Era il lontano 1978 e i giocattoli
in Italia erano soprattutto soldatini Atlantic. O meglio, lo erano
stati fin dal 1970, grazie ai film western, ai film di guerra e ai
peplum. La mitica “Scala HO”, leggermente più grande della 1:72
di Airfix e Matchbox, permetteva di riprodurre le battaglie di quei
film in maniera spettacolare, con tantissimi soldatini piazzati sul
pavimento. E naturalmente con l’aggiunta di una buona dose di
fantasia!
Tuttavia, il mondo stava cambiando e
i giocattoli senza identità si avviavano inesorabilmente verso il
crepuscolo. I cartoni giapponesi avevano già invaso gli schermi
televisivi, anche se non c’era ancora una linea di giocattoli
originali abbinata e i bambini riempivano gli
album a figurine. Fin qui, trattandosi solo di figurine, i
soldatini reggevano bene il confronto… Ma il successo
cinematografico di Guerre Stellari, nel 1977, con la linea di action
figure della Kenner, che riproduceva tutti i personaggi del film,
spazzò via l’ultima foglia di fico.
Per correre ai ripari, Atlantic ideò
Galaxy Serie. Per la prima volta furono abbandonate le scale HO e
1:32 e gli sprue con venti soldatini o più a scatola. I nuovi
personaggi: Sky-Man, Humbot, Zephton e Dynatlon, furono totalmente
inventati dai creativi Atlantic per avere giocattoli con una precisa identità liberi dal copyright internazionale. Erano grandi (forse troppo, infatti era impossibile giocarci insieme ai personaggi di Guerre Stellari e ai Micronauti) e avevano molti accessori a corredo.
Purtroppo, nonostante l’elegante
stile grafico con cui erano stati disegnati, divennero vintage da
subito! Rappresentavano una fantascienza antica per il 1978, troppo
legata a Flash Gordon e Buck Rogers. Lo stesso Sky-Man, con mantello
e cuffia antennata, appariva ridicolo paragonato a Han Solo e Luke
Skywalker. Il robot Humbot fu certamente un plagio di C3PO (che a sua
volta plagiava la Robotrix di Metropolis). Zephton altro non era che
l’orco verde delle fiabe, col muso scimmiesco e le orecchie a
punta. Alla fine l’unico personaggio veramente originale fu Dynatlon. Sempre che, per il suo aspetto massiccio, non si sia trovata l'ispirazione
nel robot de Il pianeta proibito o in quello di Lost in space.
La serie fu in seguito arricchita di
altri tre personaggi: Sky-Girl, la compagna di Sky-Man, mamma improbabile che lanciava un finto pupo-bomba. Hypnos, un alieno-insetto piuttosto
inflazionato nel cinema di fantascienza degli anni ‘60. E Sloggy,
un centauro metà umanoide (lui e Andreotti erano praticamente due
gocce d’acqua) e metà lumaca!
Non mancarono i mezzi spaziali:
primo fra tutti il Falcon Space Interceptor (ogni riferimento al Millennium
Falcon è puramente casuale), bellissimo e ambito dai collezionisti ancora oggi, di tutti fu il più azzeccato. Il Flying Saucer di Humbot, invece, fu il più brutto e banale prodotto collaterale della
serie. Quasi superato dall’incomprensibile Interstars Car. Per il Land Air sembra che usarono gli stampi 1:32 del carro armato Leopard e il
Tempest, che non fu mai realizzato, anticipava di parecchio i Flyer di Nathan Never. Il Cynius e lo Skorpion ponevano la seria domanda: “Chi li ha
pensati aveva bevuto?”. Infine l'ultimo battito d'ali: il Supercar Interceptor. Un
ottimo bolide, un po' come una Batmobile giallo/bianca, che fa tanto uovo sodo. Peccato solo che fosse fuori
scala rispetto a tutto il resto.
Col dilagare dei Micronauti e dei
robot sparanti, Atlantic tentò di riciclare Galaxy Serie sostituendo
le braccia di ciascun personaggio con i lanciamissili, intanto aveva smesso di produrre ciò che sapeva far meglio già dal 1978: i soldatini.
Nel 1984, dopo aver riprodotto
perfino i personaggi di Capitan Harlock e Goldrake, Atlantic chiuse i
battenti, per sempre.
Per saperne di più su Galaxy Serie:
bellissimi , ne avevo alcuni , ma ero troppo piccino per collezionarli .
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