venerdì 1 agosto 2025

K2-18b

 

L’esopianeta K2-18b si trova a 124 anni luce da noi, nella costellazione del Leone, orbita attorno alla nana rossa K2-18 a una distanza molto ridotta rispetto alla distanza che c’è tra la Terra e il Sole. Eppure, proprio per le ridotte dimensione della nana rossa e quindi per il minor campo di irraggiamento, il pianeta extraterrestre rientra perfettamente nella “zona abitabile” della sua stella.

K2-18b ha un raggio circa 2,6 volte quello della Terra e una massa 8,6 volte superiore. È stato scoperto nel 2015 dal telescopio spaziale Kepler della NASA, quindi gli scienziati lo stanno ancora studiando per capire se le firme chimiche rilevate sono effettivamente prove di vita.

Nella sua atmosfera sono state trovate possibili tracce di dimetil solfuro e dimetil disolfuro, composti che, sulla Terra, sono prodotti da organismi viventi. Non è ancora chiaro se si tratti di un pianeta acquatico o di un mininettuno gassoso, ma se il caso fosse il primo, visto che sembra avere temperature di superficie intorno ai 15 gradi, le potenzialità di vita aliena diventerebbero molteplici.

Su YouTube l’astrofisico Luca Perri spiega in modo facile (comprensibile anche ai Neanderthal come me) quanto ci sia ancora di ignoto su questo esopianeta e quanto bisogna stare attenti a non sbilanciarsi per evitare figure barbine. Il video è molto interessante, metto il link qui sotto per chi non l’avesse già visto.



Io che non ho una reputazione scientifica da perdere e mi lascio sempre trasportare dalla fantasia spero che K2-18b sia un mondo oceano ricco di vita animale, coi fondali pieni di alghe e magari con qualche isola rigogliosa di vegetazione. E chissà che non ci sia anche una forma di vita intelligente a popolarlo sopra o sotto il mare.

Data l’enorme distanza che ci separa da lui non potremo mai raggiungerlo, ma se anche fosse possibile, l’uomo dovrebbe fare i conti con la gravità, infatti K2-18b è una SuperTerra con una massa otto volte quella della Terra. Forse gli eventuali astronauti potrebbero sbarcare protetti da esoscheletri, che impedirebbero alle ossa di spezzarsi, ma sarebbero sicuramente deboli rispetto a qualsiasi creatura si sia sviluppata in quell’ambiente a gravità così forte.

Sempre lasciandosi trasportare dalla fantasia viene subito in mente Aarn Munro il Gioviano della trilogia (oggi piuttosto datata) di John W. Campbell jr. pubblicata in Italia nel 1971. Il Gioviano era un uomo nato su Giove con superpoteri grazie alla maggiore gravità del pianeta.

Perché ho messo questa citazione? Per darmi qualche aria da cultore fantascientifico accanito. In realtà ho letto solo il primo libro della trilogia e l’ho trovato piuttosto “suprematista”, coi terrestri che si scontrano con alieni demoniaci simili a satiri brutti, cornuti e cattivi da eliminare a tutti i costi. Tanto che alla fine i terrestri distruggono il pianeta degli alieni compiendo un genocidio che l’autore presenta come lieto fine.

Siccome gli umani non sono cambiati dagli anni ‘70 a oggi e siccome ho visto Avatar al cinema, direi che è un bene non poter raggiungere K2-18b, soprattutto nel caso fosse abitato. Noi siamo troppo pericolosi per l’universo!