lunedì 1 novembre 2021

Aniara e Tides



 

Aniara e Tides – The Colony, due film europei con lo stesso tema di fondo: aveva ragione Greta Thunberg, abbiamo devastato la Terra e dovremo traslocare su un altro pianeta.


Il primo è tratto (male) dal poema fantascientifico del Premio Nobel Harry Martinson e racconta il tragico inizio dell’esodo dei terrestri verso Marte. La gigantesca astronave Aniara, con un interessante design orizzontale che riproduce una città navigante tra le stelle, devia la rotta a causa di un incidente e i danni subiti le impediscono di correggerla. Ridotta a un’isola di ferro errante nel cosmo provoca la perdita di ogni speranza tra i passeggeri, che si abbandonano a violenze, atti di disperazione, culti religiosi improvvisati e suicidi.

Il viaggio dei coloni sopravvissuti alla fine del pianeta Terra è rappresentato come una crociera su un’astronave lussuosa, i cui interni sono identici a quelli di una megalopoli. Questo stratagemma è servito senz’altro a risparmiare sulle scenografie, infatti si riconoscono benissimo: l’interno di un aeroporto, un centro commerciale, una sala congressi per i discorsi del Capitano ai passeggeri e addirittura l’interno di una vera piscina per la piscina dell’astronave.

Martinson, nel suo poema del 1956, sublima in un ambiente fantascientifico le tensioni e i timori dell’uomo tra la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. Il film, invece, sublima ben poco. La sventata collisione con l’asteroide Hondo e l’espulsione dal sistema solare poi, sarebbero state una ghiotta occasione di spettacolarità che si è preferito evitare.

Molto più coinvolgente, anche se un tantino lento all’inizio, è invece Tides – The Colony. Dopo aver reso inabitabile la Terra, la parte più ricca dell’umanità si è trasferita sul pianeta Kepler-209. Purtroppo, ma anche come giusta punizione per aver abbandonato i loro simili a un destino crudele, gli umani sbarcati su Kepler vengono colpiti da infertilità. Quindi, per evitare l’estinzione, sono costretti a organizzare due missioni di ritorno sulla Terra.

Della prima missione si perde ogni contatto. Per questo, la seconda missione, ha lo scopo di scoprire cosa sia successo alla prima e eventualmente unire le forze nel caso che qualcuno sia sopravvissuto.

In realtà la Terra non è del tutto inabitabile. È post apocalittica con l’ecosistema compromesso, ma gli esseri umani vivono ancora in piccoli gruppi sfruttando i resti della tecnologia antecedente (una rappresentazione molto in stile Mad Max).

A differenza di Aniara, il film prende una piega inaspettata, producendo anche una buona dose d’azione, mentre disvela cos’abbia fatto la prima missione una volta atterrata e piazzata la base all’interno del relitto di una nave. L’astronauta Blake dovrà scegliere in fretta da che parte stare.