lunedì 1 febbraio 2021

Il trasferimento di coscienza



Replicas è un ottimo film di fantascienza che affronta due tra i più delicati argomenti fortunatamente non ancora risolti dalla Scienza: il trasferimento della coscienza da un corpo ad un altro e la clonazione umana.

Parlandone superficialmente si potrebbe dire che miglioreranno l’umanità, salveranno molte vite e permetteranno il raggiungimento dell’immortalità.

Parlando da religiosi si condannano senza appello come opere del demonio, violenze alla Natura, azioni immonde che scateneranno l’ira di Dio.

 


Il protagonista del film è uno scienziato impegnato a trasferire la coscienza (per gli atei) o l’anima (per i credenti) dal corpo dei soldati morti al cervello sintetico dei robot. Non è per niente un’idea originale, lo faceva già il dottor Victor Frankenstein nel romanzo di Mary Shelley e nei molti film a esso ispirati (compresa la spassosa parodia di Mel Brooks).

Certo, il dottore trapiantava cervelli nel cranio di mostri costruiti con pezzi di cadaveri rubati al cimitero, fuori da ogni logica scientifica, ma l’idea di base, se si guarda dietro alla “fuffa orroristica”, è la medesima.

 


Tornando a Replicas, lo scienziato William Foster perde la moglie e i tre figli in un terribile incidente stradale. Preso dalla disperazione decide di resuscitarli sfruttando il progetto a cui sta lavorando. Raccoglie il loro materiale genetico e memorizza le loro coscienze, quindi ruba alcuni cloni alla Bionyne Corporation e si mette all’opera.

Il trasferimento della coscienza umana da un corpo all’altro fu brillantemente esplorato dallo scrittore statunitense Robert Sheckley nel suo romanzo Anonima aldilà (Immortality Inc.), implicando tutta una serie di varianti: da chi vende il proprio corpo per aiutare finanziariamente i familiari a chi ne è privato per azione criminale. E poi da chi si impossessa di quel corpo trasferendoci la propria coscienza a suon di dollari. L’unica assenza dall’opera di Sheckley sono i cloni e questo lo rende ancora più ruvido e amaro.

In sostanza, la possibilità da parte della Scienza, di clonare stabilmente l’uomo e trasferirvi la coscienza da un altro corpo permetterebbe ai più ricchi di vivere per sempre. La bellissima poesia ‘A livella, di Totò, sarebbe annientata e il mondo si dividerebbe in due caste: gli Immortali e i Temporanei.

L’utilizzo dei cloni apre altri scenari agghiaccianti che nel film sono appena sfiorati. L’esempio più spettacolare sono i Cloni di Star Wars, un esercito composto da persone identiche, con una personalità pianificata in fabbrica, incapaci di disobbedire agli ordini e probabilmente intelligenti appena quando basta per compiere le azioni di guerra. Appunto uno scenario agghiacciante!

Tutto sommato, elencate queste considerazioni, Replicas resta un bel film perché prende un’altra via, drammatizza gli affetti familiari, tiene alta la suspense e sbocca in un inaspettato lieto fine.

Il film ha ricevuto recensioni molto negative dalla critica, soprattutto riguardo alla sceneggiatura, agli errori nella trama e alla recitazione, risultando anche un flop commerciale. Eppure, chi se ne frega! A me è piaciuto, quindi consiglio di vedere prima di giudicare.

11 commenti:

  1. Mi piace l'approfondimento, guarderò il film. E, considerata la velocità a cui viaggia la tecnologia voglio immaginare un prossimo futuro con questi scenari

    RispondiElimina
  2. Non lo so... queste speculazioni non mi hanno mai convinto fino in fondo. Per un film o un romanzo di fantascienza può andare, ed il soggetto è anche interessante (L'Anonima Aldilà mi è piaciuto molto), ma sono convinto che nella realtà dovranno passare almeno un secolo o due prima di disporre di tecnologie del genere, sempre ammesso che siano effettivamente realizzabili.
    Per contpo mio, vedo molto più probabile che qualcosa di simile all'immortalità possa darcelo molto prima la biologia sintetica.

    RispondiElimina
  3. In ogni caso sarebbe solo per alcuni, quindi è bene che non succeda mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti preoccupare... più gente pagherà per questi trattamenti, più i costi scenderanno e maggiore sarà il gfuadagno, anche considerando che le biotecnologie sono abbastanza a buon mercato già da ora. Il problema vero sarà che dovremo sbrigarci a sviluppare il volo interstellare, altrimenti diventeremo veramente troppi.

      Elimina
    2. Di solito provvedono a liberare posti in platea con qualche guerra.

      Elimina
  4. Era appunto qui che andavo a parare. Hai presente i Moties di La Strada delle Stelle?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Strada delle Stelle è un romanzo di Larry Niven e Jerry Pournelle, uscito in Italia nel 1975, in cui l'umanità viene a contatto con una specie aliena confinata su un unico pianeta e caratterizzata da un'estrema prolificità che non è in grado di controllare a causa della sua peculiare biologia riproduttiva, e che pertanto va incontro a continue guerre e crolli di civiltà.
      Il romanzo è molto interessante e ti consiglio di leggerlo, se riesci a trovarlo ( uscì nella collana Cosmo Oro dell'Editrice Nord), anche perché la vicenda assume a tratti una prospettiva rispetto ad altri romanzi sul primo contatto, poiché in questo caso gli alieni sapientoni che arrivano in gloria... siamo noi.
      Non ti anticipo altro perché ti consiglio caldamente di leggerlo.

      Elimina
  5. Anche nel film "The Machine" appare un secondo fine di natura strettamente personale. Opera ad apparentemente basso costo, e' stata realizzata ad un livello tale da permettere di accostare la creazione della Macchina a quella del Robot del Metropolis di Fritz Lang. Interessante uno dei temi del film, ripreso nel menu del DVD, in cui a fare da sfondo ad una scena di combattimento (anzi, di addestramento) c'e' un suono che gira e rigira come la sirena di un allarme. https://www.youtube.com/watch?v=4dG_pP5QejQ

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "The Machine" non l'ho visto, non sapevo neppure che esistesse. Credo proprio che sarà il prossimo che visionerò. Grazie della preziosa informazione.

      Elimina