Rapporto
del comandante missione su esopianeta Kepler-438 b. Primo messaggio
ultraluce dopo l’atterraggio:
La
schermatura da radiazioni ha tenuto alla violenza del primo
brillamento stellare, abbiamo un intervallo probabile di cento giorni
per eseguire l’esplorazione e raccogliere più dati possibili.
Il
pianeta è abitato! L’astronave è stata circondata quasi subito da
creature che il nostro team scientifico non è ancora riuscito a
classificare: sono senzienti o animali?
Li
abbiamo chiamati tripodi, infatti si compongono di una testa che
deambula su tre gambe e sono bassi, un metro scarso. Hanno due occhi
neri inespressivi e una lunga fessura che probabilmente funge da
bocca, ma finora non hanno emesso alcun suono.
Secondo
messaggio ultraluce, due giorni dopo l’atterraggio:
Il
campo base è piazzato. I tripodi ci osservano continuamente, durante
le operazioni di scarico si sono avvicinati a ognuno di noi
mantenendo lo sguardo fisso sul loro obiettivo. I nostri sforzi per tentare di comunicare sono falliti e la spiegazione potrebbe
essere semplice, in fondo anche sulla Terra il gatto e il cane ci
osservano, ma questo non dimostra che siano intelligenti.
Terzo
messaggio ultraluce, tre giorni dopo l’atterraggio:
Il
suolo del pianeta è monotono, molliccio e trasuda di acqua. Ci sono
enormi distese di strane escrescenze che ondeggiano alla brezza leggera di un vento incessante. In un primo momento
abbiamo pensato che fossero piante, ma non è così,
infatti sono dello stesso materiale molliccio di cui è fatto il
terreno.
Quarto
messaggio ultraluce, cinque giorni dopo l’atterraggio:
L’atmosfera
è molto simile a quella terrestre, anche se l’ossigeno è presente
in percentuale leggermente superiore. Ci sono, inoltre, irrisorie
percentuali di gas sconosciuti che stiamo analizzando. Se non
risulteranno velenosi l’aria potrebbe essere respirabile, ma il
rischio batteri alieni è altissimo e ogni attività esterna
all’astronave è svolta con tuta pressurizzata, seguita da
sterilizzazione al rientro.
Quinto
messaggio ultraluce, sei giorni dopo l’atterraggio:
Abbiamo
catturato un tripode e lo stiamo esaminando nella sezione quarantena.
Se è un animale non si comporta come tale, non ha le reazioni
istintive tipiche degli animali: paura e relativa aggressività
oppure fuga dal pericolo, o fame e sete.
Sesto
messaggio ultraluce, dieci giorni dopo l’atterraggio:
Il
pianeta è vivo! Il nostro team scientifico ha stabilito che il suolo
si muove senza attività tellurica e le escrescenze inspirano e
espirano l’aria dell’atmosfera. La teoria più assurda, formulata
come ipotesi fin da subito, è che i tripodi siano gli occhi di un
organismo unico, sul quale stiamo camminando da dieci giorni.
Dobbiamo
abbandonare la missione prima che sia troppo tardi. I tripodi
si stanno moltiplicando e continuano a fissarci sempre più da
vicino.
Settimo
messaggio ultraluce, undici giorni dopo l’atterraggio:
Nessun
testo. Perso ogni contatto con la missione su esopianeta Kepler-438
b. Necessaria valutazione della possibilità di invio di una missione
di salvataggio. Necessaria decisione sui rischi di una nuova missione
alla ricerca dell’equipaggio disperso, viste le esigue speranze
di sopravvivenza dello stesso.
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