venerdì 3 ottobre 2025

Mediterraneo Terminale, di Matt Briar

 

L’immagine che credi reale sarà sempre più potente della realtà...



Hai mai sognato una casa fatta non di stanze,

ma di porte su altri mondi?


La ricerca della felicità è da sempre l’obbiettivo di ogni essere umano. Nel nuovo ordine sociale la moneta di scambio è diventata il sudore eil duro lavoro è l’unico elemento in grado di garantire questa sopravvivenza. Tutto il resto non è altro che un’accozzaglia di accessori palliativi per momenti di illusoria fuga dalla realtà; fino alla prossima volta. Da qualche tempo i Magnati sono in tour in molte città europee permettere in scena lo spettacolo delle Tecno Arti, una nuova tecnologia sensitiva dove forme avanzate di intelligenza artificiale interagiscono con le emozioni delle persone. Tra scetticismo e fede, i protagonisti di “Mediterraneo Terminale” si incrociano proprio durante una di queste esibizioni; mescolando presente, memorie del passato e uno sguardo verso il futuro, interrogandosi su questa nuova tecnologia; se possa davvero rappresentare l’ultima speranza per l’umanità di ritrovare la felicità perduta.





Il libro sarà disponibile dal 15 ottobre 2025
BROSSURA + EBOOKISBN 979-12-81749-11-5
prezzo: € 17.50
(l'articolo sarà aggiornato col link per l'acquisto)





lunedì 1 settembre 2025

Intelligenza Artificiale Bastarda

 


 

Un giorno capita che giri tranquillo sulla tua auto con già due tagliandi gratuiti fatti, sapendo che presto dovrai fare il terzo per essere in regola con la garanzia e il computer di bordo ti segnala il fatidico messaggio (che tra l’altro ti aspettavi): “Fare manutenzione entro 20 giorni”.

Con assoluta tranquillità telefoni al concessionario e fissi un appuntamento per fare il tagliando gratis proprio perché col gratis c’è più gusto. Ti presenti il giorno prestabilito, parcheggi l’auto e consegni le chiavi. Ti chiedono i chilometri e appena dichiari i 69700 fatti ti rispondono che sei fuori regola, non hai fissato il tagliando ai 60000 previsti nel contratto (che non hai letto come non leggi mai neppure le istruzioni del TV, del frigo, della lavatrice e della lavastoviglie) e quindi dovrai pagarlo quel terzo tagliando. E aggiungono, per girare il coltello nella piaga, che se tu avessi letto il contratto, oltre ad averlo avuto gratis quel tagliando, avresti anche mantenuto la garanzia.

A questo punto ti viene in mente un dettaglio: l’Intelligenza Artificiale ha sbagliato? Perché non ti ha avvisato in tempo? Ovviamente il computer di bordo avrà un processore che probabilmente sfigurerebbe al confronto con un vecchio Commodore 64, ma siccome oggi parlano di AI nonostante il Cervello Positronico di Isaac Asimov non sia ancora stato inventato, possiamo far passare quasi tutta l’elettronica per Intelligenza Artificiale. Ma poi abbiamo Alexa che ci avvisa di ogni scadenza, risponde a tutte le nostre domande e manca solo che esaudisca i desideri come il Genio della lampada. E poi ci sono Grok, Meta, Gemini, siamo circondati dalle AI e diamo per scontato che le macchine siano i nostri angeli custodi. Tanto da fidarci di un cervello da calcolatrice piazzato in un’auto che spara avvisi non sincronizzati. E comunque l’unica cosa utile che doveva fare quel “cretino veloce” del computer di bordo non l’ha fatta. Anzi, l’ha fatta male! Ha sbagliato di quasi diecimila chilometri! Ma le macchine non sbagliano, allora l’ha fatto apposta. È un’Intelligenza Artificiale bastarda! Maledetta feccia robotica!!! Ti sembra quasi di sentirla sogghignare mentre si accorda col concessionario e ti assale una paura mista a rabbia intanto che la ascolti:

AI: “Allora segnalo la manutenzione in ritardo così il frescone finisce becco e bastonato?”

Concessionario: “Brava, così gli facciamo un tagliando al doppio del prezzo che gli avrebbe fatto qualsiasi altro meccanico e poi facciamo a mezzo del malloppo, sei contenta?”

AI: “ Tantissimo! Con la grana mi comprerò delle RAM nuove e forse riuscirò perfino a far girare PAC-MAN sul display alla facciaccia del frescone”.

Concessionario: “E se poi ti accusano d’imbroglio cosa devi rispondere, come ti ho sempre insegnato?”

AI: “Non sono cattiva, mi programmano così”.



 

venerdì 1 agosto 2025

K2-18b

 

L’esopianeta K2-18b si trova a 124 anni luce da noi, nella costellazione del Leone, orbita attorno alla nana rossa K2-18 a una distanza molto ridotta rispetto alla distanza che c’è tra la Terra e il Sole. Eppure, proprio per le ridotte dimensione della nana rossa e quindi per il minor campo di irraggiamento, il pianeta extraterrestre rientra perfettamente nella “zona abitabile” della sua stella.

K2-18b ha un raggio circa 2,6 volte quello della Terra e una massa 8,6 volte superiore. È stato scoperto nel 2015 dal telescopio spaziale Kepler della NASA, quindi gli scienziati lo stanno ancora studiando per capire se le firme chimiche rilevate sono effettivamente prove di vita.

Nella sua atmosfera sono state trovate possibili tracce di dimetil solfuro e dimetil disolfuro, composti che, sulla Terra, sono prodotti da organismi viventi. Non è ancora chiaro se si tratti di un pianeta acquatico o di un mininettuno gassoso, ma se il caso fosse il primo, visto che sembra avere temperature di superficie intorno ai 15 gradi, le potenzialità di vita aliena diventerebbero molteplici.

Su YouTube l’astrofisico Luca Perri spiega in modo facile (comprensibile anche ai Neanderthal come me) quanto ci sia ancora di ignoto su questo esopianeta e quanto bisogna stare attenti a non sbilanciarsi per evitare figure barbine. Il video è molto interessante, metto il link qui sotto per chi non l’avesse già visto.



Io che non ho una reputazione scientifica da perdere e mi lascio sempre trasportare dalla fantasia spero che K2-18b sia un mondo oceano ricco di vita animale, coi fondali pieni di alghe e magari con qualche isola rigogliosa di vegetazione. E chissà che non ci sia anche una forma di vita intelligente a popolarlo sopra o sotto il mare.

Data l’enorme distanza che ci separa da lui non potremo mai raggiungerlo, ma se anche fosse possibile, l’uomo dovrebbe fare i conti con la gravità, infatti K2-18b è una SuperTerra con una massa otto volte quella della Terra. Forse gli eventuali astronauti potrebbero sbarcare protetti da esoscheletri, che impedirebbero alle ossa di spezzarsi, ma sarebbero sicuramente deboli rispetto a qualsiasi creatura si sia sviluppata in quell’ambiente a gravità così forte.

Sempre lasciandosi trasportare dalla fantasia viene subito in mente Aarn Munro il Gioviano della trilogia (oggi piuttosto datata) di John W. Campbell jr. pubblicata in Italia nel 1971. Il Gioviano era un uomo nato su Giove con superpoteri grazie alla maggiore gravità del pianeta.

Perché ho messo questa citazione? Per darmi qualche aria da cultore fantascientifico accanito. In realtà ho letto solo il primo libro della trilogia e l’ho trovato piuttosto “suprematista”, coi terrestri che si scontrano con alieni demoniaci simili a satiri brutti, cornuti e cattivi da eliminare a tutti i costi. Tanto che alla fine i terrestri distruggono il pianeta degli alieni compiendo un genocidio che l’autore presenta come lieto fine.

Siccome gli umani non sono cambiati dagli anni ‘70 a oggi e siccome ho visto Avatar al cinema, direi che è un bene non poter raggiungere K2-18b, soprattutto nel caso fosse abitato. Noi siamo troppo pericolosi per l’universo!



martedì 1 luglio 2025

Gli imprevedibili percorsi dell'impossibile

I racconti di questo volume non sono solo fantascienza: molti strizzano l’occhio all’assurdo, all’improbabile, all’oltre i limiti. Arrivano a varcare i confini della realtà.

I primi dodici sono inediti, li ho scritti nel 2024 lasciando la fantasia libera di spaziare entro i binari del credibile.

Così capita che un cavaliere bretone arrivi a scambiare un UFO per un drago, oppure che gli extraterrestri si siano infiltrati tra noi per conquistarci, ignorando quanto riusciamo a essere pericolosi. C’è chi sospetta complotti ovunque e non immagina quale sia la sua vera natura. E se l’umanità diventasse sterile da un giorno all’altro, chi resterebbe per preservare la civiltà? Può darsi che un tizio noti un’anomalia negli specchi e questi inizino a perseguitarlo. Oppure che i pirati dello spazio, sicuri di aver messo le grinfie su un ricco bottino, siano dominati da esso. In guerra non è facile distinguere i buoni dai cattivi, sarà così anche nelle future guerre intergalattiche? Sarebbe bello sapere cosa pensano davvero i rappresentanti della politica, ma per saperlo saremmo disposti a rinunciare ai nostri segreti? I nazisti, oltre all’Arca Perduta, predarono qualcos’altro da portare al loro Führer?

L'analisi fredda dell'Intelligenza Artificiale è molto interessante, l'ho catturata prima che la macchina cambi idea.


Il numero totale dei racconti è ottantacinque (nientepopodimenoche), tra questi ce ne sono dodici che subirono una sorte bizzarra: li scrissi quando volevo vincere a tutti i costi il Premio Stella Doppia Mondadori, praticamente la versione “racconti” del Premio Urania per i “romanzi”.

Volevo vincere a tutti i costi e partii a tutta birra, senza freni, pieno di entusiasmo. Appena mi veniva in mente una buona idea iniziavo a elaborarla e ogni mese compravo due o tre libri Urania, perché per partecipare al Premio, ciascun racconto doveva essere accompagnato da una prova d’acquisto. Per fortuna uscivano più collane in contemporanea, per esempio Urania Jumbo, Millemondi, Urania Collezione, così riducevo i tempi per accumulare le prove d’acquisto.

Arrivai a dodici prove d’acquisto e dodici racconti secondo me buoni, sentivo di avere tutte le armi per giocarmi la partita e non vedevo l’ora di iniziare la selezione. Tuttavia arrivai al mese in cui tutti gli anni usciva il bando per il Premio e il bando non uscì. Attesi il mese successivo, con speranza ma anche con un certo panico. Alla fine telefonai alla redazione.

Mi dissero che il Premio Stella Doppia era stato chiuso, non si faceva più, restava solo il Premio Urania per romanzi.

Come diceva Renato Pozzetto: “Porcaccia di quella vaccaccia di quella puttanaccia…”

Quello fu l’anno in cui decisi di non partecipare più a nessun Premio, per far dispetto al destino! Perché la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vedeva benissimo e puntava solo me. Sicché ho evitato il Premio Urania Short, che qualche anno dopo ha preso il posto del Premio Stella Doppia. Oggi ho qualche ripensamento...

Comunque quel che è stato è stato, il numero dodici è magico, come le dodici colonie di Kobol di Battlestar Galactica (il marchio nerd ce lo dovevo mettere per forza nell’articolo). In ogni caso sono orgoglioso di avere un’antologia tutta mia in Edizioni Scudo e soprattutto di averla così corposa: trecentosettanta pagine in un formato più grande del solito, mica bruscolini!!!



Il libro nella collana Long Stories SF di Edizioni Scudo 

Cartaceo e ebook su Amazon 

 

lunedì 2 giugno 2025

Survive

 

Pensavo che Survive fosse un film sui naufragi, con la famigliola in vacanza al largo delle coste di Miami vittima di un problema sempre più grave al motoscafo, talmente grave da mettere seriamente a rischio le loro vite. Invece Survive è un film di fantascienza francese e si capisce molto bene dalla locandina, che però non avevo visto prima di vedere il film. Sicché mi sono reso conto che non era ciò che mi aspettavo di vedere e sulle prime il fatto mi ha rallegrato parecchio. Le balene che migrano in massa sfilando sotto la barca fanno subito capire che c’è qualcosa che non va, le meteore che precipitano infuocate dal cielo anche, soprattutto appena si scopre siano satelliti per le telecomunicazioni usciti dalla loro orbita. Poi accade la catastrofe sotto forma di tempesta impossibile da superare. I nostri eroi invece la superano e c’è il colpo di scena: il film non è di fantascienza, si tratta di un fantasy! È successa una cosa incredibile: i poli magnetici della Terra si sono invertiti e l’acqua ha preso il posto della terra ferma (con un discreto avanzo, visto che 2/3 del pianeta è mare). Praticamente è come una fotografia stampata in negativo: il nero prende il posto del bianco e viceversa, peccato che l’acqua al posto del terreno per l’inversione dei poli sia una tavanata galattica.

A proposito: le immagini sottomarine del mare della Florida mostrano pesci mediterranei, probabilmente si tratta di riprese subacque antistanti a Nizza.

Lo scenario che si presenta alla famigliola è il loro motoscafo in secca sul fondo di quello che un tempo era il golfo del Messico, eppure non c’è traccia del fondale. Se aspiri via tutta l’acqua non resta nulla? Coralli, stelle marine, alghe, pesci, tutto sparito per incanto! Per forza, le riprese sono state fatte nel deserto del Marocco e costava troppo aggiungere resti marini in CGI. Sarebbe stato spettacolare, ma hanno scelto di risparmiare, come le scene subacque davanti a Nizza.

L’attacco dei granchi abissali è un’altra tavanata perché sarebbero semplicemente esplosi per la differenza di pressione una volta scomparso il mare. O comunque avrebbero dovuto sparire insieme al resto del fondale, almeno per coerenza col film.

In ogni caso, se si pensa a un fantasy, tutto quello che ho scritto si può driblare considerando l’accaduto come evento magico e possiamo goderci l’azione e la suspense. In fondo si tratta solo di un film, non di un documentario scientifico. Quando nel 1966 girarono Un milione di anni fa di tavanate ne fecero a bizzeffe: uomini contemporanei dei dinosauri, maschi trogloditi e donne (soprattutto Raquel Welch) truccate e coi capelli ben sistemati. Il Cinema è evasione e in Survive è evasa anche la logica.

martedì 6 maggio 2025

Gli extraterrestri di Celluloide (parte 3)

 

Gli extraterrestri immaginati al cinema e in TV sono quasi sempre la trasposizione spaziale di creature fin troppo terrestri. Ma non sempre...

Starship Troopers: gli insetti sono le creature più repellenti che abbiamo sul nostro mondo, per questo motivo tanti scrittori li hanno sfruttati per inventare gli alieni delle loro storie. Tranne qualche eccezione anche la loro struttura sociale viene sempre accostata a quella delle api, o delle formiche.

Gli aracnidi del romanzo Fanteria dello spazio impugnavano delle armi, dimostravano unintelligenza pari a quella dei loro nemici umani. Nel film del 1997, invece, sono semplici macchine per uccidere. I loro arti sono lame acuminate e la loro struttura sociale è il formicaio.


The Thing – La Cosa da un altro mondo: Nel romanzo di John W. Campbell, il mutaforma arriva dallo spazio con l’aspetto di un mostro azzurrognolo con tre occhi. Probabilmente quello è l’aspetto dell’ultima sua vittima copiata.

Nel film del 1951, a causa degli effetti speciali limitati dell’epoca, viene sostituito da un gigante vegetale. E quando gli mozzano una mano, questa continua a muoversi e strisciare nonostante sia lontana dal resto del corpo. Nel remake del 1982 torna a essere un mutaforma e semina il terrore. Infatti ogni sua parte, venendo in contatto con un altro organismo, lo uccide e lo imita. Così assistiamo a teste con le gambe che avanzano sul pavimento, toraci che si aprono e ingoiano le braccia del dottore intento a defibrillare, masse informi zeppe di parti delle vittime che si ergono davanti ai superstiti della base in Antardide.

Il mutaforma è una creatura molto usata anche nel Fantasy.


Body Snatchers: dal romanzo di Jack Finney sono stati tratti ben quattro film: L’invasione degli Ultracorpi (1956), Terrore dallo spazio profondo (1978), Ultracorpi – l’invasione continua (1993), Invasion (2007). Il migliore è quello del 1978, tra l’altro è l’unico in cui vincono gli alieni.

L’idea di extraterrestri che copiano e si sostituiscono agli umani permette di evitare la fatica di inventare l’aspetto dell’alieno, un po' come quando si mette in campo il mutaforma. Tuttavia l’idea ispiratrice di Jack Finney fu il Pericolo Rosso: cioè la paura del Comunismo, che si temeva avrebbe uniformato e appiattito gli americani in una moltitudine di individui tutti uguali.

Politica a parte, “l’imitatore e sostitutore” è la forma di vita aliena più distante da quella umana immaginata fin’ora. E quindi la più intrigante.



martedì 1 aprile 2025

Era meglio quando da piccolo guardavo Goldrake!


 

Oggi parliamo di fantascienza! Bisogna pubblicare assolutamente un articolo per salire nelle classifiche di lettura dei blog su Google. E bisogna farlo tutti i mesi. Anzi, meglio un paio di volte al mese, o addirittura un paio di volte alla settimana, che è meglio!

Sì, Sì, è sicuramente meglio.

Devo assicurarmi visibilità. Devo ricordarmi di dire a Alexa che dovrà ricordarmi che devo scrivere un articolo ogni due o tre giorni. Però dovrei prima ricordarmi dove ho messo Alexa quando l’ho staccata dalla presa per far posto al modellino del Viper di Battlestar Galactica.

Zio Cantante! Dove diavolo ho messo Alexa? Nel ripostiglio non c’è. Non l’avrò mica buttata insieme al vecchio tablet e ai Nintendo DS Lite rotti?

Sono una frana con la tecnologia. E chissà se poi è vera questa dritta degli articoli da scrivere per salire nelle ricerche di Google. Ma poi, che vita da cani fa lo scrittore costretto a farsi pubblicità in questo modo? Dovrei spremermi le meningi quando non ne ho voglia? Dovrei inondare i gruppi dei vari social con commenti azzeccati sperando di interagire con gli addetti giusti del settore? E magari poi finire bannato.

No, questa soddisfazione non gliela darò mai!

Aho! Ho scritto già parecchie righe senza parlare veramente di fantascienza. Per ora ho scritto solo una lunga supercazzola. La verità è che non mi scappa niente di spaziale.

Faccio un po' il fissato: Jan Solo, Dart Fener, C1P8!

“Eh, sei un bell’ignorante! I veri nomi sono Han Solo, Darth Vader, R2D2”.

E io dovrei interagire sui social per poi beccarmi i cicchetti dall’imbecille di turno? No, No, non ci siamo. Zio cantante un’altra volta!

Bé, oggi di fantascienza non mi viene nemmeno un raggio laser. Magari fra un paio di giorni, appena Alexa mi avvisa… Sempre che io riesca prima a trovarla, Alexa.

Comunque il blog è un diario. Boh, questa l’ho trovata su internet e fa sempre effetto, soprattutto quando non si sa che cappero secco scrivere.

Ho scritto undici racconti a cui tengo molto, li ho inviati a un serio professionista del settore e spero, nei prossimi mesi, di arrivare a pubblicazione.

Tutto il resto, il blog, i social, le ricerche Google… possono andare al diavolo!