Questo intercettore leggero di
superficie l’ho realizzato con pezzi recuperati dai modelli di un
aereo e di un carro armato. Il vessillo vagamente crucco suggerisce
l’appartenenza a un regime oppressivo che mira alla conquista della
Galassia.
Fantascienza è anche modellismo
(e hobby, almeno per me).
Negli anni ‘70 il modellismo al
cinema e in TV incantò milioni di spettatori rendendo credibili le
astronavi che sfrecciavano nello spazio. A proposito, spesso non
erano i modellini a muoversi durante le riprese; in realtà era la
telecamera che andava loro incontro più o meno velocemente, creando
l’illusione del volo.
La costruzione dei modellini
avveniva in modo artigianale, utilizzando i materiali più disparati:
dal legno, alla plastica, al polistirolo. E per i dettagli si
cannibalizzavano i blister delle scatole di montaggio del modellismo
tradizionale.
Oggi è tutto più perfetto, il
computer è in grado di creare astronavi dettagliatissime, molto più
realistiche dei modellini di un tempo, ma si è persa un po' la
poesia. Eppure i modellini non sono andati in pensione: scultori e
modellisti lavorano ancora e per primi all’oggetto che andrà in
scena. Solo in seguito il computer lo assimila con scansioni 3d, lo
elabora e lo porta in quell’universo parallelo fatto di bit.
Come cantavano i Queen, è una
specie di magia!
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