venerdì 29 dicembre 2017

Fantascienza ma anche no


 
Vorrei fare un’analisi della fantascienza così come la intendiamo oggi, del significato della parola stessa e di come questa sia entrata nell’immaginario di tutti come qualcosa di vero.
Sto delirando vero? In effetti sembrerebbe, ma fermiamoci un attimo a riflettere: quante volte ci hanno dato fastidio gli stop di Piero Angela nel suo Quark teso a divulgare informazioni più scientifiche possibili per mantenere gli spettatori con i piedi per terra? E quante volte, invece, ci siamo lasciati incantare dalle astute interpretazioni della scienza di Roberto Giacobbo nel suo Voyager?
Se gli scienziati dicono che su Marte, in tempi remoti potrebbero esserci stati dei microorganismi, noi pensiamo subito ai marziani. E se c’erano dei microorganismi, vuoi che non ci fosse qualche mostro alto dieci piani e magari tanti omini verdi che non arrivavano a un metro?
Ecco la parola fantascienza che torna prepotente e diventa protagonista. La scienza è noiosa perché si attiene ai fatti accertati, alle prove scientifiche; ci conferma che è impossibile superare la velocità della luce e comunque con la nostra tecnologia chissà tra quanti anni saremo in grado di raggiungerla. La fantascienza invece è fantasia! Ci trasporta in un universo che non esiste, se non nella nostra testa, ma dove tutto è possibile. Un universo dove gli Xwing cabrano nello spazio come faceva il Supermarine Spitfire nonostante nel vuoto assoluto non si possa volare così, oppure dove i TIE imperiali ululano come facevano gli Junkers Ju 87 Stuka e questo infischiandosi del fatto che nel vuoto il suono non si propaghi.
C’è un filone prima narrativo e poi cinematografico che secondo me è stata la fantascienza del passato: il mitologico, che negli ultimi cento anni si è evoluto in fantasy. Gli antichi cercavano di spiegare l’ignoto con la fantasia e pensarono figure ibride umane e animali. Da qui i miti dei satiri e dei centauri e così via. I nordici immaginarono creature che erano la parodia degli uomini, come i troll e i goblin, oppure perfette e soprannaturali come gli elfi. Tutto questo si è consolidato nel tempo e si fa fatica a distinguere il mito dalla giunta romanziera e qui viene subito in mente la leggenda del Graal.
Ecco, noi abbiamo bisogno di spaziare con la fantasia e se ai tempi della spada il ritrovamento delle ossa di dinosauro alimentò le credenze sui draghi, oggi che il punto più lontano che l’uomo è riuscito a calpestare è il suolo lunare, la credenza e la speranza è che intorno ad Alpha Centauri orbiti un pianeta pieno di alieni che verranno presto a farci visita. Fantastichiamo saltando a piè pari la prudenza degli scienziati!
Questa è fantascienza, ma nell’attesa che la scienza ci dia risposte (potremmo essere morti da un pezzo quando arriveranno), ci buttiamo a pesce nella narrativa e soprattutto al cinema, cullati dai miti moderni.

E le occasioni per buttarsi a pesce nella narrativa non mancano: una potrebbe essere acquistare e leggere le Scritture Aliene...

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