domenica 16 dicembre 2018

Bene, Male o Caos?


Il Diavolo abbassò una leva e girò due manopole, lo schermo rotondo posto in mezzo all’intreccio di tubi divenne sempre più brillante e il vapore scaturì da dietro la macchina.

«Eccolo! Eccolo! Ne arriva un altro!» esultò.

Un lampo fuoriuscì dallo schermo e lo illuminò, inebriandolo dell’energia che bramava. La grotta divenne rossa per un attimo, poi la luce svanì.

«Uno!» si innervosì «Oggi soltanto uno! Non posso andare avanti così».

Si tormentò nervosamente la barba. Specchiandosi nello schermo vide con soddisfazione la propria immagine riflessa: villoso, forte, rosso e soprattutto cornuto! Proprio come l’avevano immaginato gli umani.

Ma era stata davvero la scelta giusta? Quell’altro era stato più furbo.

Fare del bene? Gli uomini non ne sono capaci, aveva detto. Se scegli il Male parti in vantaggio. E poi ti do una copia della macchina che ho inventato, vedrai… giocheremo ad armi pari.

Maledetto imbroglione! Perché si era fidato di quel genio spregevole e subdolo? Perché due entità così potenti dovevano essere costrette a dividere lo stesso mondo?

Il Diavolo cambiò aspetto per rabbia!

Divenne un uomo alto e biondo, poi si trasformò in Ciclope e infine in Satiro. Effettivamente il Satiro somigliava molto al Diavolo. Sorridendo, pensò a quanto fosse misera la fantasia degli esseri umani. Rise anche per quanti nomi avevano inventato per lui: Satana, Mefistofele, Demonio, Lucifero… tutte sciocchezze.

Beh, non era il momento di abbattersi. L’energia rossa perdeva sempre più terreno rispetto a quella azzurra, ma lui aveva un asso nella manica: il familio organico stava raggiungendo la roccaforte del suo nemico, di quell’essere odioso che gli umani chiamavano Dio.

Poveri ingenui, non lo conoscevano veramente: quel falso Dio furbacchione aveva mandato un suo familio oltre la barriera dimensionale. E questo, appena arrivato sulla Terra, aveva dato a bere agli umani un mucchio di fandonie, assicurando al capo un’incredibile schiera di seguaci. Gli spiriti vitali dei morenti erano captati dalla macchina solo se credevano e grazie a quello stratagemma divenivano sorgente per l’eternità!

La voce di Dio arrivò imperiosa dal condotto principale: «Lucifero!».

«Puoi evitare di chiamarmi così? Non c’è nessun umano qui. Esci dalla parte, ogni tanto… siamo solo tu e io».

«Hai inviato un emissario per carpirmi qualche segreto?»

«L’hai scoperto? Com’è possibile? l’avevo istruito così bene...»

«L’ho stritolato! Non provarci più, non mi piace chi gioca sporco».

«Senti chi parla! Sono sempre più a corto di spiriti e tu sapevi che sarebbe finita così. Gli umani non credono più in me! E anche se continuano a compiere efferati delitti, i loro spiriti vitali si perdono nell’etere. Non riesco ad assorbirli».

«Ancora molte persone credono».

«Certo, i superstiziosi. Quelli che hai ingannato col tuo emissario».

«Ho dato loro una speranza».

«Scendi dal piedistallo, ipocrita! Tu vuoi solo la parte di questo mondo che ancora controllo. Non t’importa niente di loro».

«Non è vero» protestò Dio. «Loro contribuiranno alla vittoria del Bene sul Male».

«Ma che Bene e Male delle mie corna! La verità è che hai scelto per primo. E poi secondo me i tuoi adoratori ti hanno montato la testa, sei impazzito».

Attraverso il condotto arrivarono una decina di sibili, seguiti da un alone azzurrognolo. Il Diavolo strinse i pugni stizzito.

«Dieci! Hai preso dieci spiriti e ostenti la luce attraverso il condotto per schernirmi!» Colmo d’ira sollevò un masso e ostruì con violenza il condotto. La voce di sua Immensità, l’Altissimo, giunse attutita dalla pietra.

«L’azzurro avanza» disse. «Presto non avrai più dove nasconderti e ti annienterò. Hai paura, vero?»

Il Diavolo sentì un brivido lungo la schiena, l’imbroglione aveva ragione. Se quel ritmo di dieci a uno fosse continuato non ci sarebbe voluto molto per l’arrivo della fine.

Eppure doveva reagire, bisognava creare un altro familio, in fretta. Magari piccolissimo, in modo che fosse difficile vederlo. Già, ma poi come avrebbe fatto a rubare la macchina? Quella macchina che l’altro aveva inventato per inviare il suo emissario sulla Terra e che teneva gelosamente nascosta chissà dove? Il Diavolo si grattò la testa. Poter mettere gli artigli su quella macchina avrebbe significato inviare il proprio emissario a far proseliti. Ovviamente insistendo sul Male.

L’Anticristo!

Quello sarebbe stato il nome del familio in missione. Le sciocchezze che avrebbe raccontato erano già pronte, inventate nel corso dei secoli dagli umani. E magari avrebbe potuto rendere tutto più credibile compiendo qualche atto cruento contro i preti, in modo da attrarre i satanisti.

Sì, sì, sì!

Il piano era pronto, mancava solo la macchina. Impastò un familio molto piccolo, provvisto di ali. Gli soffiò in faccia il suo volere e lo guardò partire. Poi il Diavolo si volse alla macchina capta-spiriti, armeggiò con leve e bottoni, finché non mise a fuoco un centinaio di situazioni. Cambiò l’aspetto da Satiro in splendida donna e lanciò tentazioni a raffica. Il sesso era la sua arma più banale, ma dava ancora buoni risultati.

***

Dio si alzò dal trono che si era costruito. Per quella giornata aveva assunto l’aspetto classico: uomo vecchio e saggio, con folta barba grigia e capelli d’argento, avvolto nella tunica regale del Regno d’Israele. Era sempre stato molto gigione e gli sarebbe piaciuto andare direttamente sulla Terra per farsi ammirare dagli adepti, ma la macchina inventata non era in grado di trasferire l’intera sua entità che comunque sarebbe stata instabile nella dimensione degli umani. Così dovette accontentarsi dell’invio di un galoppino, un misero familio organico che eseguì alla lettera i suoi ordini.

Si avvicinò all’apertura panoramica della fortezza. Pensò al Diavolo e rifletté su quante difficoltà stesse passando per risolvere quel problema. Si trasformò in Zeus che aveva un aspetto decisamente più vigoroso. Brandì la saetta scatenando scintille ovunque e sentì la gloria dell’antica Grecia scorrere dentro di sé.

Come era stato più facile prima dell’arrivo dell’altro rappresentante della sua specie. Maledì la cometa che aveva impattato sul suo mondo portandolo in dono, in fondo lui era arrivato per primo, perché doveva avere un rivale? Ai tempi dell’antica Grecia non ne aveva avuti, era stato il padrone assoluto e si era divertito a impersonare tutti gli dei dell’Olimpo. Gli umani non si erano accorti della mancanza di differenze.

Purtroppo tutto era cambiato con l’arrivo di quell’altro.

Per fortuna, l’invasore era un sempliciotto: immaturo, inesperto e sicuramente meno intelligente. Era giunto potente grazie all’energia della cometa, ma lui era riuscito a tenerlo a bada. Lo aveva incantato con la sfida, lo aveva convinto che il Male era più conveniente, ma sapeva da sempre che la Speranza dei mortali era l’arma che l’avrebbe sconfitto. E presto, ne era sicuro, se lo sarebbe tolto dai piedi.

L’Immenso si trasformò in Odino, il dio monocolo dedito alla guerra che ammirava la forza e il coraggio dei suoi Vichinghi. Ai tempi, quella era stata un’interpretazione divertente! Peccato che la storiella di Dio gli fosse sfuggita di mano e i nordici avessero finito per convertirsi alla religione del vecchio barbuto.

Scacciò quei pensieri, l’importante era essersi assicurato un flusso continuo di spiriti vitali. Doveva restare concentrato sull’obiettivo.

Un rumore attirò la sua attenzione. Si precipitò nella stanza segreta dove custodiva il teletrasporto dimensionale con un brutto presentimento. Appena l’aprì scoprì il piccolo familio svolazzante sulla macchina.

Il fatto di essere Odino e avere un occhio solo non l’aiutò certo a colpire l’infiltrato. Fallì il colpo d’ascia un paio di volte e quello riuscì a scappare.

Pochi istanti dopo arrivò, dal condotto, la voce trionfante del Diavolo: «Ce l’ho fatta! L’ho vista! D’ora in poi la vedrò sempre, ovunque la nasconderai!»

«Non illuderti, non sarà facile prenderla».

«Costruirò centinaia di demoni e ti attaccherò».

«E io costruirò centinaia di angeli, sarà un Armageddon».

«Ti vedo, vecchio balordo! Sei nella parte del guercio. Semmai sarà un Ragnarok».

Trascorsero solo poche ore e dalla parte rossa del pianeta giunsero schiere di demoni urlanti, alcuni neppure completamente formati, per la fretta che il Diavolo aveva avuto nell’impastarli. Da parte sua, l’Onnipotente attivò gli angeli, riuniti in stormi e armati di trombe sputaghiaccio.

Lo scontro avvenne sulla linea di confine: i demoni lanciafiamme incendiarono e gli angeli congelarono. Terrore, morte e distruzione calarono inesorabili su tutto e a fine giornata, sul campo, restò solo una sterminata massa di cadaveri.

***

Era finita in un noioso pareggio. La situazione di stallo convinse i signori della guerra a concentrarsi sull’assorbimento degli spiriti per ricostruire gli eserciti e ricominciare l’attacco il più presto possibile.

L’Onnipotente assunse l’aspetto di Maometto, si sistemò in piedi davanti alla macchina e armeggiò con leve e manopole assistendo, sullo schermo, a uno scontro sanguinario. Se l’avesse visto un terrestre del 1980, avrebbe creduto che stesse giocando con un videogame da sala giochi.

«Venite a me… Ah, ah, ah!» rise Dio, traboccante di sadismo. «Che seguiate Yahweh o Allāh, venite a me!»

Premette il piede su una specie di acceleratore e inoculò motivazione a pioggia, poi portò al massimo una manopola per imprimere meglio la sua immagine in quelle menti deboli. I risultati non si fecero attendere: decine di morti trasmisero i loro spiriti, ci furono lampi e scintille, e una prolungata luce azzurra lo investì rendendolo sazio e soddisfatto.

Trasalì un attimo più tardi, quando vide il mostro che avanzava nello spazio. L’Altissimo si rese conto di essere impotente di fronte a ciò che era immensamente più grande di lui.

Anche il Diavolo si dava da fare con la macchina per attrarre qualche spirito vitale. Certo, senza l’Anticristo in campo c’era da lavorare parecchio, ma lui non disperava. Mise a fuoco un tizio che stava per uccidere la moglie, misurò la sua coscienza: temeva di finire all’inferno, era combattuto…

Era perfetto! Bastava dargli un aiutino!

Iniziò a instillare tentazioni: Fallo! Sarai libero! La tua amante non dovrà più nascondersi. Finalmente vi amerete alla luce del sole… e poi l’assicurazione: darai la colpa ai ladri e potrai riscuoterla. Fallo!! Fallo!!!

L’uomo inferse almeno venti coltellate e la uccise, il sangue si sparse ovunque. Gettò il coltello, si tolse i guanti e si apprestò a distruggerli, per essere sicuro di non lasciar tracce. Ma il Diavolo azionò l’aggregatore di materia, per piccole quantità funzionava piuttosto bene. Così una chiazza d’olio si materializzò proprio sotto i piedi dell’assassino che scivolò cadendo all’indietro e sbatté violentemente la testa contro un mobile. Morì all’istante.

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