giovedì 17 ottobre 2019

Un libro pieno di fantascienza


Sei racconti di fantascienza per un totale di centotrenta pagine. Racconti che spaziano dall’ucronia agli universi paralleli, dagli androidi agli extraterrestri, da Dio fino al Diavolo!

C'è una quinta dimensione oltre a quelle conosciute dall'uomo. È una dimensione grande come lo spazio e smisurata come l'infinito. È a mezza strada fra la luce e l'ombra fra la scienza e la superstizione, fra la sommità delle cognizioni dell'uomo e il fondo dei suoi smarrimenti. È la dimensione della fantasia. È una zona che noi chiamiamo "il confine della realtà".
 

Fu la presentazione del serial Ai confini della realtà. Ebbene, Tales è tutto questo!


Breve estratto


Anno 2214, Base Scientifica Zeus sulla quarta luna di Giove.
Durante gli scavi per l’ampliamento della Base nel sottosuolo ghiacciato di Europa i minatori trovarono una salma congelata. Dalle analisi allo scanner biotronico risultò appartenere a un essere umano e il calcolo dell’età dei tessuti lo fece risalire a due milioni di anni fa.
La scoperta sbalorditiva rimbalzò dal freddo satellite di Giove direttamente sui media della Terra e ci restò per giorni. Dopo l’uomo di Neanderthal e l’uomo di Cro-Magnon, arrivava l’inaspettato uomo di Europa!
Le sorprese non finirono qui, il corpo fu scongelato in ambiente sterile e un team medico si apprestò a effettuare l’autopsia. Ma pochi minuti prima di intervenire lo trovarono vivo e vegeto in piedi davanti al lettino.
Parlava una lingua incomprensibile e i suoi occhi brillavano come le stelle del cielo. Passeggiò a lungo per i corridoi della Base e gli scienziati inviarono, al centro operativo della NASA, rapporti contraddittori.
Oggi abbiamo perso ogni contatto con Europa. Una missione di salvataggio è in partenza dal primo ormeggio della stazione spaziale e nessuno riesce a immaginare cosa possa essere successo lassù.

***

Anno 2215, l’astronave esplorativa Trantis 3 è appena entrata nell’orbita esterna di Giove e il pilota, Hornet 62, esegue le operazioni per l’avvicinamento alla quarta luna, Europa.
«Computer: ripeti il calcolo della traiettoria, quanto margine di errore abbiamo?»
«Traiettoria perfetta, margine di errore 0,0034».
«È possibile eliminare quello 0,0034?»
«Negativo: il pulviscolo spaziale e la forte attrazione del pianeta impediscono un controllo della rotta superiore al 99,98%».
«Beh, Europa è grande! Dovremmo centrarla comunque, non credi?»
«Non afferro la battuta, Signore».
«Lo so, è perché sei un vecchio modello».
L’attivazione dei motori ausiliari a impulso è repentina e Hornet 62 si schiaccia leggermente nella poltrona per l’accelerazione. Trascorrono altre due ore standard e finalmente la sfera grigiastra piena di striature rossicce si staglia imponente e riempie tutta la vetrata dell’abitacolo.
«Base Zeus da astronave Trantis 3, chiedo il permesso per l’allunaggio».
Nessuna risposta.
È inutile chiedere ancora, dalla Terra ci hanno provato per mesi, ma Hornet è un meticoloso e chiama per altre tre volte. Poi procede verso la superficie, dritto sulla Base.
L’allunaggio è dolce. Il ghiaccio si estende ovunque e la Base è quasi invisibile, dato che si sviluppa nel sottosuolo. A rivelarla sono solo alcune antenne e un boccaporto degno di un sommergibile.
La manovra manuale per i casi d’emergenza permette l’ingresso dall’esterno e Hornet entra. Una volta pressurizzato l’ambiente avanza nei corridoi stranamente poco illuminati per raggiungere il centro di comando. Quasi subito gli vengono incontro due ombre.
«Ragazzi, non mi offendo per la fredda accoglienza che mi avete riservato. D’altra parte so bene che qui fa un po' freddino».
Le ombre avanzano mute, lente e a tratti barcollano. Appena incontrano la poca luce vicino a Hornet rivelano volti assenti con gli occhi privi di pupille.
«Direi che avete dei grossi problemi! Una visita dal medico della Base no?» una rapida occhiata al cartellino identificativo di uno dei due fornisce la risposta: lo zombi è un dottore!
Hornet si ritrae, porta la mano alla fondina e estrae il disintegratore. Lo punta su uno dei due ex uomini, ma si rende conto che non sono pericolosi. Sembrano ebeti erranti, colpiti da chissà quale malattia degenerativa, probabilmente diffusa dall’ospite scongelato. La prima direttiva della sua missione è proprio osservare la quarantena in caso di epidemie. E questo sembra proprio quel caso.
Attiva un trasmettitore sulla cintura e invia il rapporto: «Emissario Hornet 62 a Houston, ho preso contatto con i primi due membri dell’equipaggio di Zeus. Sono stati infettati da un morbo sconosciuto, è importante mantenere la quarantena per evitare assolutamente il contagio». La spia brilla di rosso, il transponder della Trantis non riesce a inviare il segnale. E questo non è bene!
Col bioscanner integrato nella cintura analizza i malati: battito cardiaco assente, calore corporeo dieci gradi Celsius, i fluidi interni sostituiti da una densa linfa grigia. Sono morti che camminano, o forse qualcosa di più: emanano un’energia, convertita dalla cinetica dei loro lenti movimenti, e la emanano in direzione del centro di comando.

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