lunedì 16 dicembre 2019

Kepler-438 b



Rapporto del comandante missione su esopianeta Kepler-438 b. Primo messaggio ultraluce dopo l’atterraggio:

La schermatura da radiazioni ha tenuto alla violenza del primo brillamento stellare, abbiamo un intervallo probabile di cento giorni per eseguire l’esplorazione e raccogliere più dati possibili.
Il pianeta è abitato! L’astronave è stata circondata quasi subito da creature che il nostro team scientifico non è ancora riuscito a classificare: sono senzienti o animali?
Li abbiamo chiamati tripodi, infatti si compongono di una testa che deambula su tre gambe e sono bassi, un metro scarso. Hanno due occhi neri inespressivi e una lunga fessura che probabilmente funge da bocca, ma finora non hanno emesso alcun suono.

Secondo messaggio ultraluce, due giorni dopo l’atterraggio:

Il campo base è piazzato. I tripodi ci osservano continuamente, durante le operazioni di scarico si sono avvicinati a ognuno di noi mantenendo lo sguardo fisso sul loro obiettivo. I nostri sforzi per tentare di comunicare sono falliti e la spiegazione potrebbe essere semplice, in fondo anche sulla Terra il gatto e il cane ci osservano, ma questo non dimostra che siano intelligenti.

Terzo messaggio ultraluce, tre giorni dopo l’atterraggio:

Il suolo del pianeta è monotono, molliccio e trasuda di acqua. Ci sono enormi distese di strane escrescenze che ondeggiano alla brezza leggera di un vento incessante. In un primo momento abbiamo pensato che fossero piante, ma non è così, infatti sono dello stesso materiale molliccio di cui è fatto il terreno.

Quarto messaggio ultraluce, cinque giorni dopo l’atterraggio:

L’atmosfera è molto simile a quella terrestre, anche se l’ossigeno è presente in percentuale leggermente superiore. Ci sono, inoltre, irrisorie percentuali di gas sconosciuti che stiamo analizzando. Se non risulteranno velenosi l’aria potrebbe essere respirabile, ma il rischio batteri alieni è altissimo e ogni attività esterna all’astronave è svolta con tuta pressurizzata, seguita da sterilizzazione al rientro.

Quinto messaggio ultraluce, sei giorni dopo l’atterraggio:

Abbiamo catturato un tripode e lo stiamo esaminando nella sezione quarantena. Se è un animale non si comporta come tale, non ha le reazioni istintive tipiche degli animali: paura e relativa aggressività oppure fuga dal pericolo, o fame e sete.

Sesto messaggio ultraluce, dieci giorni dopo l’atterraggio:

Il pianeta è vivo! Il nostro team scientifico ha stabilito che il suolo si muove senza attività tellurica e le escrescenze inspirano e espirano l’aria dell’atmosfera. La teoria più assurda, formulata come ipotesi fin da subito, è che i tripodi siano gli occhi di un organismo unico, sul quale stiamo camminando da dieci giorni.
Dobbiamo abbandonare la missione prima che sia troppo tardi. I tripodi si stanno moltiplicando e continuano a fissarci sempre più da vicino.

Settimo messaggio ultraluce, undici giorni dopo l’atterraggio:

Nessun testo. Perso ogni contatto con la missione su esopianeta Kepler-438 b. Necessaria valutazione della possibilità di invio di una missione di salvataggio. Necessaria decisione sui rischi di una nuova missione alla ricerca dell’equipaggio disperso, viste le esigue speranze di sopravvivenza dello stesso.

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