domenica 1 dicembre 2019

Venus




Chi l’avrebbe mai detto? Duemila anni dopo aver abbandonato la misurazione in anni del tempo e altrettanti settemila cicli dopo la terza Era, l’Uomo colonizzò il primo pianeta del sistema solare. La società umana procedeva ormai divisa in caste e la Storia era andata perduta nella nebbia dell’indifferenza.
Il pianeta scelto per la terraformazione non era stato Marte, come tutti avevano sempre ipotizzato, perché il Sole aveva perso molta della sua forza e la Terra si era ridotta a un mondo di ghiaccio. Così il pianeta che un tempo era stato infernale, Venere, divenne gradualmente raffreddato al punto giusto e fu sufficiente intervenire sulla chimica della sua atmosfera per renderlo abitabile. La massa molto simile a quella terrestre evitò ai coloni dolorosi adattamenti gravitazionali e viaggio dopo viaggio il nuovo Eden crebbe, mentre la madre Terra e i suoi tristi abitanti rimasti morivano.
Fu allora che la casta dei muli, i gradino più basso tra le tre caste, si rese conto di essere rimasta praticamente sola su un mondo morente. Ebbe finalmente accesso alle astronavi e a tutta la tecnologia che aveva costruito per soddisfare i bisogni delle caste superiori e tentò di migrare dove la vita sarebbe stata migliore: su Venere.
Tuttavia raggiungere l’Eden era cosa praticamente impossibile senza il permesso dei venusiani e il Primo Uguale della casta delle aquile, Theosferius Kontezio Darknaster, iniziò una feroce campagna mediatica mirata a demonizzare i terrestri. Menzogne su presunte malattie polari e improbabili tare intellettive si sommarono alle accuse infondate di delinquenza genetica. Tutto fu dato in pasto all’opinione pubblica grazie anche all’appoggio di filosofi e religiosi del culto del Sole.
Il terribile risultato fu il passaggio dal rimpatrio di chi tra mille difficoltà era riuscito ad atterrare, all’autorizzazione all’abbattimento delle astronavi che successivamente sarebbero arrivate. E come succedeva da sempre, le masse popolari applaudirono queste azioni crudeli in nome della loro sicurezza, imbeccate dal potere.
Il genocidio interstellare si consumò e i due terzi dell’umanità, quelli che formavano la casta dei muli, furono spazzati via dalla legge del più forte.
Non tutti, per fortuna. Infatti i superstiti riuscirono a modificare geneticamente i loro figli, a renderli adatti alla vita sul pianeta di ghiaccio e a renderli possenti e resistenti perfino al freddo spaziale.
Col procedere dei cicli fu perso il controllo della genetica e nacque una nuova specie che proliferò e si moltiplicò per tutta la quinta Era. Questa volta la tara divenne reale quanto inaspettata, passò da un individuo all’altro impressa nel DNA e ben presto si presentò agli ignari venusiani sottoforma di vendetta.

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