La Regina degli Insetti
La
Regina si alzò in mezzo alle altre potenziali regine. Lei era la
nuova, se ne rese
subito conto.
Le altre non erano del tutto
formate. Quelle nate dopo di lei annaspavano ancora cieche, nella
bava. Alcune, addirittura, maturavano da troppo tempo dentro l’uovo
e probabilmente erano già morte. Ci pensò un attimo. Lo erano
davvero? Non poteva saperlo. Le guardò attraverso il loro guscio
semitrasparente. Le parve che si muovessero, forse qualcuna ce
l’avrebbe fatta, ma lei non avrebbe mai permesso a un’altra di
poterle contendere il potere. Era stata la prima a diventare grossa a
sufficienza e si sentiva pronta.
Schiacciò tutte le uova.
Dai gusci rotti uscirono
rivoli di liquido vitale rosa, insieme ai corpi maciullati delle
inquiline. Subito dopo, la Regina si volse verso le sorelle cieche.
Con le zampe, furiosa, le colpì, le colpì e le colpì ancora, fino
a ucciderle tutte.
I loro corpi martoriati, col
liquido vitale sparso intorno, la fecero gioire. Finalmente era
diventata la sola padrona di tutto. Mangiò le carcasse per
riprendere le forze, visto che si era stancata molto nel massacro.
Finito il banchetto, uscì da
quella sezione del formicaio. Le piacque subito lo stile tecnologico
dei cunicoli di collegamento, anche se decise che avrebbe dato un suo
tocco personale e per farlo doveva istruire fuchi e operai, perché
erano loro che costruivano le strutture. Prima, però, bisognava
uccidere la vecchia Regina. Si diresse verso la sua dimora, sapeva
dov’era. Glielo diceva il suo istinto.
Trovò la vecchia in mezzo a
molti fuchi. La nuova Regina si eresse maestosa e aggressiva. L’altra
non reagì. Aveva un tremore sul corpo e lo sguardo rassegnato. La
nuova Regina la colpì con le sue sei zampe anteriori, con forza, e
le sfondò la testa quasi subito.
I fuchi abbandonarono la loro
defunta padrona e accorsero dalla nuova. Gli operai ricevettero un
segnale dai fuchi e nei loro piccoli cervelli si impressero le nuove
direttive regali. I fuchi trasmisero anche il volere della Regina a
tutti i guerrieri del regno.
Il giorno dopo, alla luce
della prima alba di BL Ceti, la pietra grigia mista al ferro che
componeva quasi tutta la pianura e i crinali delle montagne,
scintillò. Alla seconda alba, invece, quella di UV Ceti, che sorse
alcune ore più tardi, il paesaggio si colorò di rosso.
Dal formicaio emerse la
Regina. Nessuna delle sue antenate l’aveva fatto, perché avevano
sempre preferito starsene là sotto, al sicuro, e inviare guerrieri
in esplorazione oppure operai a raccogliere materiali. Ma lei voleva
conoscere l’intero regno, personalmente. In superficie, fu
circondata da tremila guerrieri, ognuno coperto di tecnologia.
Avevano corazze e armi innestate direttamente nei corpi, montate al
posto di arti staccati e gettati via da qualche parte, a seccare.
Un tempo si era combattuto
solo corpo a corpo, ma gli scontri con le altre civiltà avevano
indotto le regine a potenziare i loro soldati, anche con armi a
distanza.
La Regina avanzò imperiosa.
Dietro di lei si trascinarono, attaccati ai tubi di collegamento, i
Ricordanti, cioè i fuchi mnemonici.
In loro, la vecchia Regina
aveva riversato la storia di ogni più piccolo avvenimento accaduto
durante il suo regno. E loro avevano poi trasferito fatti e dati nel
centro di archiviazione, in fondo al formicaio.
La nuova Regina estraeva
direttamente da loro ogni informazione. Era un modo veloce e violento
per assimilare subito quanto si voleva sapere. In fondo, a quel modo,
la vita dei fuchi assumeva un minimo valore che altrimenti non
avrebbe avuto per lei.
Il primo Ricordante, essiccato
e svuotato dall’interno, cadde a terra. Il suo corpo non serviva
più alla Regina, quindi gli staccò il tubo comunicante e
l’abbandonò.
Aveva appreso dell’invasione
terrestre nel suo sistema stellare e dell’esistenza di altre regine
e altri formicai più piccoli sulle lune del suo mondo. E addirittura
sull’altro pianeta del sistema. Doveva comunicare con loro e, da
pari quali erano, organizzare una strategia comune.
Un altro Ricordante,
appassito, crollò al suolo. Lei staccò il collegamento e ritrasse
il tubo dentro l’addome. Apprese con disappunto che gli Umani
avevano distrutto il mondo che orbitava intorno alla stella gemella
della sua. Non erano riusciti a conquistarlo e avevano preferito
distruggerlo, spazzando via un intero regno di insetti. La rabbia la
fece fremere forte, decise che avrebbe preparato una tremenda
vendetta. Ma non subito.
Prima c’era da capire,
scoprire e riordinare. Spedì i guerrieri in perlustrazione, sui
territori lontani del suo mondo e nello spazio.
Attese, paziente.
Quando tornarono, riferirono
di una situazione tranquilla, pareva che nessun nemico minacciasse il
regno, almeno per il momento.
La Regina risucchiò la vita
da altri due Ricordanti e li abbandonò. Apprese che i fuchi avevano
costruito esseri meccanici, simili agli insetti nell’aspetto. Come
loro erano senza testa, con grosse antenne e una simil-bocca
longitudinale piena di denti che attraversava il torace. Era
importante che fossero così, per farsi identificare correttamente.
Questi esseri meccanici
riproducevano suoni simili a quelli emessi dagli Umani, ne
interpretavano il linguaggio traducendolo per la Regina. Loro avevano
trattato con gli Umani dopo l’armistizio che aveva segnato la fine
della guerra.
L’altra Regina era stata
l’artefice di tutto ciò, perché aveva creduto che fosse
importante mantenere un canale di contatto col mondo degli Umani, per
controllarli e allo stesso tempo per tenerli a distanza. Quella
Regina aveva adottato una politica difensiva.
Quella regina era stata una
stupida!
Lei avrebbe fatto
diversamente. Intanto perché bisognava vendicare il regno distrutto
e poi perché gli Insettoidi erano migliori dei Terrestri. Doveva
lavorare sodo per cambiare la faccia al suo mondo, ma era sicura di
riuscirci.
Un altro fuco stramazzò a
terra. Rimaneva solo l’ultimo, presto sarebbe stata completamente
aggiornata.
La nuova Regina vide una
seconda invasione di creature sconosciute, arrivate da squarci aperti
sul nulla. La vecchia Regina aveva scatenato i suoi guerrieri e dopo
una furibonda battaglia i nemici si erano ritirati. Ma le perdite
erano state ingenti e la Regina aveva dovuto deporre moltissime uova
per rinforzare l’esercito.
In un altro ricordo seppe di
una terza invasione, compiuta da creature gigantesche. I guerrieri
avevano difeso Argha per la terza volta e per la terza volta avevano
vinto, perché i colossi senza testa erano crollati su se stessi.
L’ultimo Ricordante,
avvizzito, morì. La Regina non se ne accorse subito, era occupata in
altri pensieri, così lo trascinò per un po’ e il peso le strappò
il tubo. Sentì una fitta all’addome, ma non fu cosa grave. Presto
avrebbe prodotto un nuovo tubo.
Tornò nel formicaio. La
priorità, ora, divenne ripristinare le perdite della terza
invasione. La vecchia Regina non era riuscita a coprirle con nuove
uova, proprio perché vecchia e stremata. Per ovviare a quella
debolezza, aveva deciso di deporre le uova Garr, dalle quali almeno
una Regina sarebbe riuscita a nascere.
E una ce l’aveva fatta.
I fuchi le donarono il seme e
subito dopo la Regina li divorò. Nei giorni successivi depose
milioni di uova. Tutte di guerrieri. Poi comunicò con le regine dei
regni sulle lune e sull’altro mondo. Scoprì che i suoi segnali
arrivavano molto lontano e ben presto stabilì un contatto permanente
con loro.
Alcune erano vecchie, altre
giovani, ma sapevano di avere un regno piccolo fondato su una luna,
per cui si sottomisero a lei, senza condizioni.
E la nuova Regina di Argha
impartì le sue direttive. Gli operai costruirono le arche imbevute
di bava antigravità, le equipaggiarono con i cannoni a particelle
ioniche, montarono i motori e caricarono i gusci per la sopravvivenza
nello spazio.
Quando la flotta di arche fu
pronta, si levò in volo, carica di guerrieri. Salì in cielo e uscì
dall’atmosfera. Rimase quindi in orbita in attesa di ordini.
Di fronte a tanta potenza, la
Regina fu sicura che, insieme alle sue sorelle, avrebbe fatto tremare
l’universo. Decise perciò che, per placare la sua sete di vendetta
e per far esercitare al combattimento le sue truppe, il primo
obiettivo dell’Impero insettoide sarebbe stata la Terra.
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