La terraformazione di Marte fu
completata nel 2492, con largo anticipo sulle previsioni. I marziani
vivevano ancora dentro le cupole e potevano circolare all’aperto
solo indossando le maschere con l’ossigeno, ma ormai la vegetazione
aveva preso il sopravvento e il deserto rosso fu gradevolmente
contaminato dal verde.
Le nuove generazioni furono afflitte
dal mal di Terra: essere nati su Marte significava avere l’organismo
adatto a gravità 0,376 g, per cui scendere sulla Terra divenne
impossibile, sarebbero sicuramente morti! E questo lo subirono come
un terribile divieto della natura, anche se la natura non c’entrava
per niente.
La ricerca dell’antica civiltà
marziana non portò a nulla: chi aveva ipotizzato che l’umanità
fosse nata su Marte e si fosse spostata in seguito sulla Terra aveva
preso un granchio colossale. Marte non era un pianeta morto, infatti
non era mai nato!
In compenso gli extraterrestri nel
sistema solare c’erano davvero. Su Europa, la quarta luna di Giove,
sotto la spessa crosta ghiacciata che copriva tutta la superficie,
c’era un immenso oceano freddo brulicante di pesci e molti di
questi erano enormi.
La base Zeus, costruita nel
ghiaccio, si collegava all’acqua mediante un pozzo d’acciaio e
grazie a sofisticati sottomarini gli scienziati ebbero modo di
studiare il primo ecosistema complesso Extra Mondo.
Anche Venere ospitò un avamposto
dell’uomo: la base Afrodite galleggiava stabilmente sulle dense
nubi venusiane a un’altitudine che non aveva certo temperature
infernali come quelle del suolo. Inoltre la gravità del pianeta era
la più simile a quella terrestre in tutto il sistema solare e questo
rendeva meno traumatico il rientro a casa per chi soggiornava nella
base, sicuramente meno traumatico di quello subito dagli equipaggi della base lunare Selene.
Eppure, il 2492 fu ricordato per un
evento incredibile che cambiò radicalmente la storia dell’umanità:
proprio in mezzo allo spazio tra le orbite di Nettuno e Urano si
materializzò un’enorme astronave aliena, giunta a velocità
UltraLuce dalle profondità dei sargassi siderali…
E
il cambiamento fu.
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