giovedì 13 gennaio 2022

Don't look up

 

 


 

Don't Look Up, “non guardare in alto” è un ottimo film di fantascienza, ma non solo. È un Armageddon o un Deep Impact al contrario e soprattutto è un film che cerca di svegliare la gente dal torpore: sfrutta il pericolo della cometa in rotta di collisione con la Terra per dimostrare quanto possono essere miopi i governanti del mondo quando sottovalutano un pericolo chiaramente imminente. Nella vita reale questo pericolo sono i cambiamenti climatici causati dall’inquinamento dei combustibili fossili. Quindi lo scioglimento dei ghiacciai, l’aumento del livello del mare e l’effetto serra.

Per il clima i grandi (si fa per dire) del mondo si riuniscono, discutono, ma non prendono provvedimenti efficaci nonostante le proteste degli ambientalisti capitanti da Greta Thunberg. Non lo fanno perché il profitto viene prima della vita del pianeta. Cosa farebbero se una cometa minacciasse di distruggerci? È proprio così scontato che agirebbero uniti come nei tanti film catastrofici visti al cinema?

Leonardo Di Caprio, nell’intervista relativa al film, spiega che la cometa è un pericolo percepito come più concreto dell’inquinamento e riesce a scuotere perfino gli indifferenti. Ma cosa accadrebbe se il pericolo diventasse, per i media, solo una posizione politica? Chi lancia l’allarme per la collisione viene etichettato come di una determinata fazione e chi invece crede al negazionista “non guardate in alto” fa parte dell’altra.

Forse gli stessi errori si stanno commettendo con la pandemia in corso: quanti film col Virus che rischia di portare l’umanità all’estinzione sono finiti con la scoperta del vaccino? Credo tutti tranne Ultimo rifugio: Antartide (Virus) del 1980.

Invece nella realtà, per il Covid19, troppe nazioni hanno lavorato senza collaborare con le altre e i vaccini sono stati somministrati solo a chi può pagare. Follia?

Tornando al film di Adam McKay, alcuni astronomi scoprono una cometa gigantesca che punta dritta su di noi. Lanciano l’allarme, ma si imbattono in un muro di gomma. Praticamente tutti quelli che contano, giornalisti compresi, si comportano all’opposto di ciò che suggerirebbe la logica.

Il grottesco demolisce ogni nostra convinzione, l’inverosimile sembra terribilmente vero e quando la dott.ssa Kate Dibiasky dice al gruppo di ragazzi, per strada, che i governanti del mondo sono meno furbi di quello che sembrano, tutti i pezzi del puzzle sono ormai al loro posto.

L’unica scopiazzatura evidente è il presidente degli Stati Uniti Janie Orlean, interpretato da Meryl Streep… somiglia incredibilmente per cinismo e stupidità al presidente degli Stati Uniti del film Iron Sky, interpretato da Stephanie Paul.

 

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