Mi
è capitato di vedere, in questi giorni su Prime,
il film District 9 di Blomkamp. Quando lo vidi per la prima volta nel
2009 ne fui entusiasta: l’astronave piena di migranti alieni
arrivava sulla Terra e questi divenivano il nuovo obiettivo del
razzismo, perfino da
parte
dei
neri, e
questo nonostante
ne avessero
subito
tanto dai bianchi.
Già
il film Alien Nation, del 1988, aveva lanciato un bel messaggio
antirazzista, raccontando degli extraterrestri che cercavano di
integrarsi nella società umana e del difficile rapporto tra il
poliziotto alieno e il suo collega razzista umano.
Oggi
le mie impressioni sono cambiate: District 9 prende una strada
diversa e strizza l’occhio al romanzo “Il difensore” di Larry
Niven. Infatti il protagonista Wikus viene infettato dagli alieni, si
trasforma lentamente in uno di loro e difende la sua specie, o
meglio, la specie di cui è diventato nuovo membro.
Tuttavia
non mancano le contraddizioni e i punti deboli coperti dagli ottimi
effetti speciali e dalla narrazione a tratti a metà strada tra il
notiziario e il documentario:
I
terrestri non prendono nessuna precauzione per evitare il contagio,
quando uno di loro viene infettato… perché?
L’astronave
di Alien Nation era più credibile, visto
che
trasportava prigionieri e
questi
non erano in grado di pilotarla ignorandone la tecnologia. Mentre in
District 9 c’è un enorme numero di fuchi stupidi e non si capisce
chi adoperi le armi, gli esoscheletri e il resto della sofisticata
tecnologia, a parte l’alieno
Christopher
(che potrebbe essere la regina).
Alien Nation è un ottimo film... l'altro non l'ho visto. Il romanzo di Larry Niven lo leggerò sicuramente.
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