Ho
visto il secondo capitolo dei Guardiani della Galassia e mi è
sembrato di tornare bambino. Nel film c’è la stessa leggerezza
spensierata che trovai in Guerre Stellari, tutto scorre come al Luna
Park, tutto è pensato per sbalordire. E accidenti a chi vuole la
fantascienza adulta, talmente verosimile da diventare quasi scienza.
Talmente scientifica che ammazza la fantasia.
Eppure
c’è un particolare che mi era sfuggito durante la visione del
primo capitolo della Saga, si tratta di Star Lord! Sarò anche
l’ultimo tra gli ultimi ad averlo notato, ma quel pistolero cosmico
tendente al cowboy è lo stesso Star Lord che avevo letto in un
vecchio fumetto degli anni ’70. Non l’ho riconosciuto subito
perché allora era molto diverso, aveva un costume a metà strada tra
Capitan America e Kyashan. Oggi, invece, ha un look moderno e
tecnologico, però mantiene qualcosa di fondamentale degli anni ’70:
il Walkman con le musicassette.
La Marvel ha proposto spesso personaggi interessanti che differiscono
dai soliti supereroi. Ricordo Conan il Barbaro, ispirato ai libri di
Robert E. Howard, o Kamandi, che scopiazzava “Il
Pianeta delle Scimmie”. Ebbene, nel 1976, sul Marvel Preview n°4,
la casa delle idee propose Star Lord. E io rimasi particolarmente
colpito dalla sua storia: quando venne al mondo sua madre fu uccisa
da un alieno e suo padre, in preda alla pazzia, tentò di ucciderlo.
Crebbe con la rabbia in corpo e quando divenne astronauta trovò la
sua vera natura nello spazio, trasformandosi in Signore delle Stelle.
Forse un personaggio del genere aveva le carte in regola per avere un
film tutto per sé. Forse sarebbe stato un successo al cinema anche
negli anni ’80. E forse proprio con la sua vicenda originale...
Forse.
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