La forma
dell’acqua (The Shape of Water), di Guillermo Del Toro,
è il miglior film di fantascienza che ho visto quest’anno!
Alla fine, ciò che mi ha colpito
meno è proprio la parte fantastica, non originale, visto che di
uomini pesce ne passano al cinema almeno dal 1954: ricordate Il
mostro della laguna nera (Creature from the Black Lagoon)
di Jack Arnold?
Bene, qui le cose sono un pò diverse: il 1962 è ricostruito nei minimi dettagli ma il contrasto con
la pellicola del ‘54 sta proprio nel mostrare i difetti di quella
società che Happy Days ci dipinse incantata e buonista.
Elisa, muta fin da bambina,
lavora come donna delle pulizie in un laboratorio governativo con la
sua amica Zelda e condivide l’abitazione con l’amico gay Giles,
che fa l’illustratore pubblicitario. Nel laboratorio è tenuto
prigioniero un anfibio umanoide e l’unica che riuscirà a stabilire
un contatto con lui, prima comunicativo e poi amoroso, sarà proprio Elisa.
Dalla pellicola emerge tutta la
discriminazione e la cattiveria di quei tempi e questo è il punto di
forza del film: c’è il disprezzo per gli omosessuali espresso dal
ragazzo nel bar appena si rende conto che Giles è uno di loro. E
subito dopo il razzismo esplicito verso la coppia di colore che si
vede rifiutare un tavolo nonostante il locale sia vuoto.
E poi c’è la spietatezza della
Guerra Fredda, mostrata non da una fazione, come accadeva nei film
americani di un tempo, con i russi cattivi e senz’anima. Ma com’era
veramente! Commovente è lo sforzo della spia sovietica Dimitri,
che gli americani credono il dottor “Bob” Hoffstetler, per salvare a tutti i costi il prigioniero.
Infine il mostro! Il vero mostro
del film non è certo la creatura anfibia catturata in Amazzonia
della quale si è innamorata Elisa. Il mostro è il colonnello
Richard Strickland, sadico e privo di qualsiasi residuo di umanità.
Il
rapporto tra l’uomo pesce e Elisa è romantico e diverso da quello
proposto, per esempio, nel serial TV del 1977 L’uomo di
Atlantide (Man from Atlantis). Diverso perché è un
amore fra diversi e emarginati, alla fine più vero di quello
patinato e falso dei belli anni ‘80.
Mark Harris veniva da Atlantide,
aveva le dita palmate, il fisico prestante e la faccia che piace alle
donne. La dottoressa Elisabeth Merrill era una bellissima bionda, si
innamoravano e stravincevano in tante avventure. E tanti saluti ai
poveri brutti! Soprattutto al simpaticissimo Victor Buono, che col
suo talento reggeva tutto il peso del serial.
Altri esempi di uomini pesce,
oltre che nel fantasy con i Tritoni (i maschi delle Sirene), li
abbiamo nei fumetti. Per la Marvel Comics c’è il rissoso Namor il
Sub-Mariner, un ibrido figlio di un ufficiale della marina
statunitense e la figlia dell’imperatore Thakorr di Atlantide. E
per la DC Comics c’è l’eroico Aquaman, un altro ibrido figlio di
un guardiano del faro e di una donna proveniente da Atlantide.
Tornando
a La forma dell’acqua, è un film che merita i
quattro Oscar e il Leone d’oro che ha vinto! E c’è un
particolare che mi ha sbalordito: negli anni ‘60 gli yankee avevano
già il telecomando per cambiare canale alla TV? Certo che sì! Giles ne utilizza
uno restando comodamente seduto sul suo divano. E infatti il primo
telecomando con cavo di collegamento fu realizzato dalla Zenith Radio Corporation nel 1950. Nel 1956 ne fu brevettato uno senza
fili e senza batteria che funzionava a ultrasuoni.
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