martedì 4 febbraio 2020

I robot saranno come li ha immaginati Isaac Asimov?




È difficile, per un essere umano, immaginare il meccanismo di ragionamento di una macchina nel momento in cui dovesse divenire senziente. Per natura tendiamo a riflettere le nostre emozioni sugli animali, ci affezioniamo al cane o al gatto e li sentiamo amici, parte di noi, quasi parenti. Quindi è probabile che faremmo qualcosa del genere anche nei confronti di un androide, cioè di un robot che imita l’uomo.
Isaac Asimov immaginò il cervello positronico per giustificare il passaggio dal mero computer calcolatore ai suoi robot e nel racconto L’uomo bicentenario toccò il punto più alto dell’umanizzazione della macchina: il robot che vuole diventare un uomo.
Nel film Io robot, Will Smith odia i robot perché uno di questi l’ha ripescato mentre stava annegando, scegliendo freddamente, col calcolo delle probabilità, tra lui e una bambina. Un umano avrebbe tentato di salvare la bambina e forse sarebbero morti in tre, perché l’essere umano è preda delle emozioni. La macchina, invece, calcola le probabilità di riuscita nell’azione e agisce di conseguenza.
Eppure possiamo solo immaginare quali meccanismi potrebbero innescarsi in una mente non umana, fatta di circuiti integrati.
L’ipotesi più banale è Skynet: la macchina cattiva che decide di distruggere la razza umana. Il nazista meccanico! Sfruttato anche per i Daleks del Dr. Who e per i Cylons di Battlestar Galactica.
Tuttavia è molto probabile che il robot sarebbe migliore di noi proprio perché privo di emozioni. Infatti la sopraffazione, la cattiveria, il sadismo, sono emozioni negative tipicamente umane. Un leone uccide per mangiare e non lo fa se è sazio. L’uomo, invece, uccide per divertimento.
Che farebbe una macchina senziente entrando in contatto con una specie organica intelligente?
Forse lo scopriremo in futuro e magari sarà una piacevole sorpresa.

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