I racconti di questo volume non sono
solo fantascienza: molti strizzano l’occhio all’assurdo,
all’improbabile, all’oltre i limiti. Arrivano a varcare i confini
della realtà.
I primi dodici sono inediti, li ho
scritti nel 2024 lasciando la fantasia libera di spaziare entro i
binari del credibile.
Così capita che un cavaliere
bretone arrivi a scambiare un UFO per un drago, oppure che gli
extraterrestri si siano infiltrati tra noi per conquistarci,
ignorando quanto riusciamo a essere pericolosi. C’è chi sospetta
complotti ovunque e non immagina quale sia la sua vera natura. E se
l’umanità diventasse sterile da un giorno all’altro, chi
resterebbe per preservare la civiltà? Può darsi che un tizio noti
un’anomalia negli specchi e questi inizino a perseguitarlo. Oppure
che i pirati dello spazio, sicuri di aver messo le grinfie su un
ricco bottino, siano dominati da esso. In guerra non è facile
distinguere i buoni dai cattivi, sarà così anche nelle future
guerre intergalattiche? Sarebbe bello sapere cosa pensano davvero i
rappresentanti della politica, ma per saperlo saremmo disposti a
rinunciare ai nostri segreti? I nazisti, oltre all’Arca Perduta,
predarono qualcos’altro da portare al loro Führer?
L'analisi fredda dell'Intelligenza Artificiale è molto interessante, l'ho catturata prima che la macchina cambi idea.
Il numero totale dei racconti è
ottantacinque (nientepopodimenoche), tra questi ce ne sono dodici che subirono una sorte bizzarra: li scrissi quando volevo
vincere a tutti i costi il Premio Stella Doppia Mondadori,
praticamente la versione “racconti” del Premio Urania per i
“romanzi”.
Volevo vincere a tutti i costi e
partii a tutta birra, senza freni, pieno di entusiasmo. Appena mi
veniva in mente una buona idea iniziavo a elaborarla e ogni mese
compravo due o tre libri Urania, perché per partecipare al Premio,
ciascun racconto doveva essere accompagnato da una prova d’acquisto.
Per fortuna uscivano più collane in contemporanea, per esempio
Urania Jumbo, Millemondi, Urania Collezione, così riducevo i tempi
per accumulare le prove d’acquisto.
Arrivai a dodici prove d’acquisto
e dodici racconti secondo me buoni, sentivo di avere tutte le armi
per giocarmi la partita e non vedevo l’ora di iniziare la
selezione. Tuttavia arrivai al mese in cui tutti gli anni usciva il
bando per il Premio e il bando non uscì. Attesi il mese successivo,
con speranza ma anche con un certo panico. Alla fine telefonai alla
redazione.
Mi dissero che il Premio Stella
Doppia era stato chiuso, non si faceva più, restava solo il Premio
Urania per romanzi.
Come
diceva Renato Pozzetto: “Porcaccia di quella vaccaccia di quella
puttanaccia…”
Quello fu l’anno in cui decisi di
non partecipare più a nessun Premio, per far dispetto al destino!
Perché la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vedeva benissimo e
puntava solo me. Sicché ho evitato il Premio Urania Short, che
qualche anno dopo ha preso il posto del Premio Stella Doppia. Oggi ho qualche ripensamento...
Comunque quel che è stato è stato, il
numero dodici è magico, come le dodici colonie di Kobol di
Battlestar Galactica (il marchio nerd ce lo dovevo mettere per forza
nell’articolo). In ogni caso sono orgoglioso di avere un’antologia
tutta mia in Edizioni Scudo e soprattutto di averla così corposa:
trecentosettanta pagine in un formato più grande del solito, mica bruscolini!!!
Il libro nella collana Long Stories SF di Edizioni Scudo
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