan Freedom, Liberty Girl, SuperPatriot, Capitan Flag, The Defender, Yankee Clipper e Private Strong.


 

Ci sono poi si SuperAmericani negativi: il violento e senza scrupoli Comico è un sicario che fa il doppio gioco negli Watchmen. Il paranoico Patriota (leader dei Sette) ha praticamente gli stessi poteri di Superman, ma li usa per dominare il mondo anziché difenderlo. SoldierBoy è una versione cattiva di Capitan America e non può essere distrutto, l’unico modo per neutralizzarlo è sedarlo e imprigionarlo in una speciale capsula prigione.

Nel 2023 sono già in cantiere nuovi supereroi che probabilmente approderanno presto al Cinema.

mercoledì 21 giugno 2023

Scritture Aliene - Alien Black

 



La Democrazia di domani sarà semplice materiale da contrabbando? Che effetti avrà lo studio su un androide senziente? È etico colonizzare un pianeta eradicandone le razze autoctone? L'amore represso può restare quiescente in un comune laptop? Sarà sufficiente un'esecuzione mirata per respingere fortissimi alieni invasori? Umani nullatenenti possono decadere a semplici cavie da laboratorio? La Blitzkrieg tanto cara ai nazisti funzionerà anche su scala interstellare? Un ingenuo giovanotto gaudente saprà gestire al meglio il primo contatto? Che ci fa un mediocre autore di casa nostra nel bel mezzo di una guerra aliena?

 

L’ultima antologia della serie Scritture Aliene è in vendita su Amazon e io sono orgoglioso di avere un mio racconto pubblicato insieme ai racconti di tanti bravi scrittori di fantascienza.

Di seguito una piccola anteprima del mio racconto “TerraNazi”:

 

 

Un giorno del 3022 gli scienziati avviarono l’ennesima esplorazione dell’ennesima Terra alternativa nella fitta giungla di universi paralleli. L’avatar quantico si materializzò in uno scenario apocalittico, dove la devastazione lasciava ben pochi dubbi sulla fine dell’umanità. Di Terre alternative in cui la Guerra Fredda era sfociata nella Terza Guerra Mondiale annientando il genere umano ne avevano trovate parecchie, quindi gli scienziati furono tentati di richiamare subito l’avatar e catalogare come “comune” anche quella. Poi però la loro attenzione fu catturata dalle svastiche sparse ovunque: sui resti degli edifici, sul piazzale in asfalto calpestato dall’avatar e perfino su quel che rimaneva dei tombini fognari. Subito digitarono “ricerca banche dati attive” sul terminale che impartiva gli ordini al campo e l’avatar iniziò la scansione. Venne individuato un bunker sotterraneo a cinquecento metri di profondità e fu necessaria la modalità incorporea per attraversare gli sbarramenti di cemento e acciaio che lo rendevano inespugnabile.

L’avatar raggiunse le strumentazioni ancora in perfetta efficienza, i comandi funzionavano in tedesco e il soffitto era affrescato con la bandiera del Terzo Reich. L’avatar cominciò a trasmettere la lezione di Storia.

L’Asse aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1944 i tedeschi avevano portato a termine il loro programma nucleare in Norvegia e Hitler aveva sganciato una bomba atomica su Londra, una su Washington e un’altra su Mosca.

Mussolini morì in un attentato organizzato da Hitler che poi addossò la colpa agli ebrei. L’Italia fu annessa alla Germania come era stato per l’Austria e il mondo fu diviso tra nazisti e giapponesi...

 

 

IL RACCONTO CONTINUA SU AMAZON, INSIEME AGLI ALTRI RACCONTI DELL'ANTOLOGIA

domenica 18 giugno 2023

Crater


 

 

Crater è un film rivolto agli adolescenti, prodotto dagli stessi produttori di Stranger Things e permeato da una fantascienza retrò. Per certi versi tornano in mente i cartoni animati The Jetsons (i Pronipoti).

Eppure, sebbene sia confezionato per un pubblico giovane, Crater fa commuovere soprattutto gli adulti. Per i temi delicati che tocca: l’amicizia, la famiglia, il fatto che abbiamo una sola vita e la consapevolezza che non c’è mai una seconda possibilità nelle grandi scelte.

Crater è un piccolo gioiello della fantascienza, di quelli che non si vedevano da anni. E questo nonostante la fantascienza sia essenziale alla trama e allo stesso tempo resti sempre sullo sfondo della più importante storia di amicizia.



Attenzione Spoiler: evitate di proseguire la lettura se non avete ancora visto il film:



Siamo nell’anno 2257, la colonizzazione della Luna è fallita e non sappiamo quali siano le condizioni di vita sulla Terra. Il miraggio di una vita migliore è il lontano pianeta Omega e le risorse per raggiungerlo (una su tutte l’Elio3) vengono estratte nell’enorme base lunare mineraria sotterranea. I minatori devono lavorare vent’anni prima di poter ottenere il “lasciapassare” per un viaggio in ibernazione verso il nuovo mondo. Se un minatore muore prima di aver terminato i suoi anni lavorativi il suo parente più prossimo dovrà completarli e poi lavorare altri vent’anni prima di avere a sua volta un “lasciapassare”.

Si intuisce che sulla Terra ci sia una parte della popolazione totalmente tagliata fuori dalla possibilità di migrare su Omega, mentre magari la parte di popolazione ricca parte senza problemi, per cui i minatori si giocano col sudore della loro fronte quella possibilità altrimenti negata.

C’è una clausola nel contratto che prevede il diritto al viaggio per il figlio di un minatore morto durante l’estrazione e infatti quando il padre di Caleb Channing muore in un incidente, Caleb viene inserito nella lista dei prossimi passeggeri in partenza.

Ma Caleb non vuole partire! Suo padre gli aveva fatto giurare che sarebbe uscito all’esterno per raggiungere il Cratere e gli aveva assicurato che questo era anche quello che avrebbe voluto sua madre. Così Caleb decide di rubare un Rover insieme ai suoi amici Dylan, Borney e Marcus e tentare l’impresa. I quattro reclutano Addison, la figlia di uno scienziato molto rispettato sulla Terra, perché conosce i codici di uscita. Riescono a uscire durante il lockdown per la pioggia di meteoriti e iniziano il lungo percorso di avvicinamento al Cratere. Si susseguono avventure, giochi acrobatici avventati con le bombole di ossigeno, la sosta all’avamposto per rifornirsi di ossigeno e la scoperta che l’avamposto in realtà non è il rifugio per viaggiatori che credevano. Il rischio di morire è sempre dietro l’angolo e gli imprevisti vengono risolti grazie alla compattezza del gruppo, cementato da un’amicizia profonda.

L’arrivo al Cratere rivela, sul suo fondo, una stranissima costruzione con un un ingresso sotterraneo. Lo scarno stanzone circolare al suo interno è un simulatore che si attiva immergendo i ragazzi in una lussureggiante foresta terrestre. Sopra le loro teste vedono il cielo azzurro, gli stormi di uccelli che volano e il sole. Appena la simulazione s’interrompe, Caleb scopre una piccola botola nel pavimento, con una foto di suo padre e sua madre e un contenitore che conserva le ceneri di sua madre. Comprende il motivo per cui suo padre voleva assolutamente che lui raggiungesse quel posto e piange. Depone il contenitore con le ceneri di suo padre accanto a quello di sua madre e prende la foto, che ripone al sicuro in una tasca della tuta.

Si rende conto che suo padre non è morto per un incidente, si è sacrificato per permettere a lui una vita migliore su Omega. Ma Caleb non vuole! Lui vuol restare con i suoi amici sulla Luna. E invece loro gli dicono che deve andare, che altrimenti suo padre è morto inutilmente, che loro non hanno questa possibilità e lui non ha il diritto di sprecarla.

La pioggia di meteoriti interrompe la discussione e il gruppo tenta di tornare al rover prima che accada l’irreparabile. Purtroppo lo raggiungono con Dylan colpito da un frammento, con la tuta danneggiata. Inoltre un meteorite manda in frantumi la vetrata del pilota facendo fuoriuscire l’intera riserva d’aria.

Intrappolati nel rover guasto, senz’aria, i ragazzi attendono la loro fine: quando non ci sarà più ossigeno da riciclare la tuta inizierà a riciclare anidride carbonica e loro si addormenteranno per non svegliarsi mai più.

Perdono conoscenza ma i soccorsi arrivano in tempo per salvarli.

Caleb si risveglia settantacinque anni dopo, in un letto sul pianeta Omega. Nessuno gli ha dato possibilità di scegliere, è stato ibernato e unito ai passeggeri in partenza. I suoi amici sono probabilmente già morti di vecchiaia. La tristezza e la malinconia lo consumano.

Tuttavia gli viene consegnato un riproduttore di messaggi registrati dai suoi amici mentre lui dormiva e loro vivevano la loro vita. Così scopre che Dylan e Addison si sono sposati, hanno avuto dei figli, Borney è diventato un pezzo grosso sulla base mineraria e ha modificato la regola degli anni di lavoro tramandati ai discendenti. Inoltre Marcus ha superato i suoi problemi di salute.

Caleb inizia una nuova vita su Omega, un pianeta molto simile a come era la Terra prima che gli umani rovinassero la Natura. Sperando che il delitto non si ripeta.

giovedì 1 giugno 2023

65 - Fuga dalla Terra


 

65 Fuga dalla Terra è un film di fantascienza molto classico, per certi versi classico come lo furono quei film degli anni ‘60, con gli astronauti che capitavano sull’ennesimo pianeta sconosciuto e preistorico… e si trovavano a combattere disperatamente i mostri. Un classico dell’epoca, per esempio, fu Le donne del pianeta preistorico.

Eppure, nella sua semplicità, 65 è geniale e si distanzia tantissimo da quei vecchi film di serie B. Intanto perché riprende la teoria (sfruttata spesso dagli scrittori di fantascienza) secondo cui l’umanità preesisteva su altri mondi prima che sulla Terra e probabilmente l’ha colonizzata, regredendo poi al livello primitivo per cause ignote. E in più gioca con l’evento catastrofico dell’impatto dell’asteroide, appunto 65 milioni di anni fa, che provocò l’estinzione dei dinosauri e l’ascesa dei mammiferi (uomo compreso) al dominio del mondo.

Il pilota Mills, al comando dell’astronave Zoic, sta facendo ritorno al pianeta Somaris con un carico di coloni ibernati. Quando un’anomala tempesta di meteoriti danneggia lo scafo è costretto a tentare l’atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto, che però si conclude in un disastroso naufragio e nella morte di tutti i coloni, tranne una bambina di nome Koa. Il pianeta sconosciuto è la Terra del periodo Cretaceo, zeppa di dinosauri letali e Mills riesce a tenerli a distanza con fatica e solo grazie alle sue armi tecnologicamente avanzate. L’idea del film è tutta qui, semplice e cruda, con tutti gli spunti che ne derivano.

Mills è un uomo costretto a difendersi dalla natura ostile e spietata e, mentre fa questo, deve pensare a proteggere la bambina e raggiungere la capsula di salvataggio eiettata a quindici chilometri dal punto d’impatto. A complicare tutto è la scoperta, mediante lo scanner portatile, del gigantesco asteroide in avvicinamento. Pronto a colpire la Terra e a devastarla con una cappa di morte e un inverno perpetuo. Lasciare il pianeta prima dell’arrivo del mostro è fondamentale, visto che i soccorsi sono in arrivo e lo spazio è molto più sicuro della superficie terrestre.

Essendoci i dinosauri non mancano le situazioni alla Jurassic Park, ma per fortuna la regia utilizza uno stile tutt’altro che spielberghiano, evitando inutili copiature.

Il film è un piccolo gioiello della fantascienza, da custodire tra i ricordi migliori. Consigliatissimo!

 

lunedì 1 maggio 2023

Avatar - La via dell'acqua

 


Avatar – La via dell’acqua

 

Questo spettacolare film fantasy è il degno sequel del suo predecessore. Perché fantasy e non fantascienza? Perché di fantascienza ce n’è molta, ma il fantasy fa capolino da tutte le parti. La parte fantascientifica è la stessa del primo film: gli umani raggiungono Pandora, una delle quattordici lune del gigante gassoso Polifemo, nel sistema stellare di Alfa Centauri. E continuano a sfruttarne le risorse devastando la natura, nonostante la coraggiosa resistenza degli autoctoni Na’vi. La tecnologia terrestre più avanzata permette di colmare le disparità fisiche utilizzando esoscheletri per i combattimenti a terra e astronavi per le battaglie aeree. Il problema dell’atmosfera tossica è risolto con speciali maschere a filtro.

I Na’vi hanno un aspetto accattivante che li rende simili ad altissimi elfi blu, tuttavia sono chiaramente ispirati ai nativi americani: Chiricahua, Seminole, Cherokee, Cheyenne, Arapaho... una qualsiasi di queste tribù e delle molte altre che furono costrette a difendersi dalle invasioni degli europei durante la conquista dell’America rende perfettamente l’orgoglioso spirito guerriero dei difensori. In più c’è la fauna di Pandora: tanto diversa da quella terrestre e al tempo stesso tanto simile. Ci sono pesci, balene, dinosauri acquatici, draghi (il fantasy emerge), pantere, eccetera. Tutti trasformati in creature dall’anatomia bizzarra, che si muovono con un’armonia incredibile. Probabilmente perché il CGI modella i loro movimenti sugli animali terrestri. I panorami di Pandora sono fiabeschi, eppure la vegetazione delle foreste tropicali e le isole simili alle nostre caraibiche, hanno ben poco di alieno e molto di terrestre.

Il film è una delusione? Poteva essere realizzato diversamente? No. Avatar racconta cosa accadrebbe se gli uomini raggiungessero un pianeta molto simile alla Terra, con autoctoni umanoidi quasi umani, ma tecnologicamente meno avanzati. E cosa accadrebbe se il pianeta si rivelasse ricco di risorse, cioè quello che successe con la scoperta delle Americhe!

Certo, i due film non sono troppo originali: Avatar, del 2009, ricorda parecchio Pocahontas. Jake Sully è John Smith che si ribella ai conquistatori cattivi e si unisce ai nativi buoni. E Neytiri è Pocahontas, che ruba il cuore al visitatore buono giunto dal cielo invece che dal mare. Avatar – La via dell’acqua è la variante marina all'ambientazione nella foresta e non aggiunge nulla di nuovo al capitolo precedente. I cattivi ritornano (compreso il villain, con la sua coscienza innestata in un avatar) e i buoni sono costretti ancora una volta a combattere per difendere il loro mondo.

Eppure, nonostante i 162 minuti siano un tantino eccessivi, la seconda parte della pellicola è veramente bella. Infatti appena il gioco si fa duro e la battaglia impazza, per quelli come me drogati di effetti speciali, il divertimento diventa totale!

sabato 1 aprile 2023

Febbre di potere - serie Aedis

 

Queste sono le copertine dei libri che ho disegnato per l’amico scrittore Daniele Missiroli: gli episodi 7, 8, 9 e 10 della Saga Aedis. 

Febbre di potere è l’ultimo episodio della Saga, ne riporto di seguito una breve sinossi:

FEBBRE DI POTERE

Nel precedente episodio Daniel Sung ha ritrovato Samira, che era stata teletrasportata da Tyler Travis in una zona inesplorata di Aedis, dove aveva scoperto un villaggio fondato da Milton, il padre di Tyler, insieme ai suoi più fidati collaboratori.

Milton si era rifugiato laggiù dopo la morte dell'amata moglie Brenda, che sembra essere stata causata dal figlio in un esperimento fallito di teletrasporto. Questa vicenda viene narrata in una retrospettiva proprio in questo romanzo, dove si mostra come ha fatto Tyler a conoscere Lawrence Woolcot, attuale sindaco di Lamerton, che alla fine diventa anche governatore, dopo la secessione del Territorio Ovest da quello a est. Ora Lawrence è a un passo dal completare i suoi piani, orditi insieme ai suoi amici fin da quando si era iscritto all'università, diciotto anni prima.

Questo romanzo descrive la lotta fra Lawrence, deciso a conquistare con la forza anche il Territorio Est, e Daniel, Samira, Peter e tutti i loro amici di Newpolis, che intendono restare liberi.

 

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UN CAPITOLO


Lamerton, 18 anni fa…

Sono in fila per iscrivermi all’università. I miei amici l’hanno già fatto e mi aspettano poco lontano. Dietro di me c’è un ragazzo ben vestito che mi ricorda qualcuno. Giacca e cravatta e capelli corti a diciotto anni non li porta nessuno. Mi gratto un orecchio e penso se sia il caso di attaccar bottone. Se fosse un segno del destino? Se in seguito scoprissi che è un idiota, potrei sempre mandarlo al diavolo.

Mi giro. «Ciao, io mi chiamo Lawrence Woolcot» gli porgo la mano.

«Ciao, io sono Tyler Travis» me la stringe, distratto.

«Mi sembra di averti già visto. Sei per caso il figlio di quel tipo delle industrie Travis?»

«Sì, è l’azienda di mio padre.»

Questo incontro sta diventando interessante, devo saperne di più.

«Che facoltà scegli? Io e i miei amici ci iscriviamo alla facoltà di giurisprudenza, perché vogliamo diventare avvocati.»

«Ho già tre lauree, ora mi serve Ingegneria Industriale. Un giorno dirigerò io la compagnia e devo essere preparato.»

«Su Aedis l’università si fa a diciotto anni, come fai ad avere già tre lauree?»

«Mio padre mi ha fatto studiare in istituti privati, regolarmente riconosciuti. Questa è la prima che prenderò tramite l’università pubblica. Lui ne ha quattro e io ne voglio prendere cinque.»

«Sei un fenomeno, allora.»

«No, no, tutto merito di mio padre e dei suoi amici. Vivo da sempre in mezzo alla tecnologia e ho assorbito conoscenze informatiche da ognuno di loro.»

«Già, tuo padre mette in commercio oggetti fantastici. Credo sia l’inventore più bravo di Aedis.»

«Be’… un giorno forse ti rivelerò come fa» ride.

Questa frase mi ha colpito. Dentro l’azienda del padre potrebbero esserci degli scheletri. Questo ragazzo in futuro sarà il proprietario di una grossa impresa e potrebbe essere ricattabile. Oppure potrebbe servirmi come finanziatore. In entrambi i casi devo coltivare questa amicizia. Mi iscrivo a giurisprudenza, poi aspetto che si iscriva anche Tyler, restandogli vicino.

Quando ha completato l’iscrizione mi avvicino. «Anche tra i miei amici c’è un informatico bravo. Vieni, te li presento. Siamo un gruppo molto affiatato, di cui potresti far parte.»

Lo conduco verso i miei amici. «Ragazzi, questo è Tyler Travis, della famosa Travis Corporation.»

I ragazzi alzano gli occhi, annoiati. «Questo con la barba è Ira Barnes» gli indico il più vicino e si stringono la mano. «Quello con il cellulare, invece, è Frank Ross, l’appassionato di tecnologia di cui ti parlavo. Forse potresti insegnargli qualcosa.»

Frank porge la sinistra a Tyler, perché la destra è occupata dal cellulare.

«Al suo fianco c’è Charlie Drew, il più studioso di tutti noi. Infatti, sta già perdendo tutti i capelli. Charlie, dov’è finito Edward?» mi guardo in giro, mentre si stringono la mano.

«Eccolo» Charlie mi indica la porta dei bagni.

Edward è appena uscito e si stropiccia le mani. «Vieni, Ed» grido «ti presento Tyler Travis.»

Edward ci raggiunge e stringe la mano a Tyler. «Ciao, sono Edward Kreb. Anche tu iscritto a Giurisprudenza?»

«No» scuote la testa «Ingegneria Industriale.»

Charlie mi guarda con un’espressione interrogativa. Devo insegnare ai miei amici a darmi corda qualsiasi cosa dica, senza che siano necessarie spiegazioni.

«Vi ho fatto conoscere Tyler, perché ritengo possa far parte del nostro gruppo. Anche se non sarà un avvocato come noi, avere una ditta come la sua dalla nostra parte potrebbe essere importante per le nostre carriere. Senza contare quello che potremmo fare noi per lui come avvocati.»

Mi rivolgo a Tyler. «Tuo padre avrà problemi legali, suppongo. Tutte le grandi aziende ne hanno» lo tocco col gomito, espressione sorniona.

«Non immagini quanti» annuisce. «Circolano avvocati per casa tutti i giorni.»

«Vedete, ragazzi? Do ut des… tempo al tempo… un giorno saremo i suoi migliori consiglieri.»

«Ma se ti ho detto che abbiamo già—»

«Le persone invecchiano, diventano lente» lo interrompo. «La mentalità non si adatta alle novità e in seguito quei tromboni perdono le cause. Fidati: fra dieci anni saremo i tuoi migliori amici e ringrazierai il destino per averci incontrato oggi.»

«Be’… grazie, Lawrence, sei molto gentile» sorride.

Prendo un biglietto da visita dal portafogli e glielo porgo. «Questo è l’indirizzo del pub dove ci riuniamo tutti i giovedì sera. Parliamo dei nostri obiettivi futuri e spettegoliamo sulle ragazze che frequentiamo. Vieni anche tu e non te ne pentirai.»

«Ci sarò, grazie ancora» alza una mano in segno di saluto e si allontana di corsa.

Tyler ha raggiunto un’auto lussuosa che lo aspettava. C’è addirittura l’autista che gli apre la portiera. Questo bamboccio è ricco da far schifo, credo proprio che sarà molto utile per i miei piani.

Ira mi guarda torvo. «Perché hai portato qui quel fesso? Io non gli presenterò nessuna ragazza!»

Scuoto la testa. «Ira, non capisci nulla, come al solito. Chi è il capo? Chi ha cervello per tutti e cinque? Quando io organizzo qualcosa, voi dovete appoggiarmi. Quel giovane è miliardario. Suo padre ha una delle compagnie più grandi del pianeta. Controlla la miglior tecnologia esistente e da una sua frase ho capito che c’è sotto qualcosa di losco.»

«Lawrence ha ragione» interviene Frank «Ho comprato questo cellulare tre mesi fa e già ne hanno messo in commercio uno che è veloce il doppio. Per non parlare di tutto il resto. Quando ho esaminato il loro catalogo, ho visto dispositivi impossibili da costruire con le conoscenze attuali. Devono avere uno stuolo di geni alle loro dipendenze. Stracciano la concorrenza dieci a uno.»

«Che frase hai sentito, capo?» chiede Edward.

«Io gli ho detto che suo padre era l’inventore più bravo che esistesse e lui ha commentato con: “Un giorno ti rivelerò come fa”. Capite ragazzi? Ha detto “come fa”, quindi il padre ha un sistema segreto.»

«Se lo tiene segreto» Charlie si tocca il mento «lo fa perché è illegale.»

«Sono sicuro che sia così» Edward annuisce «anche se non riesco a immaginare quale possa essere quel segreto» sogghigna.

«Diventerò presto il miglior amico di Tyler e mi farò dire tutto.»

«Già, l’hai invitato alle nostre riunioni» commenta Charlie «ma hai sbagliato giorno. Hai detto giovedì, invece noi ci riuniamo venerdì sera.»

«Non ho sbagliato. D’ora in poi faremo una riunione al giovedì con Tyler, dove parleremo solo di quello che ci interessa ottenere da lui, e quella solita del venerdì, nella quale continueremo a portare avanti i nostri piani.»

«Piani che non ci hai ancora rivelato» commenta Ira, sbuffando.

«I miei piani sono segreti e devono restare tali.»

«Un piano è segreto» Frank si rivolge a Ira con aria solenne «quando lo conosce una sola persona.»

Ira gli mostra il dito medio.

«Li sto mettendo a punto, ci sono ancora parecchie incognite» continuo. «La prima parte la conoscete: padroneggiare la legge. Per questo ho voluto vi iscriveste tutti a Giurisprudenza. Poi dovremo ampliare il più possibile le conoscenze delle persone che contano. Infine, dovremo occupare il maggior numero di posti di potere.»

«E poi?» chiede Edward.

«Poi… non lo so! Il piano complessivo prende forma nella mia testa man mano che il tempo passa. Ora che c’è una nuova variabile in gioco, parlo di Tyler, devo rimescolare le carte e pensare più in grande. Le nostre famiglie sono benestanti, ma non sono ricche. Adesso abbiamo fondi illimitati, è tutto diverso.»

«Non credo che Tyler sgancerà qualsiasi somma tu gli chieda» interviene Charlie. «I soldi sono del padre, che non è vecchissimo.»

Cerco Edward e mi accorgo che è andato a prendere un settimanale da un distributore automatico.

Quando torna lo apre a metà e ce lo mostra. «Questo articolo dice che Milton Travis ha cinquant’anni ed è sposato con una certa Brenda, che ha otto anni meno di lui. È appena tornato da una seconda luna di miele.»

«Che ti avevo detto?» commenta Charlie. «Milton sarà al comando della sua ditta anche fra dieci anni, te li puoi scordare i tuoi fondi illimitati

Aggrotto la fronte. «Per ogni problema esiste una soluzione: basta essere determinati a trovarla.»

«Non vedo come» interviene Frank.

«Non la vedi come non la vede nessuno di voi. Questo è compito mio, voi dovete solo pensare a seguirmi. Anzi, vi voglio parlare proprio di questo» mi guardano tutti e quattro con attenzione. «Quando io faccio un’affermazione in presenza di estranei, non dovete farmi domande, non dovete mostrarvi sorpresi. Tutti devono pensare che siamo un gruppo affiatato, che voi sapete tutto e mi approvate. Non è difficile, basta ragionare un po’.»

Annuiscono. Li esamino uno per uno, ma non mi convincono. Meglio fare una prova finché siamo soli. In questo angolino non ci sente nessuno, i ragazzi che continuano a fare la fila per iscriversi sono lontani.

«Facciamo un esempio. Ditemi perché è importante diventare amici di Tyler. Charlie?»

«La sua famiglia è ricca, potremmo riuscire a estorcergli del denaro.»

«Bene. Frank?»

«Detengono la miglior tecnologia del pianeta, potremmo farci dare da Tyler dei prodotti prima che arrivino nei negozi.»

«Bravo. Edward?»

Edward si gratta la testa e tace. Poi i suoi occhi si illuminano. «Hanno dei locali in cui potremmo nascondere la merce che traffichiamo.»

«Può essere anche questo. Ira?»

«Io sono sempre d’accordo con te, capo. Tyler ci può servire in tanti modi. Se non lo convincerai tu, ci penserò io» mi mostra un pugno chiuso.

«No, questo non sarà necessario. Con lui dovremo agire con i guanti per ottenere il massimo possibile» alzo il braccio destro con la mano stretta a pugno. «Siete con me?»

Alzano anche loro il braccio destro con la mano chiusa a pugno. «Siamo con te!»

Tutti insieme ci portiamo il pugno sul cuore e abbassiamo gli occhi. Ho fatto bene a inventarmi la mossa della fedeltà. È chiaramente un’idiozia, ma alle menti semplici piace avere dei rituali, non importa se stupidi. Anzi, più sono scemi e più aggregano il gruppo.

 

 

L'autore

Daniele Missiroli è nato a Ravenna. Vive a Bologna, dove lavora come consulente privacy nell'azienda che ha fondato. Laureato in fisica con lode, è appassionato di matematica, astronomia e scienze, oltre che di fantascienza, fumetti e film. Scrive principalmente romanzi e racconti di fantascienza, grazie ai quali ha vinto l’undicesima edizione del concorso di letteratura fantascientifica N.A.S.F., si è classificato al terzo posto al concorso ESEscifi 2015 e da qualche anno cura la collana microNASF, giunta al nono volume. Ha anche scritto un libro sul calcolo mentale: "Stenaritmia", un libro sulla scrittura: "Scrivere: Consigli utili per scrivere meglio", due libri sulla Privacy, e pubblicato racconti brevi per diverse case editrici. Da poco ha ripubblicato in un volume unico la sua saga principale in cinque episodi: "Aedis: Le avventure di Daniel Sung". Più di 540 pagine di avventure emozionanti e drammatiche su un lontano pianeta, nello stile della Space Opera e dell'avventura tecnologica. Di quella saga sono disponibili anche: "Kidnapping: Aedis episodio 6", "Cavie: Aedis episodio 7", “Spirale di violenza: Aedis episodio 8” e Nella tana del serpente: Aedis episodio 9. Sta per uscire anche “Febbre di potere: Aedis episodio 10, che concluderà la trilogia 8-9-10. Come romanzi indipendenti dalla sua saga ha pubblicato: “Annabel – avventura a Las Vegas” e “Moonlift – ascensore per la Luna”. Tutti i romanzi sono disponibili su Amazon in cartaceo ed eBook, gratis con Kindle Unlimited.


 

mercoledì 1 marzo 2023

Alex Complete

 

 


Alex Complete – tutti i racconti – di Alessandro Falciola, è un insieme di sette racconti che si possono considerare sette capitoli di un romanzo breve, in quanto narrano le azioni in periodi temporali distanti tra loro dei due protagonisti: i nazisti Hassler e Hinder.

Nel 1945 Hitler ha bombardato con l’atomica le maggiori città degli Alleati, che sono capitolati e il mondo è diviso tra il Reich Millenario e l’Impero Giapponese. Fin qui si tratta di un’ucronia molto simile a The man in the high castle (la Svastica sul Sole) di Philip K. Dick e anche a Fatherland di Robert Harris. Poi la vicenda segue un percorso diverso. Le ricostruzioni ucroniche sono credibili, anche se la scelta dello stile sceneggiatura per la narrazione mi lascia un tantino perplesso. In pratica tutto è ridotto all’osso, se fosse stato scritto con la prosa tradizionale le sue 174 pagine (epub) si sarebbero sicuramente raddoppiate. Il che (la riduzione all'osso) può essere un pregio, magari non annoia!

Per quanto mi riguarda sono particolarmente appassionato al “cosa sarebbe successo se l’Asse avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale”. E tutti gli autori che si cimentano sul soggetto arrivano sempre alla medesima conclusione: dall’ucronia si passa direttamente alla distopia. Non ci vuole molto a immaginare un terrificante periodo nero per l’umanità, una vita di tutti i giorni disperante, senza via d’uscita. O meglio, nel romanzo di Dick la via d’uscita era il libro arrivato da un altro universo che raccontava la vittoria degli Alleati sulla tirannia. Qui invece esiste una sola realtà, quella del predominio nazista che distrugge tutto ciò che tocca. Non c’è nessun personaggio positivo, Hassler e Hinder sono assassini cinici e spietati.

L’autore gioca sui probabili meccanismi perversi che i nazisti avrebbero potuto innescare in un dopoguerra saldamente in mano alla Germania. Gli spunti su cui speculare sono molti e non mancano gli accenni ai regimi amici, destinati a essere marginali. Per esempio Mussolini è solo un governatore locale, Salazar è morto e il Portogallo è un satellite del Reich. In Africa i coloni italiani diventano un ostacolo da rimuovere e vengono perfino reclutati soldati neri nelle SS. In America Latina imperano dittatori fascisti sostenuti militarmente dai tedeschi, che li aiutano a neutralizzare i gruppi rivoluzionari neo anarchici. Eppure le manovre delle spie per rovesciarli marciano spedite per far quadrare la strategia nazista a livello mondiale. In Germania, neppure il Führer successore di Hitler è esente dagli attentati orditi dai suoi e le ribellioni sono soffocate nel sangue in tutta Europa.

Ho trovato il libro interessante, lo consiglio a chi desidera documentarsi sui pericoli del nazismo.

L’unico appunto che mi sento di fare è sull’assenza di personaggi positivi. Sì, torno sui personaggi positivi perché li ritengo essenziali in una vicenda. Nel romanzo di Dick ce n’erano tanti, qualcuno perfino tra i giapponesi, e nel romanzo di Harris c’era Xavier March agente della Kripo, quindi addirittura un tedesco del Reich. In Alex Complete i “buoni” non hanno volto, li vediamo sempre dall’altra parte della barricata, lontani, che subiscono le rappresaglie naziste. Non è possibile immedesimarsi con nessuno di loro perché restano anonimi.

Il rischio, in mancanza di contrappesi alla follia criminale del nazismo, è che la narrazione diventi celebrativa.

A un certo punto le efferatezze commesse da Hassler danno fastidio a quelli deboli di stomaco come me, tuttavia non dobbiamo dimenticare che è questo ciò che sarebbe successo se il mondo libero non avesse vinto la guerra. Bè, a me piacciono i film di Spielberg e il suo Schindler's List, per quanto fosse angosciante, lasciava sempre una speranza. Per questo speravo in qualche personaggio positivo.

Secondo me l’autore cammina pericolosamente sul filo del rasoio, ma credo che il suo intento fosse indurci a odiare ancora di più i nazisti… e penso proprio che ci sia riuscito!

 

 

L'ebook su Amazon

martedì 21 febbraio 2023

Perché?

Black Panther: Wakanda Forever, è un film Marvel del 2022 che riesce a sprecare un personaggio secondario che avrebbe meritato un film tutto suo proprio come il personaggio secondario Re di Wakanda (nel film non presente, a causa della morte prematura dell’attore Chadwick Boseman).

Decidere chi sia il protagonista del film è difficile, visto che Black Panther è Shuri, la sorella del defunto re T’Challa e non riesce a eguagliarlo in presenza scenica. Forse, dal titolo, il vero protagonista dovrebbe essere il regno immaginario di Wakanda, minacciato dal sovrano di Talokan… ma a sentire il nome di questo regno saltano le convinzioni fumettistiche di una vita! Infatti il Sub-Mariner del film non arriva da Atlantide ma da Talokan ed è troppo diverso da quello che avevamo sempre letto nei fumetti.

 


 

Namor il Sub-Mariner (quello originale) è il Principe di Atlantide, figlio dell’ufficiale britannico Leonard McKenzie e della Principessa di Atlantide Fen. Quindi un mezzosangue, metà umano e metà tritone, è l’unico bianco circondato dai suoi sudditi blu. È arrogante, invincibile, grazie alle ali ai piedi può volare e da del filo da torcere a tutti gli altri supereroi, ma spesso collabora con loro per sconfiggere i veri cattivi.

È l’uomo pesce della Marvel e fu disegnato prima del suo concorrente DC Comics Aquaman, per cui è in un certo senso più originale.

Nel 1973 appare su un albo con un nuovo costume e il motivo è medico, non sartoriale. Un’esplosione di gas nervino lo rende incapace di trattenere l’umidità mentre sta sulla terraferma. Reed Richards dei Fantastici 4 gli salva la vita realizzando appunto questo costume che ricicla l’umidità nei suoi pori.

Nel 1977, la Solow Production Company, vedendosi negati i diritti dalla Marvel per fare una serie su Namor, inventò il clone addolcito e molto più americano Mark Harris/L’Uomo di Atlantide. Il diniego della Marvel fu forse dovuto ai troppi cambiamenti che c’erano stati nelle serie L’Incredibile Hulk e Spiderman?

Nel 2023 Sub-Mariner arriva al cinema e non è più lui! Il suo nome che significava “figlio vendicativo” diventa Namòr “el niño sin amor”, in Italiano: “il bambino senza amore”. Non è più il Principe di Atlantide ma il sovrano di Talokan (nome di una città Azteca) ed appartiene a un gruppo Maya che vive sott’acqua dopo aver assunto una bevanda miracolosa.

Chissà cos’hanno bevuto gli sceneggiatori prima di perpetrare questo scempio!


Anche Aquaman ha subito un restyling nel corso degli anni, ma il personaggio non è cambiato radicalmente come è successo a Namor e non c’è stata delusione nei fans più incalliti come me, per esempio.

Alla fine il film Wakanda Forever, nonostante racconti la guerra tra gli acquatici e i wakandiani, risulta dispersivo e sicuramente troppo lungo. Merita la visione solo per il passaggio del testimone da T’Challa a Churi nel vestire i panni di Black Phanter.

 

 

mercoledì 1 febbraio 2023

Insetti


Se un lontano pianeta di tipo terrestre avesse un’atmosfera più ricca di ossigeno della nostra, quale sarebbe la forma di vita con più probabilità di dominare sulle altre (almeno per dimensioni)? Gli insetti.

Il motivo è semplice: da noi gli insetti restano piccoli perché vivono in un ambiente favorevole agli organismi più complessi. Non hanno un apparato respiratorio come i vertebrati, non hanno polmoni e non usano il sangue per trasportare l’ossigeno ai vari organi del corpo. Hanno un complesso sistema di trachee che comunica direttamente con i tessuti da irrorare e apre all’esterno con gli spiracoli. Per aumentare le dimensioni, gli insetti avrebbero bisogno di trachee più grandi, ma a quel punto crescerebbe anche il bisogno di ossigeno. Senza ombra di dubbio l'unico modo per essere più grandi e dominare sui concorrenti sarebbe un'atmosfera con percentuali di ossigeno alte.

La concentrazione di ossigeno nell’aria odierna è 20,9%, 60 milioni di anni fa era 25% e 300 milioni di anni fa era addirittura 35%. A quei tempi esisteva un millepiedi, l’Arthropleura, che misurava 2,5 metri. Immaginiamo che dimensioni raggiungerebbero gli insetti con una concentrazione di ossigeno nell’aria pari al 50% o magari al 70%! E immaginiamo quanto sarebbe dannosa una tale concentrazione, per una creatura dotata di polmoni.

Un mondo popolato da insetti giganti è stato la fantasia dei primi scrittori di fantascienza e poi dei registi al cinema: Assalto alla Terra (1954) ne è forse l'esempio più eclatante, anche se la vicenda si svolge sulla Terra e le formiche sono diventate giganti a causa delle radiazioni atomiche.

Tornando al mondo popolato da insetti giganti: se gli esseri umani potessero raggiungerlo dovrebbero sbarcare protetti da speciali maschere a filtro, in modo da ridurre la quantità di ossigeno ispirata. Ma dovrebbero anche stare al riparo dentro esoscheletri corazzati, perché sicuramente l’ambiente intorno a loro sarebbe un vero inferno.

E se oltre a diventare il genere più potente, alcune specie di insetti si evolvessero in esseri senzienti? Gli insetti sono i viventi più diversi da noi dopo i vegetali. Immaginandoli evoluti tendiamo a stereotiparli in alveari, con la regina, i fuchi, le operaie e i guerrieri. Tuttavia non possiamo sapere quale società svilupperebbero diventando intelligenti, proprio come non sappiamo cosa passerebbe per la testa (sempre se ne avesse una) di un vegetale intelligente. Chissà se, da qualche parte lassù nel cosmo, esiste un pianeta talmente infernale da ospitare mostri insettoidi, civiltà insetto e addirittura querce dal cervello fino... Oppure chissà se ieri sera sarebbe stato meglio non esagerare col vino.

 

domenica 1 gennaio 2023

Migranti


 

Eravamo ormai al 2070 e la tanto proclamata colonizzazione di Marte era ancora in alto mare. Negli anni ‘20 Elon Musk aveva riempito di entusiasmo milioni di sognatori col suo SpaceX. Ciò nonostante, la montagna aveva partorito il topolino e perfino la base lunare era lungi da essere terminata.

Fu proprio a fine gennaio del 2071 che la NASA scovò uno sciame di oggetti sconosciuti in avvicinamento nello spazio tra Urano e Nettuno. In un primo momento si pensò a piccoli asteroidi, ma le dimensioni identiche di ciascun oggetto e il procedere in formazione alla medesima distanza l’uno dall’altro confermarono che doveva per forza trattarsi di una flotta di astronavi. Lo scalpore tra l’opinione pubblica e la preoccupazione di tutte le nazioni del mondo salirono a livelli altissimi. Non c’era tempo per approntare difese nello spazio, magari nei pressi della stazione spaziale internazionale. E da terra, gli ordigni nucleari lanciati contro il nemico l’avrebbero colpito solo dentro la stratosfera, con una ricaduta radioattiva letale per l’intera umanità.

Eppure, eravamo proprio sicuri che la missione degli extraterrestri fosse l’invasione?

Ci sbagliavamo di grosso! I visitatori non puntavano affatto sulla Terra, il loro obiettivo era Marte e si capì dall’assestamento della loro rotta dopo che ebbero oltrepassato Giove. Raggiunsero il pianeta rosso e lo circondarono, i nostri telescopi riuscirono a individuare migliaia di piccole navicelle che scendevano sulla superficie. Qualcuno ci stava precedendo in quella colonizzazione che per tanto tempo avevamo annunciato senza poi attuarla veramente.

Messaggi radio incomprensibili furono il tentativo continuo di comunicazione aliena a cui rispondemmo con altrettanti messaggi in forma matematica e linguistica (fu scelto l’inglese per evitare confusione).

La tecnologia avanzata permise ai visitatori di tradurre il nostro linguaggio in meno di un mese e a quel punto ricevemmo la prima videocomunicazione da Marte. L’essere che apparve sugli schermi di tutto il mondo fu un umanoide dai tratti felini, sicuramente estraneo alle tipiche creature terrestri, ma tutto sommato di aspetto migliore dei tanti mostri spaziali immaginati nei film e nei libri di fantascienza.

L’extraterrestre presentò la sua specie al genere umano, specificando che il suo mondo era ormai morto, ingoiato dall’inferno generato dalla sua stella trasformata in supernova. Erano in cerca di una nuova casa e la scelta di Marte era dovuta proprio alla bassa concentrazione di ossigeno nell’atmosfera e al clima molto più freddo di quello terrestre. Inoltre, su un pianeta densamente popolato come la Terra, il gruppo di profughi avrebbe sicuramente avuto problemi di coesistenza e integrazione. Mentre il pianeta disabitato, sottoposto a una leggera terraformazione, si sarebbe rivelato perfetto per iniziare una nuova vita.

La nostra risposta fu affidata agli uomini più potenti del pianeta (questo non interessava certo agli alieni, ma era necessario per mantenere il delicato equilibrio politico tra le superpotenze). Così parlarono il Presidente degli Stati Uniti, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, il Presidente della Federazione Russa e il Presidente dell’Europa. Tutti diedero il benvenuto ai nuovi vicini che d’ora in poi sarebbero vissuti nel Sistema Solare e auspicarono un proficuo scambio di nozioni scientifiche per permettere al pianeta Terra un importante balzo tecnologico.

L’extraterrestre assicurò che la sua gente era ben felice di condividere la propria scienza con chi si stava dimostrando così accogliente, tuttavia si stupì dell’alto numero di capi costretti in un solo mondo e chiese se questo non avesse per caso causato guerre, in passato.

La risposta dei “capi” fu imbarazzata e talmente evasiva da non essere capita.