martedì 30 gennaio 2018

I vecchi soldati non muoiono mai


Il relitto (A Relict of war) è un racconto scritto nel 1969 dallo scrittore statunitense Keith John Laumer e parla di una macchina bellica abbandonata nella piazza di un villaggio, semicoperta di terra e erbacce, con un gruppo di lavoratori intorno che si riposano e bevono whisky. La considerano la loro mascotte e l’hanno soprannominata Bobby.


Esisterà certo un tipo di soldato per cui si possa dire:
“I vecchi soldati non muoiono mai...”.


La macchina è un robot da combattimento: Bolo Stupendous modello 24 e non è affatto un relitto. Il suo processore è pronto a tornare operativo appena rileverà una minaccia in avvicinamento. Ma la sua forza distruttiva è talmente micidiale da renderlo pericoloso per i civili, infatti giunge un Ufficiale dell’Eliminazione residuati bellici con l’ordine di disattivarlo per sempre.
I lavoratori si oppongono, non vogliono perdere il loro Bobby e il tira e molla che va avanti nella storia porta dritti all’attacco improvviso di una macchina aliena. A quel punto il Bolo Stoupendous si attiva e fa il suo dovere di soldato, distruggendo l’invasore.
C’è una sorta di poesia che pervade il racconto, Bobby è il reduce della guerra dimenticato da tutti. Ma non è un semplice soldato, è un supersoldato! E nel momento del pericolo difende i suoi amici proprio perché sa combattere. L’autore ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale e ha poi proseguito la carriera militare, quindi è ferrato nell’argomento.
L’idea del relitto è stata ripresa di recente per un corto della Blizzard Entertainment: Two Steps From Hell – Nero, con la splendida colonna sonora del duo Two Steps from Hell. In questo caso l’atmosfera diventa addirittura commovente: la macchina bellica è nel bosco, coperta di muschio e foglie. Si attiva appena un passerotto, intento a cercare rametti per il nido, ripulisce l’occhio obiettivo. La luce dell’occhio è azzurra e il robot, dopo aver analizzato l’ambiente circostante e averlo classificato sicuro, si abbandona a comportamenti degni delle più classiche produzioni Disney.
Un picchio inizia a martellare frenetico la corteccia di un albero e la luce dell’occhio del robot diventa rossa. Come un Transformer cambia assetto, escono armi di ogni tipo e inizia a sparare, falciando tutto quello che capita a tiro.
Mentre avanza nell’erba riattiva le sue memorie e ricorda la battaglia che c’è stata, vede i suoi simili distrutti e la città del nemico all’orizzonte. Si prepara all’attacco.
Ma sarà proprio il passerotto a farlo ragionare, con la sua innocenza riuscirà a far cambiare il colore dell’occhio dal guerresco rosso al pacifico azzurro e le armi rientreranno.
So di non essere mai cresciuto, infatti mi sono divertito molto! Chissà se la Blizzard ha sviluppato il racconto di Laumer o è semplicemente arrivata per caso alla medesima idea? Chissà...


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