I pirati della galassia è un film del 1984, conosciuto anche come I pirati dello spazio. Il titolo originale è The Ice Pirates ma da noi uscì solo in videocassetta in un paio di versioni e di conseguenza con due titoli diversi. A me capitò di sicuro una VHS copiata (c’erano molti videonoleggiatori all’epoca che erano più pirati di quelli del film). Quindi, la videocassetta “ciucciata” pagata per originale, sommata al terribile e insensato 4:3 dell’Home video, non mi permise il superamento dei primi cinque minuti di visione. Diciamo che al film fu riservato un immeritato trattamento da cane bassotto e infatti in pochi se lo ricordano.
Eppure, rivisto oggi e paragonato ai tanti film di serie B realizzati imitando Guerre Stellari, si può dire che non fu certo il più brutto.
Parliamo a grosse linee della trama, semplice e spensierata: il Comandante Supremo (John Carradine), con i suoi templari, vuole distruggere le ultime riserve idriche rimaste nell’universo per controllarne la diffusione al mercato nero. Ma i pirati del ghiaccio depredano le astronavi del cattivone per dissetare i più bisognosi. Sono i buoni e più che pirati sembrano appunto gli eroi di Sherwood.
Gli effetti speciali sono sufficienti, anche se chi realizzò i modellini non riuscì a pensare con originalità. Una nota curiosa sono i raggi laser, neri con l’alone di luce azzurra. Sicuramente alternativi a quelli di Star Wars e tuttavia visivamente meno efficaci.
Il punto di forza del film è certamente l’ironia: non disponendo di un budget all’altezza, i produttori puntarono sul semiserio (quasi demenziale) e in effetti spesso si sorride.
La comicità si nota subito nel primo abbordaggio, quando i pirati del capitano Jason (Robert Urich) irrompono nella parte di nave adibita ai bagni, passando davanti a uno sbalordito alieno seduto sul water! La ciurma, poi, è tutta un programma: Roscoe (Michael D. Roberts) è il fedelissimo del capitano e anche il più scherzoso. Zeno (Ron Perlman) è un alieno lucertola… se gli tagliano una mano non mette l’uncino, tanto gli ricresce. Maida (Anjelica Huston) è praticamente una gladiatrice che affetta chiunque non gli vada a genio. I robot marinai, sono di una stupidità incredibile: c’è quello che se la fa addosso per la paura (olio motore, ingranaggi e viti) e quello che, interrogandosi su un bullone, lo svita finendo smontato.
Memorabile il vichingo nero con accoliti al seguito che assalta, sul pianeta desertico, il mezzo motorizzato di Lady Frog in perfetto stile Mad Max.
Fin dall’inizio si capisce che sboccerà l’amore tra la principessa Karina e Jason, i due si punzecchiano come accadeva tra Leia e Han Solo e, nella seconda parte del film, finiscono a letto col simulatore di tramonti, oceani e temporali acceso. La pioggia li renderà fradici di passione.
Purtroppo l’effetto parodistico arriva all’esagerazione, soprattutto nel finale, con l’abbordaggio nell’iperspazio e l’accelerazione temporale che fa invecchiare i protagonisti durante la battaglia. Qui si rischia davvero il ridicolo! A proposito, Karina rimane incinta! Si capisce durante l’accelerazione temporale, quando nasce il bambino, cresce e infine torna a salvare i genitori ormai vecchissimi.
Il fatto che i robot dei pirati e quelli dei templari siano praticamente identici crea un po' di confusione durante le schermaglie. Inoltre l’abbigliamento, volutamente anacronistico, avrebbe potuto essere un tantino rielaborato. Invece i templari indossano proprio la cotta di maglia, la sopravveste e l’elmo conico! E naturalmente i pirati sono vestiti come quelli di capitan Silver o di Barbanera, completi di sciabole, scimitarre, pugnali e asce.
L’incontro con le immancabili amazzoni introduce il buffo personaggio dell'Imperatore Wendon (Bruce Vilanch), praticamente una testa che finge di avere un corpo. Ne troverà finalmente uno di suo gusto agganciandosi a un robot danneggiato negli scontri con i templari.
Una considerazione a parte va fatta per il poster, divinamente disegnato strizzando l’occhio a Indiana Jones (perfino i caratteri del titolo sembrano citarlo).
Alla fine il film è piacevole e, come Guerre Stellari, è un miscuglio di generi conditi con tanta fantascienza. Ebbe solo la sfortuna di arrivare tardi, quando ormai c’erano stati L’Impero colpisce ancora, Il Ritorno dello Jedi e le imitazioni Battaglie nella Galassia, Capitan Rogers nel 25° secolo e I magnifici 7 nello spazio, che avevano finito per rovinare la piazza.
Secondo me sarebbe bastato il poster ad assicurare la sala, invece, le critiche estremamente negative negli USA e il flop al botteghino frenarono i nostri distributori, che spesso distribuirono roba terribilmente peggiore.
Scusami... non ho capito se l'effetto parodistico di cui parlavi sia cercato o meno, ed è importante perché nel primo caso sarebbe buona fantascienza satirica, nel secondo lasciamo stare che è meglio.
RispondiEliminaè cercato, te l'assicuro. Nonostante questo, il film, resta di serie B per molti ovvi motivi.
RispondiElimina