lunedì 8 giugno 2020

La fantascienza Atlantic




Era il lontano 1978 e i giocattoli in Italia erano soprattutto soldatini Atlantic. O meglio, lo erano stati fin dal 1970, grazie ai film western, ai film di guerra e ai peplum. La mitica “Scala HO”, leggermente più grande della 1:72 di Airfix e Matchbox, permetteva di riprodurre le battaglie di quei film in maniera spettacolare, con tantissimi soldatini piazzati sul pavimento. E naturalmente con l’aggiunta di una buona dose di fantasia!
Tuttavia, il mondo stava cambiando e i giocattoli senza identità si avviavano inesorabilmente verso il crepuscolo. I cartoni giapponesi avevano già invaso gli schermi televisivi, anche se non c’era ancora una linea di giocattoli originali abbinata e i bambini riempivano gli album a figurine. Fin qui, trattandosi solo di figurine, i soldatini reggevano bene il confronto… Ma il successo cinematografico di Guerre Stellari, nel 1977, con la linea di action figure della Kenner, che riproduceva tutti i personaggi del film, spazzò via l’ultima foglia di fico.
Per correre ai ripari, Atlantic ideò Galaxy Serie. Per la prima volta furono abbandonate le scale HO e 1:32 e gli sprue con venti soldatini o più a scatola. I nuovi personaggi: Sky-Man, Humbot, Zephton e Dynatlon, furono totalmente inventati dai creativi Atlantic per avere giocattoli con una precisa identità liberi dal copyright internazionale. Erano grandi (forse troppo, infatti era impossibile giocarci insieme ai personaggi di Guerre Stellari e ai Micronauti) e avevano molti accessori a corredo.
Purtroppo, nonostante l’elegante stile grafico con cui erano stati disegnati, divennero vintage da subito! Rappresentavano una fantascienza antica per il 1978, troppo legata a Flash Gordon e Buck Rogers. Lo stesso Sky-Man, con mantello e cuffia antennata, appariva ridicolo paragonato a Han Solo e Luke Skywalker. Il robot Humbot fu certamente un plagio di C3PO (che a sua volta plagiava la Robotrix di Metropolis). Zephton altro non era che l’orco verde delle fiabe, col muso scimmiesco e le orecchie a punta. Alla fine l’unico personaggio veramente originale fu Dynatlon. Sempre che, per il suo aspetto massiccio, non si sia trovata l'ispirazione nel robot de Il pianeta proibito o in quello di Lost in space.
La serie fu in seguito arricchita di altri tre personaggi: Sky-Girl, la compagna di Sky-Man, mamma improbabile che lanciava un finto pupo-bomba. Hypnos, un alieno-insetto piuttosto inflazionato nel cinema di fantascienza degli anni ‘60. E Sloggy, un centauro metà umanoide (lui e Andreotti erano praticamente due gocce d’acqua) e metà lumaca!
Non mancarono i mezzi spaziali: primo fra tutti il Falcon Space Interceptor (ogni riferimento al Millennium Falcon è puramente casuale), bellissimo e ambito dai collezionisti ancora oggi, di tutti fu il più azzeccato. Il Flying Saucer di Humbot, invece, fu il più brutto e banale prodotto collaterale della serie. Quasi superato dall’incomprensibile Interstars Car. Per il Land Air sembra che usarono gli stampi 1:32 del carro armato Leopard e il Tempest, che non fu mai realizzato, anticipava di parecchio i Flyer di Nathan Never. Il Cynius e lo Skorpion ponevano la seria domanda: “Chi li ha pensati aveva bevuto?”. Infine l'ultimo battito d'ali: il Supercar Interceptor. Un ottimo bolide, un po' come una Batmobile giallo/bianca, che fa tanto uovo sodo. Peccato solo che fosse fuori scala rispetto a tutto il resto.
Col dilagare dei Micronauti e dei robot sparanti, Atlantic tentò di riciclare Galaxy Serie sostituendo le braccia di ciascun personaggio con i lanciamissili, intanto aveva smesso di produrre ciò che sapeva far meglio già dal 1978: i soldatini.
Nel 1984, dopo aver riprodotto perfino i personaggi di Capitan Harlock e Goldrake, Atlantic chiuse i battenti, per sempre.







Per saperne di più su Galaxy Serie:



1 commento:

  1. bellissimi , ne avevo alcuni , ma ero troppo piccino per collezionarli .

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