martedì 16 febbraio 2021

Raised by Wolves – Una nuova umanità


 

Intanto perché questa mania di mettere sottotitoli a cavolo? La traduzione è “Allevato dai lupi”, sarebbe stato perfetto così!

Già dopo i primi due episodi il web si è riempito di articoli che parlano molto di Ridley Scott, del suo Alien, del suo Blade Runner, del suo modo di presentarci gli androidi. Ma fornendo notizie esigue su Raised by Wolves, visto che la serie viene stillata poco per volta, episodio dopo episodio, come è giusto che sia. Comunque il titolo originale è riferito a Campion, il più giovane dei sei bambini nati da embrioni portati su Kepler-22b e l’unico sopravvissuto. Per capire se i lupi siano gli androidi degli atei o la comunità integralista mitraica, dovremo attendere gli eventi delle prossime puntate.

Raised by Wolves è una buona serie, con molti spunti originali, ed è fantascienza pura. Come tutte le serie di questi anni è stata prodotta una prima stagione da dieci episodi e, se gli ascolti saranno alti, avremo altre stagioni. Spero vivamente in un epilogo, perché preferirei non arrivare all’undicesima stagione come X-Files!

Aaron Guzikowski ha pensato i suoi androidi lontanissimi da quelli di Isaac Asimov: privi delle tre leggi della robotica, molto simili ai sintetici di Alien e ai replicanti di Blade Runner. Inoltre li ha differenziati per scopo: Madre è un potente androide da guerra, riprogrammato per crescere bambini umani sul pianeta vergine Kepler-22b e fondare una colonia atea. Padre, invece, è un Androide di servizio riprogrammato per proteggere e sostentare la colonia.

Quello che colpisce fin dal primo episodio è la guerra umana tra gli Atei e i Mitraici. Entrambe le fazioni fanno uso dei robot ma non sono le macchine a minacciare l’umanità, come accadeva in Terminator. Sappiamo infatti che l’umanità è in grado di minacciarsi da sola fin dall’alba dei tempi.

Non so quale spiegazione abbia preparato Guzikowski per rendere credibile l’ascesa del culto di Mitra a religione predominante nel mondo. Probabilmente l’anno 2145 con la Terra devastata dalla guerra non è “Dopo Cristo”. Piuttosto, la vicenda, potrebbe essere ambientata in un universo alternativo in cui l’Imperatore Costantino, al momento di scegliere la nuova religione per l’Impero, ha optato per Mitra invece che per il Cristianesimo. Quindi saremmo 2145 anni dopo l’avvento di Mitra in un Impero Romano forse mai crollato. O forse no.

Le uniformi dei soldati mitraici sono bianche col sole rosso stampato sul petto, indossano mantelli, guanti e spallacci, portano la spada alla cintura e finiscono per risultare simili, fatta eccezione per la fondina con la pistola, agli antichi cavalieri templari cristiani. Ma anche questo è in linea col presupposto ucronico della serie: se Mitra avesse preso il posto di Cristo non ci sarebbero stati cavalieri nel medioevo? È probabile che ci sarebbero stati comunque, sotto un diverso dio. Visto che la società feudale non è legata alla religione cristiana. In Giappone, per esempio, c’era una società molto simile senza neppure un prete in giro.

Il terzo e quarto episodio risultano meno incisivi dei primi due, infatti Luke Scott subentra a Ridley Scott alla regia e si vede. Tuttavia il livello è ancora alto per un prodotto televisivo. Inoltre arrivano dei colpi di scena: il pianeta non è disabitato, animali predatori attaccano la colonia e ci sono indizi di una possibile civiltà aliena che forse resta nascosta per studiare i nuovi venuti. E qui tornano in mente Le cronache marziane di Ray Bradbury e Planeta bur di Pavel Klushantsev.

A questo punto non resta che proseguire nella visione per esplorare Kepler-22b e scoprirne i segreti. Con l’aiuto di Sol, s’intende!

4 commenti:

  1. Premesse molto interessanti. Prima di tutto è qualcosa di completamente nuovo, e anche la storia parte da presupposti originali. Ci sono tutti gli ingredienti per fare una buona serie.
    L'unica incognita è come l'accoglierà il grande pubblico, soprattutto quelli che se non vedono sempre la stessa cosa (lo so, sono un anti-Trekker sfegatato) non sono contenti.

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    1. Concordo. Io non sono anti-Trekker, però sono convinto che Star Trek abbia ormai detto tutto e non faccia altro che ripetersi da vent'anni. Come pure Star Wars.

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  2. E' proprio per questo che mi definisco anti-Trekker, perché si tratta della serie che in assoluto ha avuto più sequel, prequel e spin-off di ogni altra; e anche la cosidddetta TOS aveva grossi difetti, a cominciare dal troppo buonismo che vi prosperava e proliferava.
    Per quanto riguarda Star Wars, benché l'idea di base di una saga fondamentalmente fiabesca ambientata in una cornice fantascientifica fosse decisamente innovativa, sarebbe stato molto meglio lasciarla così com'era, facendola iniziare con La Minaccia Fantasma e terminare con Il Ritorno dello Jedi.
    Stesso discorso per Alien, che doveva terminare con il secondo film... e gli esempi non si fermano qui.
    Per questo una serie completamente nuova rappresenta per me una piacevole sorpresa.

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  3. Beh, per Alien sono completamente d'accordo: Prometheus e Covenant sono assolutamente inutili. Per Star Wars, diciamo che la Disney sta procedendo tra alti e bassi: la nuova trilogia non è un granché, Solo è mediocre, ma Rogue One è mitico! E la serie The Mandalorian è molto divertente. Comunque sì, bisognerebbe cercare qualcosa di nuovo...

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