Bello
lo Steampunk! L’esaltazione della meccanica, l’energia elettrica
e il magnetismo utilizzati come magia, la forza vapore come sistema
principale di locomozione. E soprattutto l’abbigliamento dei
protagonisti, direttamente dall’epoca Vittoriana, ma con tanti
dettagli che infondono curiosità:
Cilindri
provvisti di ingranaggi, occhiali da saldatore e tubazioni che
pendono da zaini in latta, qualcuno addirittura col comignolo.
Lo
Steampunk è talmente vasto da stordirmi tutte le volte che cerco di
capirci qualcosa. Eppure sono convinto che non sia importante capire,
perché il suo obiettivo è stupire!
Se
le battaglie aeree si combattono con improbabili aerostati a vapore
invece dei soliti jet a reazione è tutta un’altra musica. E se i
pistoleri duellano con armi a fiamma e i soldati, presi in prestito
dalla Prima Guerra Mondiale e rigorosamente con la maschera antigas,
guidano Mekka a carbone, è così per confondere il passato col
futuro.
A
proposito, i sue conflitti mondiali, opportunamente modificati,
alimentano un altro genere spettacolarmente grafico: il Dieselpunk.
Questo
genere differisce dall’altro principalmente per la forza motrice,
che non è più la caldaia a vapore ma il motore a gasolio.
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