martedì 2 marzo 2021

Fantascienza Militare




La fantascienza militare prende spunto da sempre, nei libri e nei film, dalle forze militari terrestri di oggi e del passato. Ma la guerra nello spazio sarebbe proprio così? E invece, astronavi che si muovono come una delle tante sonde NASA, come potrebbero evitare i missili del nemico e contrattaccare?

L’esempio più classico di fantascienza militare nei libri è Fanteria dello spazio, di Robert A. Heinlein. I suoi fanti spaziali sono una fusione ben congegnata tra paracadutisti, marine e carri armati. Una bella pensata!
Nella trasposizione cinematografica, Starship Troopers, di Paul Verhoeven, si è scelto di potenziare l’atmosfera da dittatura militare che nel libro era appena accennata e le uniformi dei terrestri si ispirano direttamente all’esercito fascista di Mussolini.
 
Le astronavi che si combattono nello spazio, viste in molti film e serie TV, si rifanno alle moderne navi da guerra che solcano gli oceani sulla Terra. E infatti, si parla quasi sempre di Flotta Galattica, o Imperiale, o della Federazione, eccetera.
L’Enterprise del capitano James T. Kirk ha, come tutte le altre navi della Flotta Astrale, il nome di una delle unità storiche e operative della U.S. Navy. E i gradi dei membri dell’equipaggio riproducono quelli della marina (Commodoro e Guardiamarina compresi).
In Battlestar Galactica le enormi astronavi dei Coloniali sono l’equivalente spaziale delle portaerei, lanciano i Vipers che poi rientrano atterrando come faceva il Chance Vought F4U Corsair sulla portaerei USS Saratoga. Il che è abbastanza inverosimile rispetto alle dinamiche nel vuoto assoluto.
Ancora più inverosimili sono le astronavi della Flotta Imperiale e quelle dell’Alleanza Ribelle in Star Wars. Tutte navigano nello spazio e hanno caccia spaziali in appoggio che somigliano agli aerei della Seconda Guerra Mondiale. Il volo di questi caccia, come per i Vipers e i Cylon Raiders, è troppo simile a quello di un velivolo nell'aria e sarebbe impossibile nel vuoto cosmico. Inoltre, a un profano dell’aeronautica come me, risultano più moderni i veri caccia in dotazione oggi alle potenze mondiali.
I bombardieri dello Squadrone Cobalto, in Star Wars: Gli ultimi Jedi, bombardano a caduta come il B-17. E per giustificarlo, nel film attaccano il Distruttore del Primo Ordine in prossimità di un pianeta. Così le bombe, precipitando per l’attrazione gravitazionale, colpiscono il nemico.

Nel film Wing Commander c’è una piacevole variazione: i caccia atterrano come in Battlestar Galactica, ma le astronavi imitano i Galeoni e sparano bordate con schiere di cannoni sui fianchi.
La serie tedesca Le fantastiche avventure dell’astronave Orion, praticamente contemporanea alla serie classica di Star Trek, prende un’altra via: l’Orion, come l’Hydra e le altre astronavi della Pattuglia Spaziale Terrestre, si rifanno ai sottomarini (U-Boot). Gli equipaggi sono sotto la decina di membri e gli ambienti sono inevitabilmente più ristretti.
Una simile visione dell’astronave l’abbiamo nel film Il pianeta proibito, con l'incrociatore spaziale C-57-D che è il classico disco volante e ha un numero dei membri dell’equipaggio da sommergibile. Tra l’altro indossano uniformi che ricordano molto la marina militare.
Agli albori della fantascienza, le Aeronavi di Flash Gordon, si ispiravano ai dirigibili e in alcuni casi agli aerei.
In ogni caso, la difficoltà di scrittori e sceneggiatori è sempre stata immaginare le astronavi diverse da qualsiasi veicolo che si muove sulla Terra. Non ci sono riusciti anche per scelta e hanno evitato di restare verosimili, perché raccontando le vere astronavi come le Sojuz o le Apollo, avrebbero rischiato di non ottenere la spettacolarità che serviva per far innamorare lettori e spettatori.

16 commenti:

  1. In effetti mi ha sempre dato un po' fastidio vedere dei veicoli spaziali muoversi sullo schermo in questo modo del tutto implausibile.

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    1. Se si aggiunge il fatto che nel vuoto sono assenti i suoni, t'immagini che spettacolo misero? Forse, al cinema, è meglio una versione più fantasiosa...

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  2. Anche le battaglie spaziali vere sartebbero molto diverse. Uno dei vantaggi della fantascienza letteraria rispetto a quella cinetelevisiva sta proprio nel fatto che si possono descrivere come realmente si svolgerebbero.
    Ho fatto delle ricerche in proposito per un romanzo di space opera distopica a cui sto lavorando e sono saltate fuori delle cose molto interessanti.
    Tanto per cominciare, in una vera battaglia spaziale le armi laser di qualunque tipo e potenza si limiterebbero a praticare dei fori rotondi o ellittici (a seconda dell'angolo di incidenza) nello scafo dell'astronave colpita, e anche i missili a testata nucleare risulterebbero poco utili perché potrebbero venire facilmente intercettati da armi ad energia diretta.
    Sarebbe comunque possibile mettere fuori combattimento le astronavi nemiche colpendo i motori o i sistemi d'arma, ma scordiamoci quelle megaesplosioni che si vedono nei film.
    Difficilmente delle vere navi stellari verrebbero completamente distrutte; lo scopo di un combattimento spaziale sarebbe più che altro quello di metterle fuori combattimento.
    Per gli equipaggi, invece, sarebbe letteralmente un inferno. Molti perderebbero la vita a causa di decompressioni esplosive o finirebbero bruciati vivi negli inevitabili incendi provocati dalle correnti indotte negli apparati elettrici delle astronavi colpite dalle armi nemiche, specie se venissero usati raggi protonici o altri tipi di laser a particelle.
    Più che uno spettacolo misero, sarebbe un orrore.

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    1. Ottima analisi! Con l'appunto che l'orrore poco visibile non è spettacolare. Un pò come in Asterix, quando il centurione al Colosseo strilla: "Tagliate i galli a piccoli pezzi!" e Cesare lo corregge: "Non troppo piccoli, altrimenti il pubblico non riesce a vederli". Naturalmente tutto finisce in una girandola di pugni e schiaffi con romani che volano ovunque.

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  3. E questo è il vantaggio della fantascienza letteraria su quella cinetelevisiva. In un racconto o un romanzo,una battaglia spaziale può essere trattata benissimo giocando sui vissuti e sulle sensazioni degli uomini e delle donne che vi partecipano, ed è stato appunto questo l'approccio che ho adottato.
    Non ti anticipo altro perché potreebbe venirm l'idea di sottoporti l'opera per intero, una volta terminata.
    Saluti.

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  4. Certo! E magari io ti passerò qualcosa di mio.

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  5. Mi ha sempre stupito la differenza tra le battaglie spaziali in Star Trek la serie classica e quelle in serie più recenti, come Picard. Nella serie classica, è paradossale, ma sono più realistiche: le astronavi si affrontano in movimento, mantenendo il contatto con difficoltà, e si bersagliano a grande distanza. In Picard invece, si affrontano praticamente appiccicate, manovrano come pugili sul ring, sparacchiandosi una gragnuola di cìraggi laser... la cosa mi sembra del tutto irrealistica

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    1. In più, nella serie di Pichard, gli effetti al computer erano ancora agli inizi. Di conseguenza le astronavi erano poco credibili.

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  6. Infatti le serie degli anni sessanta, influenzate com'erano dalle missioni spaziali che la gente comune seguiva in TV, risultavano spesso più credibili sotto l'aspetto tecnico di quelle successive.
    Per il telespettatore di allora, abituato ai lanci delle Gemini e delle Voskhod, era assolutamente chiaro, ad esempio, che un veicolo spaziale non poteva muoversi come un aeroplano nell'atmosfera.
    Perciò non è affatto un paradosso. Siamo noi ad essere disabituati.

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    1. La peggior serie Star Trek è TNG.

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    2. Concordo. L'ho trovata più soporifera del Valium (nel senso che una volta mi ci sono addormentato davanti sul serio). Ad ogni modo, continuo a sostenere che il vero Star Trek è la serie originale degli anni sessanta, le altre le ho trovate veramente da dimenticare.

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  7. Forse l'unica che si avvicina alla serie originale è Enterprise, col capitano Archer. Tuttavia resta piuttosto indietro.

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  8. Forse si, ma sa troppo di remake non all'altezza dell'originale.

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    1. E poi quelle tutine color melanzana non si possono vedere. Meglio le "colorate" della serie classica.

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    2. Tranne quelle rosse, ovviamente. Nella serie classica, quelli che le indossano hanno un elevato rischio di finire accoppati.

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