Mother/Android è un film riuscito solo a metà. Premetto che preferisco la formula “robot inumani assassini” come per Il mondo dei robot o Terminator piuttosto di quella “quasi umani” gestita male nella serie Westworld. Però, approfondire i personaggi e tenere sapientemente alta la tensione non può venir prima della logica nella trama.
A questo link ho letto un articolo di stroncatura che non condivido: la recensione di Today. Non perché il film non abbia difetti, ne ha fin troppi. Tuttavia l’autrice non ne ha centrato neppure uno, per cui vado a elencarli io iniziando uno spoiler feroce. Chi avesse intenzione di vedere Mother/Android non prosegua nella lettura.
Prima incoerenza: gli androidi si ribellano e iniziano a uccidere gli umani eludendo un blocco simile alle tre leggi della robotica pensate da Isaac Asimov per i suoi cervelli positronici. Eppure, nonostante il caos e la distruzione seminati all’inizio, non viene spiegato come si organizzano successivamente. Sono macchine, perché combattere in forma umanoide? Perché non costruire diavolerie volanti e micidiali come in Terminator? Skynet ritorceva la tecnologia bellica degli umani contro gli umani, annientandoli. Qui, invece, ci troviamo in uno scenario postapocalittico dove i robot si comportano come bande di zombi. Da parte loro, gli umani, erigono sbarramenti e fanno prelievi di sangue a chi vuol passare per smascherare gli infiltrati.
Seconda incoerenza: gli androidi architettano un piano per ingannare la protagonista incinta e uno di loro riesce a superare le difese di Boston. Ebbene, il piano serve a sorprendere lo spettatore, ma dal punto di vista tattico è inutile: il rifugio dell’ex programmatore, la reclusione dei finti prigionieri e la balla delle giacche schermanti per essere invisibili ai robot convincono la donna e il suo compagno che però arrivano svenuti al posto di guardia. E siccome nessuna delle sentinelle ha visto il film, la reazione da pirla di fronte a un parto imminente e un ferito grave sarebbe stata comunque quella ordinata dal regista: non controllate l’autista!
Terza incoerenza: l’obiettivo dei robot è l’EMP, l’arma elettromagnetica che neutralizza le macchine nel suo raggio d’azione e lascia senza difese la città. Che nostalgia le granitiche e assolutamente non elettriche difese dei castelli medievali!
Ma poi, perché l’androide ingannatore fa l’entrata teatrale e suicida, seguita dall’irruzione delle sue truppe in stile zombi? Per far colpo al cinema. Un’intelligenza artificiale che si rispetti sarebbe stata molto più fredda, raggiungendo l’EMP con circospezione per attivarlo e sacrificarsi in modo che i compagni potessero invadere la città.
Per quanto riguarda la protagonista, si salva momentaneamente dalla prima ondata… ma come sopravvive alla seconda?
Quarta incoerenza: i coreani sono sempre cattivissimi e arrivano a Boston col colbacco sovietico. Inoltre accettano solo i bambini, per gli americani capitalisti non c’è posto. Stereotipi a parte e pezzo strappalacrime messo lì apposta per strappar lacrime… i robot minacciano il mondo o solo l’America?
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