Istanbul,
Turchia: un attentato suicida a una caserma della polizia provoca una
strage tra i giovani in coda per l'arruolamento.
E'
solo il primo episodio della strategia di "violenza contro
violenza" messa in atto dagli Eletti di Dio, l'organizzazione
che coordina l'insurrezione armata cristiana nei campi profughi sulla
cosiddetta Frontiera Araba, ai confini con Siria e Iraq. Fuggiti a
centinaia di migliaia dalle atrocità della guerra civile siriana e
del Califfato dell'Isis, questi profughi hanno varcato i confini
turchi in cerca di salvezza, solo per finire perseguitati dalle
stesse autorità della Turchia, il cui governo di matrice radicale
islamica, arrivato al potere dopo uno stravolgimento elettorale,
conserva a stento il ruolo di gendarme armato della NATO in quella
regione.
A
migliaia di chilometri di distanza, nel tranquillo Belgio, Roger
Hancock, già agente operativo dell'MI6 britannico e ora direttore
dell'INTCEN, il Centro Analisi dell'Intelligence dell'Unione Europea,
si è imbattuto in problemi che non fanno altro che aumentare la sua
insonnia da stress. Prima di tutto, ha contro l'opinione pubblica
europea, accortasi con colpevole ritardo dell'esistenza del suo
dipartimento, adibito a vero e proprio spionaggio internazionale. In
secondo luogo, deve difendere il suo posto di lavoro, messo in
pericolo dalle idee politiche e dagli affaristi che ruotano attorno a
Enrique Lozano, il nuovo Presidente della Commissione Europea.
Ma a
preoccuparlo davvero è ben altro, perché dietro la facciata di
legalità che ha condotto alla creazione dell'INTCEN, gli stati
membri dell'Unione Europea celano segreti ereditati dalla Guerra
Fredda, i quali lasciano grande potere discrezionale in mano alle
persone incaricate di salvaguardarne la stabilità interna ed
esterna.
Una di
esse è proprio Hancock, legato a filo doppio alla brutale
repressione della rivolta in Turchia da parte dell'esercito regolare.
Per compiere il proprio dovere ha mentito molto e messo a rischio la
sua stessa vita.
In
questo scenario si muovono anche altri protagonisti: Erwin Looy,
agente operativo dell'INTCEN; Mehmet Kharvali, promettente ma ingenuo
reporter tedesco di origine turca; Domenico Sanesi, parlamentare
europeo a capo del Comitato Investigativo sui Servizi d'Intelligence;
l'affascinante Marie Tyus, donna che ha le chiavi di molti misteri.
Passando
da Bruxelles a Istanbul, da Amburgo ad Antakya e l'Aia, rimarranno
invischiati in un pericoloso gioco di inganni in cui le feroci lotte
di religione saranno influenzate da inimicizie personali, carrierismo
politico e patriottismo spinto alle estreme conseguenze.
Il
restyling del libro è opera mia: la nuova copertina è più calzante
rispetto al genere del romanzo, “La fine del gioco” è infatti un
action thriller. Qui sotto la vecchia cover, ormai definitivamente
archiviata.
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