mercoledì 24 marzo 2021

Premio Letterario "Città di Castello" 2021 - XV Edizione

 

Associazione Culturale Tracciati Virtuali

presenta


Premio Letterario “Città di Castello” XV Edizione 2021

Organizzatore: Antonio Vella

Sezioni: Narrativa/Poesia/Saggistica (opere inedite)

Termine per l’invio delle opere: 30 giugno 2021

Data premiazione: 30 ottobre 2021



Il Premio Letterario “Città di Castello” è una manifestazione annuale riservata agli scrittori di ogni fascia d’età, che si pone l’obiettivo di promuovere e incentivare la passione per la scrittura e per la lettura fra i cittadini di ogni estrazione sociale e culturale. Un progetto di altissimo profilo e di indubbio respiro internazionale, tanto da diventare nel corso degli anni uno dei concorsi letterari di riferimento nel panorama culturale del nostro Paese, a cui partecipano centinaia di scrittori provenienti da ogni regione italiana e anche dall’estero. Fin dalla prima edizione nel 2007, il Premio Letterario “Città di Castello” ha posato le proprie basi su una giuria altamente qualificata e professionale, da sempre presieduta da Alessandro Quasimodo, critico letterario, attore e regista teatrale. Il Premio è riservato a opere inedite, che dovranno essere tali sia al momento dell’iscrizione (entro e non oltre il 30 giugno 2021) che al momento della premiazione finale (il 30 ottobre 2021), ed è suddiviso in tre sezioni: Narrativa, Poesia e Saggistica. Oltre alle tre sezioni principali, il Premio prevede due sezioni speciali: “Mondi e Culture sulle sponde del Mediterraneo”, a favore della conoscenza e dell’interazione tra la cultura italiana e la cultura araba e “Riprendiamoci il futuro”, dedicata agli studenti degli Istituti Superiori. La giuria tecnica nominata e coordinata dall’Associazione Culturale Tracciati Virtuali, d’intesa con il Presidente della Giuria, selezionerà tra tutti i lavori pervenuti n. 20 opere per ognuna delle tre sezioni principali: di queste soltanto 10, a giudizio insindacabile della stessa, saranno ammesse alla fase finale. I volumi premiati verranno pubblicati e commercializzati con il marchio della casa editrice LuoghInteriori.

 

Scarica il bando del Premio Letterario "Città di Castello"


ASSOCIAZIONE CULTURALE TRACCIATI VIRTUALI.

Tracciati Virtuali, costituita nel gennaio del 2012 e con sede a Città di Castello, è un’associazione culturale apolitica, apartitica, aconfessionale, rivolta a tutte le persone senza distinzione alcuna. Come espressione di partecipazione, solidarietà, responsabilità sociale, compartecipazione e pluralismo alla società, l’Associazione è solita richiedere nelle iniziative che intraprende la partecipazione diretta o la collaborazione di enti, istituti e altre associazioni, anche in forma di convenzione. Altresì intende valorizzare le risorse esistenti nel territorio e promuoverne di nuove, nonché progettare eventi non solo nel territorio umbro ma anche in altre località Italiane o Europee in contemporanea o in forma itinerante. Fra le priorità principali sono previste l’attuazione del principio di pari opportunità ed equità nel tessuto sociale, così come favorire una partecipazione attiva delle categorie definite “protette” (bambini, giovani, anziani, donne, cittadini stranieri residenti in Italia, persone svantaggiante in ragione di condizione fisiche, psichiche, economiche o sociali) riservando loro un opportuno spazio in ogni attività.

 

BIOGRAFIA DI ANTONIO VELLA, IDEATORE E ORGANIZZATORE DEL PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI CASTELLO”.

 

Antonio Vella fonda nel 1991 insieme al padre Bruno la casa editrice Edimond, che nel volgere di pochi anni diventa la più importante realtà editoriale in Umbria e il cui catalogo viene apprezzato in tutta Italia sia per i grandi progetti culturali che propone sia per l'alta qualità grafica e tipografica delle pubblicazioni. Nel 2007, parallelamente all'attività editoriale, Antonio Vella dà vita al Premio Letterario "Città di Castello", del quale è tuttora infaticabile promotore e che nel 2021 vede svolgersi la XV edizione. Nel 2013, dopo la scissione societaria della Edimond, Antonio Vella pone le basi per una nuova e affascinante esperienza editoriale, quella che oggi porta il nome di LuoghInteriori, che in soli otto anni di attività ha strutturato un catalogo di oltre 250 pubblicazioni articolate in interessanti e originali collane. Insieme all'Ambasciatore Claudio Pacifico, presidente della casa editrice, sono stati avviati importanti progetti e coedizioni con storiche Istituzioni culturali del nostro Paese.


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lunedì 15 marzo 2021

Cowboy

 

A volte mi domando perché continuo con questa fissazione per la fantascienza. Perché tutta questa cortina spaziale farlocca intorno? Perché? Disegno fantascienza, scrivo fantascienza. Per hobby, quindi sono un dilettante, certo! Tuttavia devo essere il più professionale possibile in modo da evitare commenti bastardi che distruggono l’autostima. Un mio amico che non vedo da un po' direbbe “è una battaglia!” anche perché dice sempre così di qualsiasi cosa gli capiti.

Penso che la frittata l’abbia causata un trauma infantile. Già in tenera età i Giap avevano picchiato duro sul mio carattere con Goldrake, Mazinga, Jeeg e tutti gli altri robot. Temo che si fosse creata una pericolosa dipendenza, ma forse ne sarei anche potuto venir fuori. Purtroppo nel 1977 fui investito da un ciclone: nel Cinema Ariston, a Pisa, vidi irrompere uno StarDestroyer sullo schermo e pareva non finir mai. Poi raggi laser, ribelli che si difendevano dagli assaltatori imperiali e l’omone nero che strangolava i nemici a distanza. Non mi ripresi, il trauma fu troppo potente.

Avevo nove anni, ammucchiai i soldatini Atlantic in un angolo della mia camera e prenotai da Babbo Natale (allora come tutti i bambini ci credevo) i Micronauti e i personaggi di Star Wars.

Crescendo passai dai fumetti ai libri e scoprii che in molti avevano scritto storie ben più intelligenti di quella di Lucas, mi domandai anche perché non si facevano film su quei libri? Per la verità su qualcuno il film fu fatto, però in seguito.

I danni cerebrali non vennero solo da Lucas, infatti qualche anno prima avevo assorbito dosi massicce di UFO e Spazio 1999, con una leggera spruzzata di Star Trek, così tanto per gradire.

Sono passati molti anni, sono invecchiato spero come il vino e non come l’aceto. Mi sono divertito a scrivere alcune storie e non sono io che devo giudicare se siano divertenti o meno. So per certo di avercela messa tutta, le ho realizzate e adesso stanno lì, a disposizione di chi avesse voglia di leggerle. Tenendo sempre presente il trauma d’impatto causato dall’acquazzone sci-fi che mi travolse e al quale scampai per puro miracolo.

Beh, tutto questo ragionamento perché? Perché a cinquantatre anni ho capito che la mia passione è il Western.

 

martedì 2 marzo 2021

Fantascienza Militare




La fantascienza militare prende spunto da sempre, nei libri e nei film, dalle forze militari terrestri di oggi e del passato. Ma la guerra nello spazio sarebbe proprio così? E invece, astronavi che si muovono come una delle tante sonde NASA, come potrebbero evitare i missili del nemico e contrattaccare?

L’esempio più classico di fantascienza militare nei libri è Fanteria dello spazio, di Robert A. Heinlein. I suoi fanti spaziali sono una fusione ben congegnata tra paracadutisti, marine e carri armati. Una bella pensata!
Nella trasposizione cinematografica, Starship Troopers, di Paul Verhoeven, si è scelto di potenziare l’atmosfera da dittatura militare che nel libro era appena accennata e le uniformi dei terrestri si ispirano direttamente all’esercito fascista di Mussolini.
 
Le astronavi che si combattono nello spazio, viste in molti film e serie TV, si rifanno alle moderne navi da guerra che solcano gli oceani sulla Terra. E infatti, si parla quasi sempre di Flotta Galattica, o Imperiale, o della Federazione, eccetera.
L’Enterprise del capitano James T. Kirk ha, come tutte le altre navi della Flotta Astrale, il nome di una delle unità storiche e operative della U.S. Navy. E i gradi dei membri dell’equipaggio riproducono quelli della marina (Commodoro e Guardiamarina compresi).
In Battlestar Galactica le enormi astronavi dei Coloniali sono l’equivalente spaziale delle portaerei, lanciano i Vipers che poi rientrano atterrando come faceva il Chance Vought F4U Corsair sulla portaerei USS Saratoga. Il che è abbastanza inverosimile rispetto alle dinamiche nel vuoto assoluto.
Ancora più inverosimili sono le astronavi della Flotta Imperiale e quelle dell’Alleanza Ribelle in Star Wars. Tutte navigano nello spazio e hanno caccia spaziali in appoggio che somigliano agli aerei della Seconda Guerra Mondiale. Il volo di questi caccia, come per i Vipers e i Cylon Raiders, è troppo simile a quello di un velivolo nell'aria e sarebbe impossibile nel vuoto cosmico. Inoltre, a un profano dell’aeronautica come me, risultano più moderni i veri caccia in dotazione oggi alle potenze mondiali.
I bombardieri dello Squadrone Cobalto, in Star Wars: Gli ultimi Jedi, bombardano a caduta come il B-17. E per giustificarlo, nel film attaccano il Distruttore del Primo Ordine in prossimità di un pianeta. Così le bombe, precipitando per l’attrazione gravitazionale, colpiscono il nemico.

Nel film Wing Commander c’è una piacevole variazione: i caccia atterrano come in Battlestar Galactica, ma le astronavi imitano i Galeoni e sparano bordate con schiere di cannoni sui fianchi.
La serie tedesca Le fantastiche avventure dell’astronave Orion, praticamente contemporanea alla serie classica di Star Trek, prende un’altra via: l’Orion, come l’Hydra e le altre astronavi della Pattuglia Spaziale Terrestre, si rifanno ai sottomarini (U-Boot). Gli equipaggi sono sotto la decina di membri e gli ambienti sono inevitabilmente più ristretti.
Una simile visione dell’astronave l’abbiamo nel film Il pianeta proibito, con l'incrociatore spaziale C-57-D che è il classico disco volante e ha un numero dei membri dell’equipaggio da sommergibile. Tra l’altro indossano uniformi che ricordano molto la marina militare.
Agli albori della fantascienza, le Aeronavi di Flash Gordon, si ispiravano ai dirigibili e in alcuni casi agli aerei.
In ogni caso, la difficoltà di scrittori e sceneggiatori è sempre stata immaginare le astronavi diverse da qualsiasi veicolo che si muove sulla Terra. Non ci sono riusciti anche per scelta e hanno evitato di restare verosimili, perché raccontando le vere astronavi come le Sojuz o le Apollo, avrebbero rischiato di non ottenere la spettacolarità che serviva per far innamorare lettori e spettatori.