Avatar – La via dell’acqua
Questo spettacolare film fantasy è il degno sequel del suo predecessore. Perché fantasy e non fantascienza? Perché di fantascienza ce n’è molta, ma il fantasy fa capolino da tutte le parti. La parte fantascientifica è la stessa del primo film: gli umani raggiungono Pandora, una delle quattordici lune del gigante gassoso Polifemo, nel sistema stellare di Alfa Centauri. E continuano a sfruttarne le risorse devastando la natura, nonostante la coraggiosa resistenza degli autoctoni Na’vi. La tecnologia terrestre più avanzata permette di colmare le disparità fisiche utilizzando esoscheletri per i combattimenti a terra e astronavi per le battaglie aeree. Il problema dell’atmosfera tossica è risolto con speciali maschere a filtro.
I Na’vi hanno un aspetto accattivante che li rende simili ad altissimi elfi blu, tuttavia sono chiaramente ispirati ai nativi americani: Chiricahua, Seminole, Cherokee, Cheyenne, Arapaho... una qualsiasi di queste tribù e delle molte altre che furono costrette a difendersi dalle invasioni degli europei durante la conquista dell’America rende perfettamente l’orgoglioso spirito guerriero dei difensori. In più c’è la fauna di Pandora: tanto diversa da quella terrestre e al tempo stesso tanto simile. Ci sono pesci, balene, dinosauri acquatici, draghi (il fantasy emerge), pantere, eccetera. Tutti trasformati in creature dall’anatomia bizzarra, che si muovono con un’armonia incredibile. Probabilmente perché il CGI modella i loro movimenti sugli animali terrestri. I panorami di Pandora sono fiabeschi, eppure la vegetazione delle foreste tropicali e le isole simili alle nostre caraibiche, hanno ben poco di alieno e molto di terrestre.
Il film è una delusione? Poteva essere realizzato diversamente? No. Avatar racconta cosa accadrebbe se gli uomini raggiungessero un pianeta molto simile alla Terra, con autoctoni umanoidi quasi umani, ma tecnologicamente meno avanzati. E cosa accadrebbe se il pianeta si rivelasse ricco di risorse, cioè quello che successe con la scoperta delle Americhe!
Certo, i due film non sono troppo originali: Avatar, del 2009, ricorda parecchio Pocahontas. Jake Sully è John Smith che si ribella ai conquistatori cattivi e si unisce ai nativi buoni. E Neytiri è Pocahontas, che ruba il cuore al visitatore buono giunto dal cielo invece che dal mare. Avatar – La via dell’acqua è la variante marina all'ambientazione nella foresta e non aggiunge nulla di nuovo al capitolo precedente. I cattivi ritornano (compreso il villain, con la sua coscienza innestata in un avatar) e i buoni sono costretti ancora una volta a combattere per difendere il loro mondo.
Eppure, nonostante i 162 minuti siano un tantino eccessivi, la seconda parte della pellicola è veramente bella. Infatti appena il gioco si fa duro e la battaglia impazza, per quelli come me drogati di effetti speciali, il divertimento diventa totale!
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