Vorrei
fare un’analisi della fantascienza così come la intendiamo oggi,
del significato della parola stessa e di come questa sia entrata
nell’immaginario di tutti come qualcosa di vero.
Sto
delirando vero? In effetti sembrerebbe, ma fermiamoci un attimo a
riflettere: quante volte ci hanno
dato fastidio gli
stop di Piero Angela nel suo Quark teso a divulgare informazioni più
scientifiche possibili per
mantenere
gli spettatori con i piedi per terra? E quante volte, invece, ci
siamo lasciati incantare dalle astute interpretazioni della scienza
di Roberto Giacobbo nel suo Voyager?
Se
gli scienziati dicono
che
su Marte, in tempi remoti potrebbero esserci stati dei
microorganismi, noi pensiamo subito ai marziani. E
se
c’erano dei microorganismi, vuoi che non ci fosse qualche mostro
alto dieci piani e magari tanti omini verdi che non arrivavano a un
metro?
Ecco
la parola fantascienza che torna prepotente e diventa protagonista.
La
scienza è noiosa perché si attiene ai fatti accertati, alle prove
scientifiche; ci conferma che è impossibile superare la velocità
della luce e comunque con la nostra tecnologia chissà
tra quanti anni saremo in grado di raggiungerla. La
fantascienza invece
è fantasia! Ci trasporta in un universo che non esiste, se non nella
nostra testa, ma
dove
tutto è possibile. Un
universo
dove gli Xwing cabrano nello spazio come faceva il
Supermarine
Spitfire nonostante
nel vuoto assoluto non si possa
volare così,
oppure
dove
i TIE imperiali ululano come
facevano
gli Junkers Ju 87 Stuka e
questo infischiandosi del fatto che nel vuoto il suono non si
propaghi.
C’è
un filone prima narrativo e poi cinematografico che secondo me è
stata la fantascienza del passato: il mitologico, che negli ultimi
cento anni si è evoluto in fantasy. Gli
antichi cercavano di spiegare l’ignoto con la fantasia e pensarono
figure ibride
umane
e
animali. Da
qui i miti dei
satiri
e dei
centauri e così via. I nordici immaginarono
creature
che erano la parodia
degli uomini,
come
i
troll e i goblin, oppure perfette e soprannaturali come gli elfi.
Tutto
questo si è consolidato nel tempo e si fa fatica a distinguere il
mito dalla giunta romanziera e
qui viene subito in mente
la leggenda del Graal.
Ecco,
noi abbiamo bisogno di spaziare con la fantasia e se ai tempi della
spada il ritrovamento delle ossa di dinosauro alimentò le credenze
sui draghi, oggi che il punto più lontano che l’uomo è riuscito a
calpestare è il suolo lunare, la credenza e la speranza è che
intorno ad Alpha Centauri orbiti un pianeta pieno di alieni che
verranno presto a farci
visita. Fantastichiamo
saltando
a piè pari la prudenza degli scienziati!
Questa
è fantascienza, ma nell’attesa che la scienza ci dia risposte
(potremmo essere morti da un pezzo quando arriveranno), ci buttiamo a
pesce nella narrativa e soprattutto al cinema, cullati dai miti
moderni.
E le occasioni per buttarsi a pesce nella narrativa non mancano: una potrebbe essere acquistare e leggere le Scritture Aliene...
Nessun commento:
Posta un commento