sabato 1 gennaio 2022

Marziani

 

 


 

Gli extraterrestri arrivarono nel 2099. La NASA individuò quattrocento masse in avvicinamento tra Nettuno e Urano, che viaggiavano a una velocità tale da farle arrivare sulla Terra in due mesi. La notizia fu tenuta nascosta solo per pochi giorni, visto che la Roscosmos russa e la CNSA cinese lanciarono immediatamente due vettori per investigare. Gli yankees, bruciati sul tempo, rivelarono la novità al mondo e assicurarono che avrebbero difeso l’America e i suoi alleati da qualsiasi tipo di invasione.

La possibilità che quattrocento asteroidi fossero entrati per caso nel Sistema Solare durante la loro corsa errante, fu scartata quasi subito: le masse erano tutte identiche, viaggiavano in formazione e inviavano segnali radio incomprensibili. Cercavano di comunicare.

Gli alieni rallentarono nei pressi di Marte, entrarono in orbita e poi iniziarono la discesa sulla superficie.

Russi e cinesi impiegarono otto mesi per raggiungere il pianeta rosso dopo l’ammartaggio alieno e divennero l’avamposto di eroi in cui il mondo intero riponeva enormi speranze per la risoluzione della crisi.

Le foto delle masse ferme sul suolo desertico marziano rivelarono inconfondibili dischi argentei e uno di questi decollò raggiungendo le astronavi terrestri. Le ingoiò in un attimo e sfrecciò in direzione Terra.

All’inizio fu il panico, l’interruzione delle comunicazioni fece pensare al peggio. Ma poi, il comandante della nave cinese, inviò un breve messaggio confermando che taikonauti e cosmonauti stavano bene e che presto sarebbero atterrati a Pechino insieme ai nuovi amici dello spazio.

Gli americani ci rimasero un po' male, nessun attacco a NewYork e nessuna patriottica resistenza ai mostri conquistatori assetati di sangue che si vedevano nei film di Hollywood. E poi, i comunisti per primi a parlare con i nuovi arrivati era una cosa difficile da digerire. Tuttavia il pragmatismo mantenne la giusta rotta e il Presidente degli Stati Uniti volò in Cina per dare il benvenuto ai visitatori insieme agli altri grandi della Terra.

Gli uomini avevano immaginato gli extraterrestri in mille modi: brutti come orchi se cattivi e morbidosi come E.T. se buoni, ma quelli che scesero dal gigantesco disco argenteo troneggiante in piazza Tienanmen avrebbero spiazzato la fantasia più fervida. I loro corpi erano cumuli di scaglie, in mezzo alle quali si intravedevano brillanti occhi rossi. Galleggiavano nell’aria apparentemente privi di peso e avevano sei arti pensili che terminavano con qualcosa di molto simile alle nostre mani. Non indossavano tute spaziali, erano circondati da una barriera energetica che probabilmente riproduceva l’atmosfera del loro pianeta.

La comunicazione fu stabilita mediante la proiezioni di immagini: l’umanità assistette alla distruzione di un lontano pianeta, quando la sua stella divenne una supernova. Il viaggio dei sopravvissuti fu lunghissimo e trascorso in ibernazione. L’arrivo nel Sistema Solare li convinse di non aver posto sul terzo pianeta, sovrappopolato, per cui puntarono subito sul quarto. Vi si stabilirono e iniziarono a modificare la sua atmosfera per trasformarlo in una nuova casa. La speranza nell’amicizia con i vicini terrestri fu forte, anche se difficilmente rappresentabile solo con le immagini.

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