lunedì 1 luglio 2019

Fantascienza amore mio!



Nel 1960 parlavano del 2000 come l’anno delle auto volanti, delle città elevate tra le nuvole e della stazione spaziale orbitante attorno alla Terra dalla quale partivano navi stellari alla conquista del cosmo. In molti temevano anche che il 2000 sarebbe stato travolto dalla terza guerra mondiale, e che il volto del mondo sarebbe radicalmente cambiato.
Non è successo quasi niente di tutto questo. Forse la cosa più simile alle fantasie degli autori di fantascienza è stato il comunicatore del capitano Kirk, replicato abbastanza fedelmente dal Motorola V66 e poi ampiamente superato per tecnologia dai moderni iPhone e smartphone.
Oggi il 2000 è il passato e già il 2020 si avvicina. Stranamente gli extraterrestri non sono ancora arrivati: né quelli cattivissimi di Independence Day, pronti a distruggerci, e neppure quelli buoni di E.T. e di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Siamo soli con la nostra fantasia, che per la verità si sta un po' esaurendo.
Negli anni ‘50 molti scrittori (inglesi e americani) scrivevano storie di fantascienza che all’epoca erano considerate opere minori, letteratura di evasione. E questo giudizio venne mantenuto anche per i prodotti degli anni ‘60.
Poi, negli anni ‘70 successe qualcosa: grazie ai progressi negli effetti speciali e grazie a persone di talento che rielaborarono molto di quel materiale d’evasione, arrivarono successi come Guerre Stellari e Alien. La fantasia della gente comune fu stimolata da ciò che vedeva al cinema e s’innescò una sete di fantastico che Hollywood ha saputo abilmente dissetare fino ai giorni nostri.
Eppure tutto ha una fine. Chissà che anche la fantascienza non sia vicina al suo oblio. In fondo la fantascienza rubò la scena al western, che negli anni ‘60 era il re incontrastato al cinema.
Qualcuno dirà: “Sempre a parlare dei film, ma ci sono anche i libri! Bellissimi e impossibili da rappresentare sullo schermo”.
Sbagliato. Oggi i film riproducono tutto quello che descrive il libro, gli effetti speciali rendono difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è creato in CGI, gli sceneggiatori sono scrittori e lavorano in team migliorando spesso il romanzo da cui è tratto il film. Certo, devono essere bravi, infatti non è raro assistere a qualche imbarazzante pasticcio.
Infine, la gente legge sempre meno, quindi la guerra carta contro pellicola è persa in partenza.
E poi, chi avrebbe mai immaginato, nel 1960, che un film di fantascienza si sarebbe potuto trarre da un videogame?
Non è riuscito a immaginarlo neppure Isaac Asimov!

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