Finalmente un film steampunk
dall’inizio alla fine! Macchine Mortali, di Peter Jackson, tratto
dall’omonimo romanzo del 2001 di Philip Reeve.
Hollywood ha sfiorato lo steampunk
per anni: ne I tre moschettieri, del 2011, ci sono molti elementi
steampunk. Primo fra tutti l’aeronave da guerra costruita secondo i
progetti di Leonardo rubati a Venezia.
In Hugo Cabret, sempre del 2011, si
attinge a piene mani dallo steampunk, infatti l’automa meccanico
trovato nel museo è rigorosamente analogico e riparabile dal
manutentore di orologi.
Altro vento steampunk soffiò
impetuoso in Hellboy, del 2004, soprattutto nel look dei personaggi.
E in Mutant Chronicles, del 2008, visto che ricalcava il gioco di
ruolo dichiaratamente steampunk.
Tornando a Macchine mortali, c’è
tanto steampunk da far ben sperare per il futuro: Londra semovente
dei trazionisti che attacca la muraglia degli stazionisti è un po'
come la Robredo di Mondo 9, di Dario Tonani. A proposito, chissà se
un giorno Hollywood deciderà di trasformare la nave senziente che
solca il deserto in un film?
Forse, la sbavatura più vistosa del
film di Jackson sono gli alianti degli stazionisti, che hanno motori
a razzo, roba da Star Wars! Sarebbero stati più belli mossi da
caldaie, con comignoli e sbuffi di fumo nero. Un po' come succede
all’inizio con le piccole città su ruote inseguite dalla Londra
predatrice…
Beh, non si può avere tutto subito.
Magari il prossimo film sarà uno steampunk puro e allora ci sarà da
divertirsi.
Magari avremo l’occasione di
vedere sul grande schermo la guerra di dirigibili tra il Regno
Indipendente e il Granducato di Turingia...
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