giovedì 25 luglio 2019

L'Universo Insonne: la saga di Tobruk Ramarren





Tobruk Ramarren è abituato alle missioni difficili. Come cercare di infiltrarsi tra i ribelli della miniera di Ferro Sette, sul poco ospitale mondo di Harris IV. Ma questa volta c'è anche qualcosa di personale, perché il capo della rivolta, Hobbes, è una sua vecchia conoscenza. E allora la ricerca dei veri scopi della rivolta diventa qualcosa di più dell'oggetto della missione, diventa una necessità, un bisogno di capire cosa sta accadendo.
E ciò che Tobruk Ramarren scoprirà è qualcosa di completamente inaspettato, capace di cambiare per sempre la sua vita e forse quella di tutti gli esseri umani.


Dopo la rivolta su Harris IV narrata in Ferro Sette per Tobruk Ramarren si è aperto uno scenario su scala galattica. Nell'Universo senza sonno, in cui la maggior parte dell'umanità è stata privata della possibilità di dormire, solo un'élite ha ancora questa facoltà: i Longevi. Sull'astronave Hebron dello Stato Libero di Haddaiko, diretta verso un lontano sistema ai confini della Galassia, Tobruk Ramarren è a capo di un Corpo di spedizione di "dormienti", in stato di ibernazione, che avrà il compito di insegnare il sonno alla popolazione indigena: tra loro anche il presidente Hobbes. Ma qualcosa accade, l'astronave è costretta al naufragio su un pianeta sconosciuto.
Sarà qui però che Ramarren potrà scoprire la verità che ha sempre cercato.






Dopo le avventure descritte in Falsi Dèi, Tobruk Ramarren è finalmente tornato a casa. Ma la Repubblica non è più il posto dorato che aveva lasciato alla partenza. Una grave crisi minaccia l’incolumità dello Stato, una nuova guerra con il vicino Sistema di Hassad incombe. Nel passato deve essere accaduto un evento imprevisto, e la storia dell’Universo è radicalmente cambiata.
Ben presto Tobruk è costretto ad affrontare la realtà: nel mondo che ha trovato al suo ritorno non c’è più posto per lui. Sospettato, manipolato e braccato, per rimettere ordine nella Galassia, dovrà scendere a patti con il suo nemico giurato: Vladimir il Sanguinario.
È giunto il momento di mettere in gioco la propria vita: senza Tobruk Ramarren, la storia dell’Universo potrebbe persino essere migliore…



Il primo romanzo della Trilogia è uscito nel lontano 2012,
ma resta un sempreverde della fantascienza italiana
costruito su un'idea solida e originale.


Di seguito lo Spin-off La Repubblica dei Sogni
e il Prequel Hypnos. 




La giovane Repubblica creata dai Dormienti ribelli corre un grave pericolo. Grazie a cinici doppiogiochisti al soldo della tirannide, l’epidemia causata dai nanobi parassiti del Sonno si diffonde in fretta, mentre Tobruk e Hobbes sono lontani anni luce, in missione sulla Terra. Per isolare un antidoto, i mezzi della scienza sembrano insufficienti. Stavolta toccherà alle donne e ai bambini di Haddaiko trovare il bandolo della matassa. Solo chi è ancora capace di sognare potrà salvarsi.
Una nuova, avvincente storia, ambientata nell’Universo Insonne creato da Francesco Troccoli. 




Il governo lo considerava un virus da estirpare. Alcuni lo spacciavano a caro prezzo come una droga. Ma si diceva che Hypnos fosse qualcosa di più. Che un tempo lontano, quando ancora la Produzione non era lo scopo stesso dell'esistenza, esso era stato parte della natura umana. Camden era deciso a saperne di più, ma la sua ricerca correva sul filo: se fosse stato scoperto, le conseguenze sarebbero state disastrose.
 


 

martedì 16 luglio 2019

Fantascienza Perduta




Negli anni ‘70 mio padre comprava Urania. Ogni uscita, compresi i Millemondinverno e Millemondiestate. Grazie a Urania ha conosciuto Asimov, Vance, Heinlein, Clarke e tanti altri giganti della fantascienza internazionale. E io che seguivo Goldrake e Spazio 1999 in TV, iniziai a leggerli (qualche anno più tardi).
Questo significa che mio padre è un famelico lettore di libri che mi ha trasmesso la passione per la lettura? No, per niente! Lui mi ha solo trasmesso la passione per la fantascienza.
Urania è una collana che, negli anni ‘70, vendeva alla massa; una massa che seguiva un marchio e si avvicinava agli scrittori per fedeltà a quel marchio. All’epoca il cinema Western era in declino e quello di Fantascienza aveva iniziato la sua ascesa con 2001: Odissea nello spazio e sarebbe esploso con Guerre Stellari. Ma se volevi immaginare l’esplorazione del cosmo, le subdole invasioni extraterrestri o una Fondazione che archivia il sapere dell’Uomo mentre l’Impero Galattico precipita nella barbarie, potevi farlo solo con i libri.
In ogni caso la Fantascienza, nei romanzi, nei film e nei fumetti, è sempre stata considerata opera di evasione e quindi in letteratura snobbata come categoria minore. Perché?
Beh, perché le persone che si avvicinano al genere sono come me e come mio padre. Persone della massa, persone che non hanno letto Tolstoj ma neppure Salgari (non sempre, ma comunque spesso).
A questo punto, visto che è opera di evasione, che i tempi sono cambiati, che gli effetti speciali al cinema hanno raggiunto la perfezione e che i fenomeni letterari da milioni di copie recenti sono Maze Runner, che futuro possono avere i libri di fantascienza?




martedì 9 luglio 2019

Fantascienza Mix


E così siamo arrivati alla terza stagione del superfantafrullato per nostalgici degli anni ‘80: Stranger Things. Dentro c’è tutto: I Goonies, Alien, Aliens: scontro finale, It, Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T., Navigator, Poltergeist, eccetera… fino a The Blob, L'invasione degli ultracorpi e addirittura l'episodio Forza vitale della serie Spazio 1999.
Questo è un male? Beh, in un certo senso sì, perché la trama si attorciglia sul dejavu alzando il suspence sul finale di ogni puntata per poi calare all’inizio della successiva. E punta tutto sulle atmosfere degli anni d’oro del fantastico, quelli dello Spielberg per adolescenti.
Questo è un male? Ma anche no! Perché si tratta di un serial TV con una qualità di regia e effetti speciali molto alti e perché gli anni ‘80 sono rimasti nel cuore di tutti noi. Vedere Stranger Things è come fare un tuffo nel passato con la perfezione del presente. Il demogorgone ricorda Alien? Chi se ne frega! Quando ci ricapitano I Goonies fusi dentro Poltergeist?
I miei figli seguono la serie con più attenzione di me, segno che gli anni ‘80 stanno incantando perfino la generazione del 2000. E non hanno notato le incongruenze: tipo che il Mind Flayer della seconda stagione è simile ai dissennatori di Harry Potter e quello della terza è un incrocio tra Venom e la Cosa. Memorabile, poi, il russo implacabile simile a Terminator!

lunedì 1 luglio 2019

Fantascienza amore mio!



Nel 1960 parlavano del 2000 come l’anno delle auto volanti, delle città elevate tra le nuvole e della stazione spaziale orbitante attorno alla Terra dalla quale partivano navi stellari alla conquista del cosmo. In molti temevano anche che il 2000 sarebbe stato travolto dalla terza guerra mondiale, e che il volto del mondo sarebbe radicalmente cambiato.
Non è successo quasi niente di tutto questo. Forse la cosa più simile alle fantasie degli autori di fantascienza è stato il comunicatore del capitano Kirk, replicato abbastanza fedelmente dal Motorola V66 e poi ampiamente superato per tecnologia dai moderni iPhone e smartphone.
Oggi il 2000 è il passato e già il 2020 si avvicina. Stranamente gli extraterrestri non sono ancora arrivati: né quelli cattivissimi di Independence Day, pronti a distruggerci, e neppure quelli buoni di E.T. e di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Siamo soli con la nostra fantasia, che per la verità si sta un po' esaurendo.
Negli anni ‘50 molti scrittori (inglesi e americani) scrivevano storie di fantascienza che all’epoca erano considerate opere minori, letteratura di evasione. E questo giudizio venne mantenuto anche per i prodotti degli anni ‘60.
Poi, negli anni ‘70 successe qualcosa: grazie ai progressi negli effetti speciali e grazie a persone di talento che rielaborarono molto di quel materiale d’evasione, arrivarono successi come Guerre Stellari e Alien. La fantasia della gente comune fu stimolata da ciò che vedeva al cinema e s’innescò una sete di fantastico che Hollywood ha saputo abilmente dissetare fino ai giorni nostri.
Eppure tutto ha una fine. Chissà che anche la fantascienza non sia vicina al suo oblio. In fondo la fantascienza rubò la scena al western, che negli anni ‘60 era il re incontrastato al cinema.
Qualcuno dirà: “Sempre a parlare dei film, ma ci sono anche i libri! Bellissimi e impossibili da rappresentare sullo schermo”.
Sbagliato. Oggi i film riproducono tutto quello che descrive il libro, gli effetti speciali rendono difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è creato in CGI, gli sceneggiatori sono scrittori e lavorano in team migliorando spesso il romanzo da cui è tratto il film. Certo, devono essere bravi, infatti non è raro assistere a qualche imbarazzante pasticcio.
Infine, la gente legge sempre meno, quindi la guerra carta contro pellicola è persa in partenza.
E poi, chi avrebbe mai immaginato, nel 1960, che un film di fantascienza si sarebbe potuto trarre da un videogame?
Non è riuscito a immaginarlo neppure Isaac Asimov!