Nel 1960 parlavano del 2000 come
l’anno delle auto volanti, delle città elevate tra le nuvole e
della stazione spaziale orbitante attorno alla Terra dalla quale
partivano navi stellari alla conquista del cosmo. In molti temevano
anche che il 2000 sarebbe stato travolto dalla terza guerra mondiale,
e che il volto del mondo sarebbe radicalmente cambiato.
Non è successo quasi niente di
tutto questo. Forse la cosa più simile alle fantasie degli autori di
fantascienza è stato il comunicatore del capitano Kirk, replicato
abbastanza fedelmente dal Motorola V66 e poi ampiamente superato per
tecnologia dai moderni iPhone e smartphone.
Oggi il 2000 è il passato e già il
2020 si avvicina. Stranamente gli extraterrestri non sono ancora
arrivati: né quelli cattivissimi di Independence Day, pronti a
distruggerci, e neppure quelli buoni di E.T. e di Incontri
ravvicinati del terzo tipo.
Siamo soli con la nostra fantasia,
che per la verità si sta un po' esaurendo.
Negli anni ‘50 molti scrittori
(inglesi e americani) scrivevano storie di fantascienza che all’epoca
erano considerate opere minori, letteratura di evasione. E questo
giudizio venne mantenuto anche per i prodotti degli anni ‘60.
Poi, negli anni ‘70 successe
qualcosa: grazie ai progressi negli effetti speciali e grazie a
persone di talento che rielaborarono molto di quel materiale
d’evasione, arrivarono successi come Guerre Stellari e Alien. La
fantasia della gente comune fu stimolata da ciò che vedeva al cinema
e s’innescò una sete di fantastico che Hollywood ha saputo
abilmente dissetare fino ai giorni nostri.
Eppure tutto ha una fine. Chissà
che anche la fantascienza non sia vicina al suo oblio. In fondo la
fantascienza rubò la scena al western, che negli anni ‘60 era
il re incontrastato al cinema.
Qualcuno dirà: “Sempre a parlare
dei film, ma ci sono anche i libri! Bellissimi e impossibili da
rappresentare sullo schermo”.
Sbagliato. Oggi i film riproducono
tutto quello che descrive il libro, gli effetti speciali rendono
difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è creato in CGI,
gli sceneggiatori sono scrittori e lavorano in team migliorando
spesso il romanzo da cui è tratto il film. Certo, devono essere bravi, infatti non è raro assistere a qualche imbarazzante pasticcio.
Infine, la gente legge sempre meno,
quindi la guerra carta contro pellicola è persa in partenza.
E poi, chi avrebbe mai immaginato,
nel 1960, che un film di fantascienza si sarebbe potuto trarre da un
videogame?
Non
è riuscito a immaginarlo neppure Isaac Asimov!
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